Sicurezza alimentare a rischio a causa del riscaldamento globale

Negli ultimi giorni vari eventi hanno costellato le pagine dei principali giornali a livello mondiale. La maggior parte riguardano la crisi climatica. Dall’incontro presso la FAO (Food and Agriculture Organization) per discutere di crisi alimentare fino agli appelli del Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres, passando alle ultime notizie sul Mediterraneo, gli occhi del mondo sono sempre più concentrati su come cambieranno le nostre vite in virtù del riscaldamento globale

A Roma, dal 24 al 26 luglio si è tenuto il secondo Summit delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari presso l’headquarter della FAO. La sicurezza alimentare è messa a dura prova dal cambiamento climatico e dalla pandemia. Secondo una stima dello stesso organo, ad oggi sono 3,1 miliardi le persone che non possono permettersi una dieta equilibrata e purtroppo il numero è destinato ad aumentare. L’Italia ha giocato il ruolo di nazione ospite, organizzatrice e promotrice dell’evento. L’incontro ha avuto come obiettivo quello di fornire l’opportunità ai Paesi di riferire i loro progressi nel raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030, in particolare quelli legati a cibo, nutrizione e acqua.

Da New York il capo delle Nazioni Unite, Antonio Guterres fa da eco agli scienziati che in Europa non smettono di dichiarare nuovi record di temperature. Il Segretario Generale ha chiaramente spiegato ciò che tutti sappiamo ma nessuno si vuole sentir dire: “è arrivata l’era dell’ebollizione globale ed è finita quella del riscaldamento globale. Il cambiamento climatico è qui. È terrificante. Ed è solo l’inizio. Bambini spazzati via dalle piogge monsoniche, famiglie in fuga dalle fiamme e lavoratori che crollano sotto il caldo torrido. Possiamo fermare il peggio ma per farlo dobbiamo trasformare un anno di calore ardente in un anno di ambizione ardente”, ha dichiarato.

Tutto ciò trova come comune denominatore i recenti studi degli scienziati dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) e del Servizio sui Cambiamenti Climatici Copernicus. I dati mostrano che fino a ora, il mese luglio ha visto il periodo di 3 settimane più caldo mai registrato e i 3 giorni più caldi di sempre.

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Di pari passo, forse per la prima volta, si fanno largo le notizie che riguardano il Mediterraneo ma anche l’Oceano. Anche qui, le temperature sono ai livelli più alti mai registrati prendendo un set di dati di 173 anni. Chris Hewitt, direttore dei servizi climatici dell’OMM ha sottolineato che dal 2015 il trend è sempre stato in aumento, in particolare, nell’ultimo periodo, nonostante il fenomeno di raffreddamento di La Nina.

Di fronte a queste notizie, le ennesime pessime, Guterres ha cercato di far capire l’importanza di produrre tabelle di marcia chiare e credibili da parte dei Paesi sviluppati per raddoppiare i finanziamenti destinati all’adattamento climatico entro il 2025, ma anche a perseguire la promessa dei 100 miliardi all’anno per il sostegno ai Paesi in via di sviluppo e l’assoluta necessità di mettere a punto sistemi di allerta precoce in caso di eventi atmosferici estremi.

“Niente più ritardi o scuse”, così ha concluso il Segretario e così anche noi oggi decidiamo di concludere il nostro appuntamento settimanale con le notizie sul cambiamento climatico, aggiungendo che le nostre azioni contano sempre. Inoltre, fare delle lunghe passeggiate nella natura molto spesso aiuta a sentirsi meno oppressi dal senso di inadeguatezza di fronte a tanta ingiustizia e forse anche a riprendere la speranza che possiamo ancora farcela.


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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