Oceani: approvata una storica risoluzione che li proteggerà
Ma cos’è l’alto mare? Per capirlo dobbiamo fare riferimento al diritto internazionale classico, il quale ci spiega che il mare viene suddiviso in due aree:
- Il mare territoriale, cioè quella zona sottoposta alla sovranità dello Stato costiero
- L’alto mare, ovvero la zona in cui vige il principio della libertà d’uso per tutti gli Stati
Quest’ultima zona non è sottoposta alla sovranità di alcun stato ed inizia, di fatto, dove i vari stati costieri non possono rivendicare diritti esclusivi. Si tratta di uno spazio in cui tutti gli Stati, anche quelli privi di litorale, possono navigare, pescare, posare cavi o condutture sottomarine. Queste attività ovviamente, possono essere esercitate tenendo presente gli interessi degli altri Stati. Infatti, tutti godono degli stessi diritti.
Questo luogo ospita milioni di specie, molte di esse essenziali per la nostra sopravvivenza. Come ci dice High Seas Alliance, l’alto mare è il più grande habitat sulla terra!
Tornando a noi, cosa è stato deciso tra le mura del quartier generale delle Nazioni Unite a New York? E perché è così importante?
Bene, dopo oltre 15 anni di incontri e discussioni, ben 4 negoziati formali e molte battaglie, la terza sessione “finale” del negoziato è stata quella decisiva: definita da molti un “accordo storico”, ha unito i governi di quasi 200 Stati Membri di tutto il mondo nella stipula di un Trattato per la protezione dell'Alto Mare.
Ed è così che l’ambasciatrice delle Nazioni Unite per gli oceani, Rena Lee, ha sollevato il martelletto e battendolo ha affermato: “la nave ha raggiunto la riva”. La frase è stata seguita da applausi e gioia dei presenti.
Fino ad oggi solo poco più dell’1% delle acque d’alto mare erano protette e questo trattato è molto importante per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Kunming-Montreal, il quale vuole arrivare ad almeno il 30% di protezione degli oceani del mondo entro il 2030. Questo target è quello che gli scienziati definiscono essere il minimo per garantire la salute degli oceani e di conseguenza anche la nostra.
C’è tuttavia ancora un grande “ma”.
Infatti, sebbene si sia raggiunto l’accordo, ora il testo deve essere adottato formalmente e questo avverrà in un secondo momento. Gli step successivi sono il controllo da parte dei servizi legali e la sua traduzione nelle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite.
Quello di sabato 4 marzo è stato un segnale e un traguardo veramente importante. Si è trattato della dimostrazione che la protezione della natura e tutto ciò che ci dona incondizionatamente va oltre le mere divisioni geografiche o di opinione
Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.