Associazione Selene: uno spazio fisico e virtuale per tutelare la salute delle donne
Attraverso Instagram, le quattro ostetriche fondatrici ed esperte in riabilitazione del pavimento pelvico – Giulia Ariani, Camilli Caterina Camilli, Federica Cocuzzoli e Beatrice Papisca – sono determinate a fare informazione sulla salute collettiva, distruggendo i falsi miti e guidando le persone verso la consapevolezza del proprio corpo.
Visti i tanti tabù riguardanti la salute femminile, l’intervento dell’Associazione parte proprio dall’attività di informazione. Oggi, i social sono uno strumento di presentazione potentissimo: su Instagram, Selene offre contenuti fruibili, chiari e mai banali:
Questo ci permette non solo di far arrivare a più persone possibili le corrette informazioni, scopo principale della nostra Associazione e delle nostre attività, ma anche di far conoscere i nostri servizi e il nostro modo di lavorare, la nostra etica, per permettere alle persone di sceglierci consapevolmente
Dietro il duro lavoro di queste quattro ostetriche, infatti, c’è un sistema di valori condiviso e solido.
«Inoltre, i social ci permettono di conoscere le altre realtà intorno a noi, ma anche lontane, per creare collaborazioni ed una rete di professionist*, fondamentale per la salute» spiegano.
Proprio su Instagram, Selene ha avviato una collaborazione con Hale Community, che si occupa di abbattere i tabù riguardanti le disfunzioni del pavimento pelvico o sessuali. Con loro realizzano un video al mese in cui parlare di salute femminile.
«Hale è un’incredibile community che con un modo semplice, fresco e alla portata di tutti, tratta temi importanti come quello del dolore pelvico cronico. Ciò che ci avvicina a Hale è il rispetto e la tutela della persona e del suo dolore o disagio, prima di tutto credendo a ciò che dice: sembra scontato ma non lo è affatto, anche perché queste patologie spesso non hanno segni visibili sulla cute».
«In secondo luogo, facciamo informazione e creando una rete di supporto e di scambio tra persone che condividono le stesse problematiche. Hale, inoltre, ci permette di entrare in contatto con tantissime donne che soffrono di dolore pelvico cronico, ma anche di altre patologie/disturbi, di conoscere i loro dubbi, le domande più frequenti, mentre noi cerchiamo, per quanto possibile a distanza, di aiutare anche semplicemente con un consiglio, un suggerimento. Siamo entrambe realtà che nascono dal “basso”, persone che grazie al loro vissuto fanno nascere realtà con lo scopo di creare qualcosa di nuovo».
Spesso, è difficile persino interpretare i sintomi: le donne credono di avere semplicemente qualcosa che non va, e rinunciano alla possibilità di curarsi o stare meglio.
Assocazione Selene ci spiega: «Si ha molta difficoltà a parlare di temi come quello della salute intima, della sessualità, dei dolori durante i rapporti, soprattutto quando il problema ci riguarda in prima persona, per un senso di pudore, vergogna».
E succede, ancora troppo spesso purtroppo, che molti sintomi o disturbi vengano banalizzati, normalizzati con frasi come: “È normale alla tua età avere incontinenza urinaria”, “È normale dopo il parto avere dolore durante i rapporti” anche da figure professionali, personale medico o sanitario di cui ci fidiamo:
Molte donne arrivano da noi dopo anni di disturbi, fastidi, sofferenze, visite da svariati specialisti e sentendosi incomprese o sbagliate. Alcune volte rinunciano ai controlli e alle cure per diversi anni proprio per la paura di essere giudicate
«Per fortuna il lavoro dei social e la rete sempre più fitta di professionist* che ruotano intorno a questi temi, sta permettendo una maggior consapevolezza e presa di coscienza».
E di consapevolezza c’è tanto bisogno, perché le informazioni riguardo alla salute femminile sono difficilmente reperibili, oppure vanno corrette, selezionate e filtrate:
Non si sa a chi chiedere informazioni e molto spesso, quando si trova anche solo il coraggio di chiedere, si ricevono risposte superficiali e approssimative
«E diciamo coraggio perché molte patologie, come le “invisibili” cui abbiamo accennato, vengono ancora da molti associate alla pazzia, all’essere esagerate o in cerca di attenzioni, escludendo a priori il fatto che possa effettivamente esserci un’origine organica. Anche l’aspetto relativo all’empatia è molto spesso ancora carente: lo stato d’animo di chi soffre viene molto spesso sminuito, criticato o ignorato» raccontano le professioniste.
La normalizzazione del dolore femminile è ancora uno stigma molto presente nella nostra società, è proprio questo il momento in cui si inizia a parlarne un po’ di più e proprio per questo motivo c’è anche chi se ne approfitta strumentalizzando la salute femminile e utilizzandola per strategie di marketing
«Quello che stiamo cercando di fare è “contro-informazione”: dare degli spunti di riflessione dimostrando che cosa vuol dire fare informazione in modo etico e corretto e dare alle persone la possibilità di fare scelte di salute consapevole».
A volte i professionisti e professioniste trascurano l’aggiornamento, continuo e costante, a cui invece l’Associazione Selene attribuisce una importanza fondamentale.
Nell’ampio spettro del loro intervento, si occupano anche di correggere idee sbagliate, come quella per cui dopo i rapporti sessuali sarebbe opportuno fare pipì, o espressioni che potrebbero generare disagio, decidendo, per esempio, di parlare di labbra esterne e interne per quanto riguarda la vulva.
L’intento, infatti, è quello di creare spazi di confronto, scambio e sostegno: «Basta pensare ad alcune pubblicità, ad alcune scene e frasi di film o agli stessi porno, per rendersi conto che a volte vengono utilizzati termini e idee errate o stereotipi. Tutto ciò porta spesso a non sentirsi adeguat*, sbagliat*. Il nostro scopo é proprio quello di sfatare questi falsi miti, queste idee, per evitare che le persone si sentano così e per far sì che ogni persona conosca a fondo sé stessa, il proprio corpo, i propri bisogni, si accetti e sappia riconoscere se qualcosa non va».
E infatti, accoglienza, dialogo, etica e consapevolezza sono i valori fondanti di Associazione Selene.