Chayn, la piattaforma femminista che aiuta a difendersi dalla violenza digitale di genere

Complice la presenza sempre più integrata della tecnologia nelle nostre vite, la violenza contro le donne passa anche attraverso la rete. Non sempre è facile riconoscerla, e non sempre è facile difendersi. Ma nel nostro Paese una realtà femminista si è specializzata proprio in questo: Chayn Italia. Conosciamola meglio

Si è abituati a pensare alla violenza di genere come qualcosa che si manifesta in modo materiale, con percosse o anche con frasi e comportamenti che configurano la violenza psicologica. In un’epoca iperconnessa e iperdigitalizzata, però, la violenza contro le donne prende forma anche online e attraverso la rete, ed è un universo talmente vasto e variegato da rendere difficile la reale portata del fenomeno.

Cos'è la violenza digitale di genere

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Se con il revenge porn - ovvero la diffusione non consensuale, da parte di partner o ex partner, di immagini appartenenti alla sfera intima e sessuale - si è iniziato a discutere in modo più approfondito dei modi in cui online si può perpetrare violenza ai danni delle donne, la violenza digitale si manifesta in realtà in decine di altri modi: si va dall’hate speech, parole d’odio rivolte alle donne tramite social, siti o chat, alle attenzione indesiderate che si trasformano in vere e proprie persecuzioni, dal cyberbullismo all’invio forzato di foto pornografiche. A questo si aggiungono gli strumenti digitali che spesso vengono utilizzati da partner o ex partner violenti per controllare e vessare anche da remoto.

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Nel corso della propria vita, secondo l’Istituto nazionale di statistica, il 6,8% delle donne ha avuto proposte inappropriate o commenti osceni o maligni attraverso i social network, e all’1,5% è capitato che qualcuno si sia finto qualcun altro per inviare messaggi imbarazzanti, minacciosi o offensivi verso altre persone. La diffusione delle molestie che avvengono tramite la rete è in aumento, coerentemente con il maggiore uso dei social network negli anni più recenti, e più del 44% delle molestie sui social si è ripetuto più volte nel caso di vittime donne.

Amnesty International nel 2020 ha inoltre stilato uno specifico rapporto, "Il barometro dell’odio 2020 - Sessismo da tastiera", da cui è emerso che su Twitter più di 1 tweet su 10 (14%) è offensivo, discriminatorio o hate speech. Guardando ai soli casi di hate speech, se ne trovano quasi 1 su 100 (0,7%). Il 25,6% dei commenti offensivi e discriminatori riguarda in particolare il tema donne e i diritti di genere; il 23,2% sono messaggi sessisti.

Secondo un rapporto pubblicato da Women’s Aid, il 45% delle vittime di violenza domestica ha subito una qualche forma di abuso online, mentre il 48% è stato oggetto di molestie o abusi online dopo la fine di una relazione. Nel 2019 è stato rilevato un aumento mondiale del 67% annuo dell’utilizzo di programmi di monitoraggio su dispositivi mobili, e i Paesi europei in cui questo fenomeno è più diffuso sono Germania, Italia e Francia.

Chayn Italia e l'impegno a fornire strumenti per combattere la violenza digitale

Proprio su quest’ultimo aspetto della violenza digitale si è concentrata Chayn, piattaforma femminista nata nel 2015 per contrastare la violenza di genere attraverso strumenti digitali e pratiche collaborative.

Chayn Italia è nata su iniziativa di un gruppo di attiviste e professioniste unite dall’obiettivo di costruire strumenti di contrasto alla violenza di genere utilizzando tecnologie open source con un approccio femminista

A marzo 2016 è stata lanciata la piattaforma strumenticontrolaviolenza.org, dove le donne che vivono relazioni violente possono trovare strumenti, informazioni e supporto specifici.

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Della rete di Chayn hanno fatto parte nel corso degli anni oltre 300 attiviste tra ricercatrici, progettiste, operatrici di centri anti violenza, insegnanti, avvocate, grafiche, psicologhe, facilitatrici, sviluppatrici web, UX designers, esperte di comunicazione e illustratrici, tutte unite dal comune obiettivo di sfruttare gli strumenti tecnologici per combattere la violenza di genere e dal sensibilizzare sui pericoli e le insidie che si possono annidare online.

La guida per sentirsi più sicure online

Consapevoli che molto spesso alle donne mancano gli strumenti pratici per uscire da situazioni di violenza, le attiviste di Chayn hanno messo a punto una guida finalizzata a fornire consigli per sentirsi più sicure in Rete e proteggersi, e che spiega come migliorare la propria privacy sui social media, come proteggere il proprio browser, come creare password più sicure e come promuovere un uso più consapevole delle possibilità offerte dal web.

La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nel contrastare la violenza sulle donne e fare rete, ma spesso può costituire un’arma a doppio taglio

- spiegano da Chayn - Molte donne, infatti, si sentono vulnerabili su internet e spesso hanno paura che chi le minaccia possa tracciare le loro attività in rete o scoprire dove si trovano, senza contare i tanti abusi che si possono subire online: foto pubblicate senza il proprio consenso, intrusioni nei propri account, pedinamenti utilizzando la geolocalizzazione di Facebook».

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La guida è stata scritta con l’intento di aiutare le donne che si trovano in una situazione di violenza domestica o che subiscono stalking. Creata con l’aiuto di donne provenienti da tutto il mondo che sono riuscite a uscire da situazioni del genere, ha l'obiettivo di fornire gli strumenti e le conoscenze necessarie alle donne per minimizzare il rischio che chi ha abusato di loro possa continuare a pedinarle online anche quando queste hanno lasciato l’ambiente domestico in cui hanno subito gli abusi. Contiene però suggerimenti e consigli utili a livello generale e universale per tutelarsi online.

Uno dei focus è sui social network e sul loro utilizzo responsabile: «Piattaforme come Facebook, per il modo in cui sono strutturate, rendono vulnerabile la privacy, perché permettono di ricostruire informazioni e quindi di pedinare, seguendo la cronologia degli amici», spiegano da Chayn, fornendo suggerimenti come fare log out dal profilo sui social media dopo ogni visita, installare un’estensione del browser che blocchi chi cerca di tracciare e che migliori la privacy, non condividere sui social contenuti che potrebbero fornire informazioni personali anche non scontate.

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