Ultima Generazione: “non vogliamo piacere a tutti, ma far riflettere sulla crisi ambientale”

Ecoteppisti, terroristi, talebani del clima: sul web e sui principali quotidiani, i soprannomi per gli attivisti di Ultima Generazione si sprecano. Un approccio ostinatamente cieco agli argomenti che portano sul tavolo. Perché se non lo fermiamo in tempo, il crollo ambientale causerà profonde crisi sociali e politiche, e tutto ciò che oggi consideriamo scontato – acqua e cibo in primis – non sarà più tale. Abbiamo fatto una chiacchierata con una portavoce del movimento, Delfina, per provare a capire come smuovere animi e coscienze

Basta digitare “Ultima Generazione” sulla barra di Google per comprendere quanto odio e scherno suscitino le azioni di Ultima Generazione. Eppure, la vernice lavabile con cui hanno imbrattato alcuni monumenti, così come il carbone vegetale versato nella Fontana di Trevi, non hanno provocato danni. Solo disturbo. Già, il disturbo. Secondo il dizionario Treccani, nel linguaggio scientifico e tecnico il disturbo è una “perturbazione del normale andamento di un fenomeno, del regolare funzionamento di un dispositivo o di una macchina”.

Le azioni di Ultima Generazione mirano a far inceppare quella macchina che ci ha portato a essere ciechi e sordi al grido d’aiuto della Terra, e che ci porta oggi a leggere con superficialità, quasi fastidio, l’attivismo vero, disobbediente

Tutti bravi a definirsi attivisti sui social, ma chi ha il coraggio di incatenarsi nudi in una strada bloccando il traffico, di versarsi del fango addosso in un’azione dimostrativa o di lanciare della vernice su un monumento, rischiando una denuncia per vandalismo? Per questi e tanti altri motivi, l’attivismo di Ultima Generazione va non solo rispettato, ma anche supportato.

L'azione di UG alla Fontana di Trevi
L'azione di UG alla Fontana di Trevi

Delfina, ci racconti com’è nato il movimento? Da quanto ne fai parte?

Ne faccio parte fin dalla sua fondazione nel 2021 e sono attiva anche in Extinction Rebellion, movimento da cui è scaturita Ultima Generazione. UG nasce come un movimento di persone realmente preoccupate dell’inazione dei governi – di tutti i colori politici - nel rispettare gli impegni presi durante i trattati internazionali - come il Trattato di Parigi - a tutela dell’ambiente. Si tratta di promesse e accordi continuamente infranti che porteranno nel medio termine a scompensi sociali e politici dettati da crisi idriche e carenza di cibo. Questo non lo dico io, ma la scienza. Perché rimanere con la consapevolezza che stiamo andando incontro a tutto questo senza fare nulla per invertire la rotta?

Come prova Ultima Generazione a invertire questa rotta?

Ultima Generazione vuole diffondere il messaggio che possiamo ribellarci alla sensazione di impotenza che proviamo di fronte all’inazione politica. Se lo vogliamo possiamo riprendere il potere e il controllo della nostra vita. Per farlo ci siamo chiesti cosa, storicamente, abbia creato cambiamenti importanti nella nostra società. Pensiamo al divorzio, o all'aborto. Ebbene, sono state le manifestazioni, le azioni non violente, la partecipazione attiva delle persone. Organizziamo azioni talmente dirompenti e fastidiose da non poter essere ignorate. Ci rifacciamo a quello che storicamente ha funzionato di più. Raccolte firme e petizioni non funzionano: c’è bisogno di agire, ora. E se ci organizziamo collettivamente, è possibile fare pressione affinché cambi qualcosa più in alto di noi.

L'azione di UG a Roma
L'azione di UG a Roma

Le vostre azioni sono spesso aspramente criticate. Imbrattare monumenti radicati all’identità italiana, oppure bloccare la strada a chi sta andando al lavoro possono suscitare un comprensibile risentimento. Cosa rispondete a chi vi rivolge critiche e offese?

In tanti ci chiamano terroristi. A loro diciamo: e chi sta minando le condizioni per la sopravvivenza del genere umano, cos’è? Oggi siamo ancora in pochi, ma quello che facciamo è sulla bocca di tutti.

È proprio questo il senso delle nostre azioni: far parlare di ciò che facciamo

Alcune persone non hanno né lo spazio né il tempo per riflettere sul cambiamento climatico. Noi costringiamo le persone a prendere coscienza del tracollo climatico. Vogliamo scoppiare le bolle, aprire le nicchie, portare il dibattito sulle tavole di tutti, in tutta Italia. Purtroppo, le persone vedranno presto sulla propria pelle gli effetti della crisi ambientale: lo abbiamo già visto in Emilia Romagna. Sono molto spaventata:

si stima che entro il 2030 il 47% della popolazione mondiale non avrà accesso all’acqua. È uno scenario più che preoccupante: è terrorizzante

In che modo organizzate le vostre azioni?

Dietro ogni azione c’è tantissimo impegno e lavoro, soprattutto un lavoro su noi stessi. Abbracciare la non violenza significa anche saper rimanere impassibili quando riceviamo insulti, minacce e anche atti violenti. Come si può stare nel conflitto senza esserne parte? È quello che ci chiediamo. Facciamo tante simulazioni per abituarci a tollerare, a non reagire. Con una consapevolezza: non siamo qui per piacere a tutti, siamo qui per far riflettere e invitare all’azione.

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