Fauna selvatica e uomo: come educare a una coesistenza pacifica con gli orsi?

Lo scorso luglio, un tragico evento ha nuovamente messo in luce la difficile convivenza tra orsi e umani. La storia dell’orso M90 rappresenta infatti solo l'ultimo capitolo di una lunga serie di episodi simili che hanno coinvolto gli orsi in Italia, evidenziando la necessità di un approccio più equilibrato e consapevole verso la gestione della fauna selvatica. Oggi ripercorreremo le storie più significative di orsi uccisi per mano umana e cercheremo di comprendere meglio cosa alimenta il conflitto tra natura e Homo sapiens

Negli ultimi anni e più precisamente dal 2014, l'Italia ha assistito a l'intensificarsi di una serie di eventi tragici che hanno coinvolto gli orsi. Uno dei primi casi risale allo stesso anno e riguarda l'orsa Daniza, che venne uccisa accidentalmente durante un tentativo di cattura per un sovradosaggio di anestetico. Daniza aveva la colpa di aver attaccato un cercatore di funghi nel Trentino-Alto Adige e faceva parte del progetto Life Ursus volto a reintrodurre gli orsi nelle Alpi italiane.

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La sua morte “accidentale” scatenò indignazione pubblica e proteste a livello nazionale. Un altro episodio significativo e che portiamo tutti nel cuore riguarda l'orso M49, meglio conosciuto con il nome di "Papillon". Tra il 2019 e il 2022, M49 è più volte sfuggito alla cattura, diventando una sorta di eroe popolare. Tuttavia, è morto in cattività nel 2022 dopo essere stato considerato un pericolo per la sua capacità di danneggiare allevamenti e proprietà. Similmente, l'orsa JJ4 è salita alla ribalta nel maggio 2023 dopo aver ucciso un corridore sul Monte Peller, scatenando un acceso dibattito sulla gestione degli orsi. Attualmente in cattività, il suo destino è ancora incerto.

La tragica storia dell'orsa Amarena

Tra le storie più strazianti vi è quella dell'orsa Amarena, con cui condivido lo stesso paese natale. Amarena era una delle orse più amate e conosciute. La sua uccisione nell'agosto 2023 nei pressi di San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo, ha provocato un'ondata di tristezza e indignazione in tutto il paese. Amarena è stata colpita da un colpo di fucile sparato da un uomo che ha dichiarato di aver agito per paura mentre l'orsa si trovava vicino alla sua proprietà. La vicenda di Amarena ricorda molto quella più recente di M90, avvenuta il 10 luglio 2024 in Val di Gresta, Trentino-Alto Adige, dove M90 è stato abbattuto da un cacciatore che ha sostenuto di essersi sentito minacciato.

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Cosa spinge gli orsi ad avvicinarsi agli insediamenti umani?

Sebbene sia quasi impossibile comprendere appieno cosa accada nella loro mente in quei momenti, gli scienziati hanno individuato le tre principali pressioni che li porterebbero a compiere tali azioni:

  • Diminuzione degli habitat naturali. La crescente urbanizzazione e l'espansione delle attività umane hanno ridotto gli spazi selvaggi disponibili per gli orsi. Questo porta gli animali a cercare nuovi territori.
  • Disponibilità di Cibo. Con i cambiamenti climatici e la nostra cattiva gestione dei rifiuti, attraiamo gli orsi verso i centri abitati, che forniscono una fonte di cibo facilmente accessibile. Questo comportamento è spesso incoraggiato dalla mancanza di adeguate misure di prevenzione e dal fatto che l’animale non ci percepisce come un pericolo. E’ infatti sconsigliabile interagire con i cuccioli, offrirgli del cibo o trattarli con gentilezza. In quel momento infatti stiamo creando il prossimo anello debole della specie. Insegnando agli orsi a non temerci, corriamo il rischio che, una volta cresciuti, non scappino di fronte a un cacciatore, credendo erroneamente che sia un amico.
  • Curiosità e Adattamento. Gli orsi, come molte specie selvatiche, sono molto curiosi e questo li porta a esplorare nuove aree, incluso il contesto urbano.

Purtroppo, con il passare del tempo e con un clima che cambia, la convivenza tra orsi e umani diventerà sempre più frequente. È quindi fondamentale conoscere questi magnifici animali, sapere come comportarsi in caso di incontro ed educare le comunità locali su comportamenti responsabili, come una corretta gestione dei rifiuti ed evitare interazioni dirette.

Promuovendo metodi di gestione non letali, possiamo garantire che la convivenza e gli incontri fortuiti non diventino un problema né per noi né per loro.


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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