Riscaldamento globale: la NASA ha mappato i luoghi del mondo che diventeranno inabitabili

Altro che navicelle: dallo spazio atterrano novità agghiaccianti. La NASA ha da poco pubblicato una mappa che mostra in quali zone il riscaldamento globale sta correndo più veloce. Tra i prossimi trenta o cinquanta anni questi luoghi diventeranno inabitabili, e tra essi c’è anche l’Italia. Vediamo perché

Nel recente studio pubblicato dalla NASA (che trovate qui), gli scienziati si sono basati sull’indice “wet bulb”, ritenuto il più completo e affidabile. Ma andiamo per gradi.

Le previsioni meteo utilizzano diversi strumenti per valutare il potenziale stress termico a cui siamo sottoposti. Questi indici possono essere, ad esempio, il livello di temperatura e di umidità. Un parametro particolarmente interessante è l’"heat index”, che misura come viene percepita dal nostro corpo la temperatura quando si tiene conto del fattore umidità. Tuttavia, i vari Paesi usano diverse versioni del parametro che risulta, di conseguenza, piuttosto soggettivo. Gli scienziati di conseguenza guardano con sempre più interesse un altro indice di misurazione: il “wet-bulb temperature”.

Esso indica la temperatura più bassa che un oggetto può raggiungere quando l’umidità evapora. Più basso è l’indice e più facile è il raffreddamento. Quindi nel caso dell’essere umano, possiamo dire che misura come i nostri corpi possono raffreddarsi tramite sudorazione, quando è caldo ed umido allo stesso tempo.

Secondo Colin Raymond, uno scienziato della Nasa che lavora nei laboratori della California del Sud, il valore massimo di wet-bulb a cui possiamo sopravvivere è di trentacinque gradi per sei ore

Dal 2005, sono state registrate temperature superiori a 35 gradi per piccoli periodi di tempo in Pakistan e nel Golfo Persico; tuttavia, questi episodi appaiono sempre più frequentemente.

Il problema è che più fa caldo, più i nostri corpi risultano affaticati e più abbiamo bisogno di sudare per abbassare la temperatura. Purtroppo però, quando anche l’umidità è alta, ecco che il sudore evapora più lentamente. Ciò accade perché l’aria ha meno capacità di trattenere ulteriore umidità.

Per capire meglio questo concetto, l’articolo porta l’esempio della sensazione che si prova uscendo dalla doccia: se la stanza è calda e umida, è difficile sentire freddo, mentre se la stanza è fredda, l’acqua evapora più velocemente e sentiamo la necessità di coprirci. È proprio questo parametro che il wet-bulb va a misurare

Finchè il parametro resta sotto la temperatura del corpo, come accadde solitamente, siamo in grado di sudare e abbassare la temperatura interna. Di solito, infatti, la Terra non supera un wet-bulb di 25 -27 gradi, stabilizzandosi quindi 5 o 10 gradi sotto la temperatura umana. Quando al contrario questo valore si avvicina pericolosamente ai 35 gradi, perdiamo la capacità di raffreddarci e si finisce per affaticare il cuore, così come diversi altri organi. I risultati possono essere letali, non si può sopravvivere a lungo.

L’indice wet-bulb rilevato dai satelliti della NASA ci restituisce dati importantissimi. Secondo questi modelli, le aree in cui sarà molto difficile abitare nel 2050 sono l’Asia del Sud ma anche i paesi che si affacciano sul Mar Rosso come Egitto, Yemen, Arabia Saudita. Dalla cartina pubblicata sul sito della NASA (qui) si evince che una forte pressione sarà esercitata anche nel sud dell’Europa e nel bacino del Mediterraneo. Al gruppo, nel 2070 si aggiungeranno anche la Cina dell’est, il Sudest Asiatico e il Brasile.


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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