Red Collar: quando la moda aiuta le donne che hanno subìto violenza

In questi giorni, in occasione della Fashion Week di Milano, è stata presentata l'iniziativa Red Collar, pensata dalla stilista Sara Battaglia e realizzata in collaborazione con la sartoria sociale DrittoFilo. A confezionare gli abiti sono state le donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza di Mantova per iniziare una nuova vita

Una camicia bianca con un colletto rosso per dire basta alla violenza sulle donne, confezionata da chi questa piaga l’ha vissuta sulla propria pelle e sta faticosamente cercando di ricominciare. L’iniziativa si chiama Red Collar ed è firmata dalla stilista Sara Battaglia, che l’ha presentata durante la Milano Fashion Week con un flash mob nel cuore del Quadrilatero. L'obiettivo: sfruttare la moda come un megafono contro la violenza di genere, e supportare allo stesso tempo le donne che ne sono vittime.

A collaborare al progetto è stato DrittoFilo, sartoria etica, sociale e sostenibile che ormai da diversi anni, in collaborazione con il Centro Antiviolenza di Mantova, supporta le donne che hanno intrapreso un percorso di uscita dalla violenza domestica fornendo loro uno spazio e competenze per imparare un mestiere, nello specifico quello sartoriale. Dal 2022 l’esperienza di DrittoFilo è diventata un “meta atelier”, tra laboratorio sociale e temporary shop, e Sara Battaglia ha deciso di coinvolgerlo nel progetto Red Collar.

«Un simbolo di forza e rinascita nella lotta alla violenza di genere - ha spiegato la stilista - Questa iniziativa trasforma la moda in empowerment. Il Red Collar è un capo d'abbigliamento realizzato con dedizione e cura. Commissionando la produzione di camicie con il colletto rosso a DrittoFilo, miro a dare al progetto una missione chiara: dare voce alle donne attraverso la moda. La missione di DrittoFilo è fornire lavoro e sostegno alle donne che hanno subito violenza di genere. Indossando una camicia Red Collar tutti possono contribuire a trasmettere un messaggio positivo e proattivo volto a sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema».

Il colletto rosso diventa dunque il segno distintivo della capacità di reagire e rinascere, non soltanto moralmente, ma anche nella pratica. Le donne ospiti del centro antiviolenza, grazie al lavoro, riescono infatti a raggiungere l’indipendenza economica necessaria a emanciparsi e a ricostruirsi una vita lontane dagli abusi, imparando competenze ed entrando a far parte di una rete virtuosa.

Un messaggio potente, lanciato come detto anche attraverso una live performance che si è tenuto il 20 febbraio nel Quadrilatero della Moda con il supporto di Kering Eyewear e Wolford, che ha fornito i collant rossi alle modelle, capo disponibile per l’acquisto fino all’8 marzo in esclusiva presso le boutique milanesi del brand, che devolverà il 20% del ricavato delle vendite a DrittoFilo.

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La collezione Red Collar, intanto, è andata praticamente sold-out nel giro di due giorni, a testimonianza di come la moda possa diventare uno strumento efficace per veicolare messaggi importantissimi.

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