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Previdenti, il podcast che vuole parlare di pensione alle ragazze

Secondo un'indagine EURES del 2021, in Italia il 44% degli e delle under 35 immagina di andare in pensione dopo i 70 anni, mentre il 53% non sa qual è il sistema pensionistico in vigore. Una disinformazione che è destinata a colpire ancor più da vicino le donne, che storicamente hanno un rapporto più complesso con il denaro. Ma come colmare questo divario? Risponde Elisa Lupo, consulente per il lavoro e creatrice di Previdenti, il podcast nato per avvicinare le nuove generazioni alla pensione

«Faccio un lavoro ritenuto comunemente noioso, ma che io amo proprio per il modo pratico che ha di rendermi utile agli altri. Forse ciò che bisogna cambiare è solo il modo di comunicarlo, motivo per cui ho scelto di farlo con gli strumenti a mia disposizione», racconta Elisa Lupo, consulente del lavoro con più di 15 anni di esperienza e managing partner dello studio Guglielmi&Partners di Roma.

«Sulla mia scrivania passano tutti i documenti della vita lavorativa di molti lavoratori e lavoratrici. Tra questi, dal 2007 arriva la scelta della destinazione del TFR. Mi ha sempre lasciata perplessa il modo superficiale con cui viene compilato quel modulo e l'inconsapevolezza generale rispetto al proprio futuro pensionistico», spiega Lupo, che la scorsa estate ha finalmente trovato il mezzo giusto per iniziare a trasmettere le sue conoscenze: i podcast.

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«Un paio di anni fa ho cominciato ad ascoltare podcast in maniera assidua e ho pensato che quello strumento potesse fare per me. Permette di essere fruito in maniera molto più semplice rispetto a un video, parla direttamente a chi lo ascolta e lo fa come potrebbe fare un amico in una chiacchierata e non come un professore in cattedra. E per me questa era la caratteristica più importante, dato che volevo evitare che le persone scappassero trattandosi di concetti ritenuti troppo complessi», precisa la consulente.

Da questa doppia intuizione nasce Previdenti, un podcast che ha l’ambizione di parlare di pensione in maniera semplice e senza ansie alle nuove generazioni e in particolar modo alle ragazze di oggi.

Il gender gap nel sistema pensionistico esiste e va affrontato il prima possibile

Nel nostro paese il rapporto delle donne con la pensione è una diretta conseguenza della situazione lavorativa. Nell'ultimo rapporto pubblicato dall’Inps le donne ricevono in media un assegno pensionistico di 500 euro inferiore a quello degli uomini

spiega Lupo, aggiungendo che questo divario è dovuto soprattutto alle discontinuità di carriera (che spesso coincidono con l’arrivo dei figli), alle retribuzioni più basse (legate al divario salariale di genere), al fenomeno del soffitto di cristallo e al maggior ricorso al part-time.

Quest’ultimo poi non è sempre una decisione presa in autonomia per migliorare l’equilibrio tra vita personale e professionale: secondo il Rapporto BES 2021, il 17,9% delle donne italiane subisce il part-time involontario, ovvero che accetta un lavoro part-time in assenza di opportunità di lavoro a tempo pieno.

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A queste problematiche si aggiungono poi una serie di fattori culturali legati al rapporto che gli italiani e le italiane hanno con i propri risparmi. Come spiega Lupo infatti

Nel nostro paese il denaro è un tabù: se ne parla poco e male, c'è diffidenza nei confronti di chi riesce ad ottenere una posizione economica agiata. A tutto questo si aggiunge che storicamente il denaro è stato amministrato dagli uomini: ancora oggi le giovani donne che lavorano e che aprono un conto corrente come uniche intestatarie sono poche, spesso è cointestato con il padre, il fratello o il marito

Secondo una ricerca svolta nel 2017 dal Museo del Risparmio di Torino in collaborazione con Episteme per misurare il grado di consapevolezza e padronanza della popolazione italiana femminile nella gestione del denaro, il 21% delle italiane non possiede un conto corrente personale e il 9,1% neanche uno familiare.

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Inoltre, solo la metà delle intervistate si ritiene abbastanza o molto competente in ambito finanziario rispetto al 68% degli uomini. Il report segnala inoltre che da questo divario di conoscenza derivano una minore capacità di risparmio, vissuto come pratica residuale più che come pianificazione (solo il 22,6% delle donne risparmia in modo regolare), e una minore propensione all'investimento (solo il 45% delle donne che risparmiano decide di investire, e in generale si tratta di piccole somme).

«Questo non è dovuto a una scarsa scolarità o a incompetenza ma a retaggi culturali ancora difficoltosi da estirpare. Le donne devono avere fiducia in loro stesse e nelle loro capacità di gestione del denaro, gestiscono l'ordinaria amministrazione familiare da secoli e sono perfettamente in grado di fare scelte finanziarie corrette», spiega Lupo. Sempre secondo la ricerca, «i segnali più incoraggianti provengono dal target di 25-44enni», che dimostrano «maggior confidenza con i temi economici, maggior capacità di intervenire nelle scelte familiari circa la gestione economica, maggior propensione al risparmio e all'investimento e attitudine al consumo di qualità», eleggendosi quindi a «target privilegiato di iniziative di divulgazione».

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Per Lupo, però, i semi della consapevolezza finanziaria andrebbero piantati molto prima, e per la precisione proprio durante l’adolescenza.

A che età è giusto iniziare a pensare alla pensione?

«All'inizio le classi erano disorientate, non capivano perché parlassimo a loro di un argomento tanto lontano nel tempo. La loro urgenza è lo studio, la scelta dell'Università, al massimo immaginare il proprio lavoro futuro ma arrivare a pensare alla pensione sembrava veramente troppo. Invece pian piano siamo riusciti con dei seminari a far diventare l'argomento molto più vicino comprensibile», racconta la consulente, che grazie alla piattaforma online della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio è riuscita a far arrivare il suo podcast sulla pensione a studenti e studentesse delle scuole superiori.

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«Loro sono il futuro e parlare con loro e a loro significa costruire qualcosa di più grande», ammette Lupo, che ha costruito il suo progetto pensando proprio alle nuove generazioni. A partire dalla scelta degli e delle ospiti: Ami F., content creator conosciuta come @pecuniami e autrice del libro "Signore, è ora di contare!", Lorenzo Luporini alias Lupo, volto di Venti, Davide Marelli, founder della community Instagram dedicata all’educazione finanziaria Pillole di economia, Maura Gancitano, filosofa fondatrice di Tlon, Marco Scioli, co-founder della startup e community di educazione finanziaria Starting Finance e Federico Ronzoni, youtuber e content creator sul tema degli investimenti (@ronzofede su TikTok) e fondatore di Turtle Road, azienda di formazione finanziaria.

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«Ho scelto ospiti giovani attivi sul web in vari ambiti e che non avevano strette connessioni con l'argomento di cui parlavamo in modo da far comprendere che non è mai troppo presto per parlare di pensione e che ne possono, anzi ne devono, parlare tutti perché è un argomento che riguarda tutti», spiega l’autrice del podcast, che al momento è già al lavoro sulla seconda stagione dove verranno approfonditi «alcuni argomenti solo sfiorati nella prima e cercheremo di dare nuova luce all'argomento, trattandolo da punti di vista differenti. Lo faremo sempre in modo semplice e senza ansie e insieme a noi ci saranno anche quest'anno degli ospiti che ci accompagneranno per far sì che lo stupore iniziale si trasformi in consapevolezza e azione».

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