Un carnevale inclusivo? Grazie all’adaptive fashion sì

Girandole di colori, sogni, principesse, draghi, maschere grottesche ed esilaranti, scherzi divertenti e sfilate. Sto parlando ovviamente del carnevale, festa spumeggiante tanto amata dai più piccini ma anche dagli adulti. L’incantesimo carnevalesco, infatti, regala sempre allegria, leggerezza e spensieratezza, doni che, soprattutto in questi ultimi tempi, desideriamo tutti un po’ di più. Ma si tratta di una festa che include tutti?

Nel giorno di carnevale si dà spazio all’immaginazione e si regala ai bambini la possibilità di viaggiare in un mondo magico fatto solo di realtà bellissime. Ed ecco che i più piccoli si mascherano dai loro supereroi preferiti, da principesse o dai cartoni animati del momento.

Ma è davvero così facile per tutti i bambini diventare supereroi o principesse per un giorno? Beh, purtroppo no, almeno per me non lo è stato. Vorrei condividere con voi la mia esperienza personale

La festa di carnevale per me è stata come una medaglia a due facce. Da un lato l’ho amata per tutta la gioia che riusciva a trasmettere e per i sorrisi incontrati in strada, dall’altra l’ho detestata.

Dico così perché in primo luogo tante volte il massimo che potevo fare era quello di salutare gli altri bambini mascherati dietro alla  finestra di casa mia perché ero malata o ero da poco uscita dall’ospedale o, peggio ancora, mi capitava di trascorrere questo giorno con le infermiere che indossavano dei buffi occhiali da vista e un nasino rosso da clown per farmi sorridere un po'.

Nei miei ricordi vive soprattutto questo lato della medaglia, anche perché ho trascorso i miei primi 12 anni di vita in ospedale a causa della mia disabilità che mi costringeva a ricoveri frequenti.

Ma se rovisto bene nella memoria riesco a trovare anche qualche festa di carnevale trascorsa lontano da dolori e sofferenze. Rammento però nitidamente la difficoltà di trovare un vestito di carnevale comodo e che non mi desse difficoltà in carrozzina.

Quello da principessa era troppo ingombrante e rischiavo di strapparlo nelle ruote della carrozzina, quello da Sailor Moon troppo corto e scomodo se seduta in sedia a rotelle.

Parliamoci chiaro e con sincerità: questo succedeva perché i costumi di carnevale sono scomodi un po' per tutti, e se pensiamo ai bambini che sono in carrozzina o hanno problemi di coordinazione motoria, diventa veramente un’impresa da supereroi trovare qualcosa di bello, comodo e funzionale.

Ricordo che un anno, forse un po' per disperazione e rassegnazione, mia madre mi vestì tutta di giallo e con voce dolce mi disse: "vedi, sei un sole!"

Nell’ingenuità di bambina, ovviamente, ci ho creduto e mi sentivo super luminosa, proprio come il sole. Mia mamma sapeva e sa sempre come farmi vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto.

Da pochi giorni, invece, ho scoperto una cosa grandiosa. Rubie’s, azienda produttrice di costumi e travestimenti per ogni occasione di festa, ha ideato una linea adaptive, pensata proprio per bambine e bambini con disabilità, che garantisce non solo una maggiore vestibilità, ma anche la possibilità di essere indossata comodamente da seduti, grazie ad alcuni dettagli specifici, come le aperture sul retro per permettere il passaggio dei diversi meccanismi di drenaggio, ricoperti a loro volta dal tessuto del costume. Insomma, si tratta di costumi davvero studiati ad hoc per essere facilmente indossati da tutti.

La linea di costumi adaptive di Rubie's

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702860 Capitan America Adaptive
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Ma cos’è l’adaptive fashion?  L’adaptive fashion è una tipologia di produzione di abbigliamento che rende più semplice il vestirsi e che si adegua alle necessità di chi ha limitazioni fisiche o percettive e sensoriali

Spesso è molto complicato dover indossare un abito qualsiasi, infilare una protesi in una manica stretta o abbottonarsi una camicia.

L’adaptive fashion può migliorare davvero la vita di molti e da oggi anche la vita di tanti bambini che supereroi non lo diventano indossando un semplice mantello ma che lo sono ogni giorno.

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