“Reclaim the night”, la grande marcia contro la violenza di genere in India chiede sicurezza per le donne negli spazi pubblici
Da oltre due settimane, in India, il personale sanitario indiano ha incrociato le braccia ed è sceso in strada per rivendicare più sicurezza: lo sciopero nazionale sta interessando alcune delle principali città del Paese ed è scattato il 12 agosto in seguito all’ennesimo caso di violenza. Il 9 agosto, il corpo martoriato di una specializzanda è stato ritrovato nell’ospedale universitario di Calcutta. La vittima, una tirocinante di 31 anni, è stata aggredita mentre stava riposando durante il turno notturno.
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Il caso di violenza che ha innescato la marcia
Nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 agosto una specializzanda trentunenne è stata stuprata e uccisa nell’ospedale in cui lavorava.
La donna aveva terminato il turno di notte e si stava riposando in una sala adibita a camerata per il personale medico: l’autopsia ha confermato che, con «un attacco brutale e violento», è stata violentata prima di morire strangolata. La polizia del Bengala occidentale ha arrestato un uomo che lavorava come volontario nell’ospedale, che aveva accesso a gran parte della struttura e che in passato era già stato accusato in di violenza da altre donne. Nonostante ciò, le autorità dell’ospedale universitario avevano contattato la famiglia della vittima dicendo che loro figlia «si era suicidata» e, come riportano i manifestanti, per giorni tutta la catena istituzionale dello Stato (dalle autorità ospedaliere alla polizia, fino ai giudici e ai vertici del governo locale) ha risposto al caso con troppa approssimazione, tanto da far sollevare accuse di tentativi di insabbiamento.
Nel 2022, secondo i dati del National Crime Records Bureau indiano, in India sono stati denunciati in media 90 stupri al giorno: un dato che potrebbe essere più alto poiché le violenze sessuali vengono denunciate meno di altri tipi di crimini per via di un ancora persistente e diffuso stigma.
Chiedere giustizia e sicurezza per le donne – e per il personale medico che in India è particolarmente soggetto a violenze - è stata la miccia che ha innescato la grande marcia a Calcutta
Organizzata per sostenere la famiglia della vittima, l’iniziativa collettiva chiede un maggiore impegno della giustizia in questo caso e protesta contro i molti casi di violenza documentati sia nei confronti delle donne sia nei confronti delle persone che lavorano nel settore della sanità pubblica nel paese: l’obiettivo è spingere il governo centrale a inasprire le leggi contro le aggressioni a medici e infermieri e imporre condizioni di sicurezza sul lavoro spesso totalmente disattese, soprattutto nelle strutture pubbliche.
Lo sciopero del personale medico accende la protesta
I primi a manifestare sono stati il personale medico e infermieristico, che hanno accusato l’amministrazione riguardo diverse misure di sicurezza all’interno dell’ospedale: mancano aree riposo per chi fa il turno di notte, l’illuminazione tra l’ospedale e i dormitori è scarsa, le guardie giurate appaltate a servizi interinali non addestrano in modo funzionale gli uomini e le donne che dovrebbero garantire la sicurezza all’interno della struttura.
Ad accrescere l’indignazione dei manifestanti c’è anche il fatto che, sebbene il direttore del RG Kar Medical College and Hospital si sia dimesso dopo il ritrovamento del corpo, neanche 24 ore dopo è stato assunto in una nuova struttura. «È chiaro che il personale dell'ospedale, insieme alla polizia, volevano coprire i veri colpevoli», ha detto Nazrul Islam, ex direttore generale della polizia del Bengala Occidentale, al canale di notizie NDTV.
Il tema delle violenze contro il personale medico ha raggiunto velocemente dimensioni nazionali, con le associazioni di categoria che hanno scioperato – garantendo il servizio emergenziale – per spingere il governo centrale a inasprire le leggi contro le aggressioni a medici e infermieri e imporre condizioni di sicurezza sul lavoro spesso totalmente ignorate, soprattutto nelle strutture pubbliche.
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Il significato di «Reclaim the night»
A farsi sentire nella protesta non è solo il personale sanitario, ma anche i movimenti femministi che stanno riprendendo lo slogan «Reclaim the night» - reclamando la notte e il diritto per le donne di viverla liberamente - proseguendo idealmente altre marce storiche che hanno contraddistinto il movimento femminista indiano fin dalla fine degli anni Settanta e che hanno dato vita a iniziative di protesta come Blank Noise. L’associazione, basata a Mumbai, da anni organizza marce notturne per combattere una concezione estremamente patriarcale degli spazi pubblici per cui quando cala il sole, le donne devono starsene a casa.
«La ragazza che è stata brutalizzata era una dottoressa in servizio. Se il governo non riesce a garantire la sicurezza delle donne in un istituto gestito dal governo, che speranza c’è?», ha detto al Telegraph Anupama Chakraborty, tra le manifestanti scese in piazza per rivendicare il diritto delle donne a sentirsi sicure negli spazi pubblici. La morte della giovane dottoressa ha toccato una corda sensibile nell'opinione pubblica, evidenziando ancora una volta la vulnerabilità delle donne indiane alla violenza. Lo shock è stato accentuato dal fatto che non era fuori fino a tardi al buio da sola, ma era sul suo posto di lavoro, pieno di luce e di persone.
Le donne, e non solo, vogliono che la situazione cambi. Una manifestante, che ha detto di essersi unita alla marcia dopo mezzanotte, ha chiesto alla Bbc riferendosi alla figlia tredicenne, presente insieme a lei al corteo: «Lasciatele vedere se una protesta di massa può sistemare le cose. Lasciatele prendere coscienza dei suoi diritti».