Celeste Gaia, che crea opere dai rifiuti degli imballaggi per celebrare il potere delle parole
Succede a volte di incontrare persone che sorridono con gli occhi. È uno di quei doni inaspettati della vita: ne siamo sempre meno abituati, e quando accade ci ricordiamo la bellezza di un sorriso vero. Celeste Gaia, senza tradire il suo nome, è una di quelle persone. In una spenta giornata autunnale, mi accoglie nel suo nuovo appartamento milanese. A dominare gli spazi è il colore: l’azzurro, per il tavolo e le sedie della zona giorno, il rosa salmone e il verde oliva in cucina, e tocchi multicolor nelle altre stanze. Mi mostra lo studio, dove nascono le opere del suo brand, Senzaquadro: cornici inscindibili dal quadro stesso dove è contenuta una frase concisa, scelta con attenzione e cura. Potente.
Ogni opera è realizzata a mano e nasce dal riutilizzo di scarti di packaging e imballaggi, come contenitori alimentari, scatole usate per il delivery o confezioni di mobili appena montati. Il processo di creazione è lungo e richiede in media una settimana di tempo o più, a seconda del tipo di finitura. Ci vogliono manualità, precisione e soprattutto pazienza. Tutte qualità che Celeste Gaia ha imparato a coltivare da sola, da autodidatta. «Ho iniziato il progetto di Senzaquadro durante il lockdown. Prima facevo tutt’altro, mi occupavo di marketing e comunicazione da freelance per alcune start up, ma ho sempre sentito una passione forte per l’arte, ho sempre amato dipingere a livello terapeutico e canto da quando sono bambina. Ho frequentato il Conservatorio e facevo parte del Coro delle voci bianche del Teatro alla Scala. Avrei voluto studiare poi arte in Accademia, ma a volte, la vita, ci porta verso strade diverse», spiega Celeste Gaia.
La laurea in Linguaggi dei Media all'Università Cattolica e il master di Fotografia allo IED la allontanano però solo per poco dalle sue passioni. «Appena prima dello scoppio della pandemia avevo subìto un intervento al polmone a causa di uno pneumotorace spontaneo, quindi ho vissuto le prime chiusure in convalescenza. Non soffrivo il fatto di non poter uscire, perché non avrei potuto farlo comunque, ma ho incominciato a mettere in discussione tutto. Il tempo si è fermato. Ho iniziato a riflettere sul fatto che in quel periodo tutti ordinavamo online, con la conseguenza di un surplus enorme di packaging da riciclare. Ho pensato di partire dai mille rifiuti che ogni giorno ci intasano. All’inizio volevo creare una tela con materiale di scarto, poi ho pensato a qualcosa che contenesse anche una cornice, un pezzo unico. L’ho chiamato Senzaquadro perché l’importante per me è il messaggio al centro», prosegue.
Da quel momento, Senzaquadro inizia a circolare nel mondo dell’arte e del design. «A fine 2020 l’ho presentato in zona 5Vie con una prima capsule collection. Poi nel 2021 ho realizzato un’installazione al Teatro Franco Parenti. Erano appena stati diffusi i dati della SIAE sulle perdite del settore dello spettacolo a causa della pandemia, così ho creato un’opera con quasi 2 kg di rifiuti e circa 77 biglietti di cinema, teatro, mostre e concerti. È stata installata nel foyer del teatro, sopra al pianoforte. Al centro dell’opera ho scritto: “valore affettivo inestimabile”, ovvero ciò che rappresenta l’arte per me. Le parole hanno un peso specifico importante, e Senzaquadro lo ricorda».
Sempre nel 2021, poi, Senzaquadro viene presentato al Fuorisalone nel contesto di Isola Design District, che porterà il progetto anche in Olanda, alla Dutch Design Week, e a Dubai. All'ultimo Fuorisalone poi, Celeste Gaia ha presentato - in collaborazione con RAJA Italia - il Senzaquadro N°137, un pezzo unico realizzato con circa 5 kg di rifiuti di imballaggi e packaging e da più di 1100 strappi di occhi presi da vecchie riviste. «A volte mi capita di non riuscire ancora a definirmi un’artista. Sento la paura del giudizio di chi ha avuto percorsi di vita più lineari. E invece ci sono vite che non si muovono su sentieri diritti, ma tortuosi, pieni di curve. Per me è così. Oggi però Senzaquadro è il mio alter ego, e solo quando creo riesco a staccarmi da me stessa, ad abbandonarmi completamente. Ogni creazione è unica e l’imperfezione è importantissima, ci ho messo anni per capire che è importante accettarla. Il claim di Senzaquadro è "Nell’imperfezione risiede la bellezza dei particolari". Cerco di tenerlo sempre a mente».
Oggi Senzaquadro sta crescendo senza sosta grazie a nuovi progetti e collaborazioni, come la partecipazione al catalogo 2023 di WallPepper®/Group con Ensamble, una carta da parati creata a partire da vecchie riviste. «È stato un progetto molto sfidante, che ha allargato ulteriormente gli orizzonti di Senzaquadro, che si muove tra arte e design in modo fluido. Ho così tante idee legate a collaborazioni e nuove opere che vorrei creare. Il problema è che poi le devo portare a termine tutte!», conclude.
Ultimo progetto di Senzaquadro è la collezione natalizia, acquistabile presso il pop up store di via Fiori Chiari 28 a Milano, organizzato da Appcycled e TA-DAAN e aperto fino al 23 dicembre.