Progetti virtuosi: Takeve, il primo delivery al femminile etico e sostenibile


Una piattaforma di consegne a domicilio nata per rigenerare il settore del delivery – dove spesso i lavoratori non sono adeguatamente tutelati – e per creare nuovi posti di lavoro per le donne, le più colpite dalla crisi post-pandemica: stiamo parlando di Takeve. Abbiamo intervistato la sua fondatrice, Evelyn Isabel Pereira
 

Nei mesi più duri della pandemia, durante il primo lockdown, li chiamavano “angeli della notte”: tra le strade deserte delle città, a sfrecciare sulle loro bici c’erano soltando loro, i riders. Lavoratori spesso senza contratto, pagati pochi euro a consegna, che ogni giorno sfidano il tempo per recapitare in orario cibo, provviste e non solo. Sulla carta liberi professionisti, nella realtà schiavi.

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Un fenomeno - esploso proprio negli ultimi anni - che ha portato a proteste da parte dei lavoratori e a una conseguente parziale introduzione di tutele attraverso la Legge 128/2019, che stabilisce come “i riders non possano essere retribuiti in base alle consegne effettuate, ma che dovrà essere loro garantito un compenso minimo orario parametrato ai minimi tabellari stabiliti da contratti collettivi nazionali di settori affini o equivalenti”.

Ad aver creato un’alternativa a questo modello di business è Takeve, il primo delivery che impiega una squadra di riders donne, garantendo tutele e contratti di lavoro regolari, oltre che un servizio di qualità

Lanciato nel novembre 2021, Takeve per ora è attivo a Roma coinvolgendo circa 40 ristoranti e negozi di quartiere, da cui è possibile ordinare cibo e non solo scaricando la app Takeve. A maggio è prevista l'attivazione del servizio anche a Milano, e a ottobre seguirà l'inaugurazione a Madrid e a Barcellona. A ogni ordine, poi, Takeve devolve parte del ricavato a due associazioni: Telefono Rosa e Fondazione Heal.

Le consegne - tutte contact-free sia per questioni sanitarie che di sicurezza - vengono effettuate con mezzi sostenibili e vengono promosse campagne no waste per non sprecare il cibo invenduto a fine giornata, con offerte personalizzate last-minute. La squadra di riders è formata da mamme, studentesse e ragazze che vogliono conciliare un lavoro sicuro con gli impegni quotidiani.

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Un progetto ad alto impatto sociale che mira a generare un circolo virtuoso nel settore delle consegne a domicilio, sollecitando la consapevolezza in chi utilizza questi servizi. Perché sapere che quando ordiniamo la cena stiamo facendo anche del bene può fare una grande differenza.

Lo scorso 8 marzo, Evelyn Isabel Pereira, ideatrice e fondatrice di Takeve, è stata invitata a parlare davanti al Presidente della Repubblica, presentando la sua visione del lavoro e dell'empowernment femminile.

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Abbiamo fatto una chiacchierata con lei.

Qual è il tuo background e com’è nata l’idea di dare il via a questo progetto?

Ho 29 anni, sono originaria del Perù ma vivo a Roma da sei anni, dove sono diventata mamma di due bimbi. Da sempre lavoro nel sociale e nel volontariato: in Perù mi occupavo di sviluppo territoriale e di progetti di cooperazione internazionale. In passato ho partecipato a molte fiere internazionali, da qui l’idea di trasferirmi in Italia. Dopo la nascita della mia seconda figlia, poco prima della pandemia, ho vissuto in prima persona la crisi della ristorazione attraverso i miei suoceri, che hanno un ristorante da molti anni. Mi sono così avvicinata al mondo dei delivery, un settore che a mio parere andrebbe completamente ripensato e che non presenta le tutele necessarie per i lavoratori.

Vedendo tante amiche e mamme che perdevano il lavoro, ho pensato di unire i puntini: il delivery è un settore presidiato da big players e da lavoratori uomini

Da qui ho iniziato a studiare la fattibilità del progetto e ho deciso di creare questa azienda, lanciando una lotta contro i vecchi modelli di business, destinati a morire come dimostra il caso della Spagna, che ha fatto infuriare le grandi aziende di delivery dopo la modifica allo Statuto del Lavoratori che ora considera i riders dipendenti a tutti gli effetti. Insieme a me c'è Francesca Zanotto, che è diventata partner di Takeve e business developer.

A sinistra, Francesca Zanotto, a destra Evelyn Isabel Pereira
A sinistra, Francesca Zanotto, a destra Evelyn Isabel Pereira

A chi vi chiede: "Come mai solo donne?", cosa rispondete?

Le donne sono state le più colpite dalla pandemia, e secondo i dati Istat il 98% di chi ha perso il lavoro a causa del Covid è donna. Noi abbiamo deciso di puntare a ridurre il gap di genere presente nel settore del delivery, incentivando le donne a intraprendere questo lavoro flessibile e proficuo offrendo loro una posizione lavorativa sicura e tutte le tutele che possono aiutarle a svolgere il lavoro in completa sicurezza. Tutte le nostre riders sono dotate dispositivi di sicurezza, caschi, divisa e biciclette, oltre a un pulsante di richiesta d'aiuto sulla app. Tutto offerto dall'azienda. Il nostro obiettivo è quello di promuovere l’occupazione femminile in un settore in crescita, ascoltando le esigenze dei consumatori, delle aziende e dell’ambiente a 360 gradi.

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Ma è davvero possibile competere con i big players del settore?

Non si tratta di una competizione, ma di un approccio diametralmente diverso. Takeve non fa a gara a chi consegna nel minor tempo possibile e non fa la guerra dei prezzi: offriamo degli sconti sul prezzo della consegna tramite le nostre newsletter, ma sai cosa succede? Che spesso non vengono appositamente utilizzati. Quando chiediamo il perché, ci viene risposto che va bene così, che non c'era bisogno di approfittare dello sconto.

Chi acquista tramite Takeve lo fa per supportare un progetto che fa del bene, è come se stesse acquistando un'idea di un mondo migliore

Chi utilizza i servizi di delivery sembra essere dunque più consapevole.

Esattamente, ed è quello che riscontriamo. Stiamo spiegando ai consumatori che il mondo delle consegne a domicilio va riformato, che la dignità e la tutela dei lavoratori devono venire prima di qualsiasi cosa. Non è facile, ci stiamo provando. Inoltre, a ogni consegna devolviamo parte del ricavato a due onlus: Telefono Rosa, che aiuta le donne vittime di violenza e di maltrattamenti, e Fondazione Heal, che sostiene la ricerca contro i tumori cerebrali infantili. Il cliente dopo l’ordine può scegliere la onlus a cui devolvere il ricavato.

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Oltre alla ristorazione, Takeve sostiene anche i piccoli negozianti. Un'altra categoria che ha subito pesantemente i contraccolpi del boom degli e-commerce.

Sì, oltre ad aver creato un servizio sostenibile sia per i ristoratori (con commissioni più basse rispetto ai big players) sia per i clienti, che ricevono una consegna di qualità, abbiamo anche pensato di coinvolgere i piccoli commercianti, allargando il delivery ai prodotti extra-food per sostenere lo shopping di vicinato. Stiamo fornendo ai commercianti una soluzione che consenta loro di consegnare in 30-40 minuti, per un servizio ancora più veloce dei grandi e-commerce, per valorizzare i piccoli negozi di quartiere.

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Ora siete a Roma, ma presto arriverete anche a Milano e addirittura in Spagna.

A Roma siamo attive con oltre 40 ristoranti e negozi, e a maggio sbarcheremo a Milano. Siamo in piena espansione e per questo abbiamo deciso di diffonderci anche a livello europeo, soprattutto in Spagna, dove a causa del cambio della normativa sulla tutela dei lavoratori molte grandi aziende hanno lasciato il Paese. Ma dopo la Spagna prevediamo di allargarci anche in altre città italiane.

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