Reflect Disney

“Reflect”, il nuovo cortometraggio Disney sul tema della dismorfofobia

Una giovane ballerina di nome Bianca è la protagonista del nuovo corto Reflect, prodotto da Disney e diretto da Hillary Bradfield, che fa parte della seconda serie di “Short Circuit”, il ciclo di cortometraggi sperimentali del colosso cinematografico

Disney, così come altre multinazionali dell'intrattenimento, si avvicina sempre più a un percorso inclusivo e valorizzante della diversità.

Negli ultimi anni, infatti, il colosso cinematografico ha deciso di sposare l'ideologia woke prestando sempre più attenzione alle richieste delle minoranze e del mondo progressista.

Un esempio: nell'ottobre 2020, Disney+ ha inserito un avvertimento all'inizio dei suoi capolavori sui contenuti stereotipati e razzisti, come è accaduto per Dumbo, Peter Pan, Lilli e ilm Vagabondo, Fantasia e tanti altri.

Questo cammino inclusivo lo abbiamo visto anche con la scelta della protagonista del film la Sirenetta, il celebre cartoon del 1989 ispirato all’ancor più famoso racconto scritto nel 1837 da Hans Christian Andersen, il quale descriveva nella sua fiaba una dolce fanciulla “dalla pelle chiara e delicata come un petalo di rosa, gli occhi azzurri come un lago profondo". Ebbene, nella versione live-action diretta da Rob Marshall, a sorpresa, a impersonare Ariel è l’afroamericana Halle Bailey, 19enne della Georgia, occhi scuri, bruna con lunghi capelli ricci.

Una decisione che purtroppo è stata accompagnata da ripetute polemiche sui social e dibattiti tra chi non trova un collegamento con la vera Sirenetta (come se queste figure esistessero nella realtà) e chi pensa invece sia una scelta giusta e in linea con una rappresentazione sempre più inclusiva ed eterogenea del genere umano.

Dunque abbiamo capito che non è la prima volta che la Disney vuole mandare un messaggio inclusivo, ma è la prima volta che affronta invece il tema della dismorfofobia raccontando la storia di una giovane ballerina di danza classica che combatte con il proprio riflesso allo specchio, superando incertezze e insicurezze attraverso la sua grazia e il suo potere.

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Nel corto, già disponibile su Disney+, Bianca ha 13 anni e il sogno della danza classica.

Nel corto vediamo Bianca ballare davanti a uno specchio a scuola di danza, e sentiamo l'insegnante dire "pancia dentro, collo lungo", mentre lo sguardo di Bianca cambia e la fiducia in se stessa crolla completamente, tanto che lo stesso inizia a sgretolarsi e a inghiottirla.

Nel pieno di questa lotta contro lo specchio e contro il suo corpo, Bianca si ricorda però di quanto la danza sia la sua passione e ricomincia a sorridere

Bianca lascia andare così le sue insicurezze sul suo corpo e inizia a muoversi con grazia come un'abile ballerina - quale appunto è - e lo specchio non sarà più una minaccia. Continuerà così con ambizione a raggiungere i suoi sogni.

Ma cosa significa dismorfofobia? Secondo Wikipedia, il disturbo da dismorfismo corporeo, meglio conosciuto come dismorfofobia, è un disturbo psichiatrico definito come un'eccessiva preoccupazione per un difetto fisico non presente o solo leggermente osservabile dagli altri

Fortunatamente la protagonista del corto riesce poi a superare i suoi sentimenti negativi e i suoi presunti difetti e a ballare felicemente in libertà. 

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Sicuramente, questo corto rappresenta un passo ulteriore verso l'eliminazione di ogni barriera e pregiudizio per far capire, soprattutto ai più giovani, che non esistono corpi giusti o sbagliati, e che tutti meritiamo amore da noi stessi e dagli altri.

Questo non significa associare la felicità al proprio corpo, ma vivere più tranquillamente il rapporto con se stessi. Dunque, invece che forzare l'accettazione e l'amore di ogni corpo, bisognerebbe smettere radicalmente di farne un problema e ascoltare solo se stessi e i propri sogni

Sicuramente un concetto più facile a dirsi che a farsi, ma forse sognando attraverso un corto Disney riusciamo ad amarci di più e a vivere serenamente il rapporto con noi stessi perché, come la stessa Hillary Bradfield afferma:

alle volte si attraversa il buio per arrivare al posto giusto, e ciò rende quel posto ancor più bello

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