Arianna Fontana, l’Oro olimpico e quegli uomini tossici che hanno provato a fermarla
Una donna e una leggenda: Arianna Fontana è entrata nella storia, conquistando la sua (meritata) rivincita, dopo un periodo difficile, segnato da uomini che hanno tentato in tutti i modi di fermala. Ma lei, carattere di ferro e determinazione, ce l’ha fatta, superando paure e ostacoli.
Un’atleta tostissima
31 anni e grande grinta, Arianna Fontana ha dimostrato nei giochi di Pechino di essere la più forte al mondo nella sua disciplina. Il suo passato d’altronde è costellato di successo, ma anche di difficoltà da cui lei, con la consueta forza, è riuscita a uscire. Era il 2006 quando, ad appena 15 anni, diventò a Torino l’atleta italiana più giovane a conquistare il podio nei Giochi invernali. Quella ottenuta a Pechino è la sua decima medaglia olimpica. Un oro nello Short Track che sa di fatica, dedizione e sudore. Ma soprattutto di rivincita verso chi voleva costringerla a mollare.
La polemica con la Federazione
Arianna infatti non ha mai nascosto, in passato come oggi, di voler puntare sul marito Anthony Lobello come allenatore e preparatore. Una scelta in contrasto con la Federazione che, come ha raccontato la Fontana, avrebbe fatto di tutto per allontanarla. Per questo Arianna aveva scelto di trasferirsi a Budapest per gli allenamenti, lasciando l’Italia perché non si sentiva più compresa e supportata.
Gli uomini che hanno provato a fermarla
A ricordare quei momenti complicati e durissimi è stata proprio l’atleta dopo aver tagliato il traguardo davanti alla canadese Kim Boutin e all’olandese Suzanne Schulting. “Io ed il mio coach ne abbiamo passate tante, molte situazioni difficili – ha raccontato -. C’erano persone che non ci volevano qui e questo non ha aiutato affatto. Hanno provato a non farci venire qui, trovando un modo per farci male. Noi però siamo stati capaci di andare avanti comunque”.
La Fontana ha svelato come i colleghi maschi avrebbero tentato di farla cadere più volte sul ghiaccio. “La prima stagione dopo Pyeongchang ci sono stati atleti maschi che mi bersagliavano sul ghiaccio, facendomi cadere e provando ad attaccarmi ogni volta che ne avevano l’occasione – ha svelato -. Non era sicuro per me in quel momento allenarmi con il team in Italia. Questo è uno dei motivi per cui me ne sono andata in Ungheria”.
“La Federazione non ha supportato molto le mie scelte – ha aggiunto -, specialmente quella di avere mio marito Anthony Lobello come coach. Lui mi ha aiutato a vincere l’oro in Corea ed in quella fase erano molto felici. Non so perché abbiano cambiato idea. A conti fatti comunque la mia è stata la decisione migliore, perché ho vinto un altro oro oggi nei 500”.
L’amore per il marito e il coraggio
Dopo la vittoria, Arianna Fontana si è lasciata andare a un urlo di liberazione. Accanto a lei Anthony Lobello, ex pattinatore e uomo della sua vita. I due si sono conosciuti nel 2006 e da allora non si sono più lasciati. "Io, il mio allenatore e la mia famiglia abbiamo dovuto faticare tanto in questi anni – ha confessato l’atleta -. La medaglia è per loro. Di solito non urlo, sono pacata, però questa volta ho esultato così. Dietro questa medaglia d’oro c’è tanto lavoro, sudore, lacrime, adesso sono più tranquilla".
L’amore con Anthony, nato sul ghiaccio, è sempre stato fortissimo. Quattro anni dopo le nozze, nel 2018, la coppia ha vissuto un momento durissimo. I rapporti con la Federazione al termine dei Giochi di Corea si sono incrinati. Arianna si è presa una pausa, volando negli Stati Uniti, ma quando è tornata in Italia per allenarsi con la squadra azzurra nulla è stato semplice.
"Il rientro non è stato facile, gelosie, invidie, allenatori e compagni di squadra con pregiudizi che mi hanno fatto soffrire in quella stagione – ha ricordato -. Questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto a trovare un'altra sede: l'Ungheria, dove ci siamo trasferiti, con nuovi pattinatori e metodi di allenamento".
Sempre al suo fianco, Anthony è stato la forza e il sostegno di Arianna. Quando dopo la prima partenza è caduta, lui le ha cambiato le lame. Dopo la nuova partenza la Fontana ha effettuato il sorpasso che le ha regalato la vittoria e l’oro olimpico. "Prima di partire per Pechino sono andata da Anthony e gli ho detto: ‘Grazie, dopo tutto quel che abbiamo passato e subito sei riuscito a mantenere il sangue freddo. Quel che abbiamo raggiunto è incredibile' – ha raccontato -. Più di così non si poteva fare. Se le altre mi battono, brave loro. Anthony ha una cura dei dettagli pazzesca, qualsiasi cosa la studia 20 volte prima di farla, è lui che si occupa delle mie lame". Un amore nato sul ghiaccio a cui il ghiaccio ha dato tanto.