Chi era Anna Morandi Manzolini, anatomista del ‘700 oscurata dai pregiudizi
È stata la prima che ha congiunto arti tanto dissimili e tanto difficili, ma del tutto adatte per non dire indispensabili a compiere lavori di tal genere: scultura ed anatomia. E le ha congiunte in modo da eccellere in ambedue
Così l’importante medico Luigi Galvani descrive Anna Morandi Manzolini, nell’orazione funebre a lei dedicata.
Anna Morandi Manzolini, infatti, ha dedicato la sua vita allo studio del corpo umano, tramite l’osservazione diretta dei cadaveri e la creazione in cera di modelli anatomici degli organi umani. I suoi modelli, oltre ad avere un grande pregio dal punto di vista artistico, sono stati molto importanti per lo studio e l’osservazione del corpo umano e l’innovazione della ricerca scientifica e medica.
Diventare una anatomista nel 1700
Nata a Bologna nel 1714, da una famiglia piuttosto umile, Anna Morandi Manzolini studia disegno e scultura nelle scuole degli artisti Monti e Pedretti. Qui, durante gli studi, conosce il futuro marito Giovanni Manzolini. Con lui inizia lo studio dell’anatomia e da subito sviluppa abilità e passione nella preparazione dei manufatti in cera che rappresentano parti del corpo umano.
L'utilizzo della cera a questo scopo, pratica iniziata in Europa nel 1660, era a quei tempi sempre più in voga. Infatti, risultava molto utile a scopi didattici e di ricerca. Questo era dovuto anche al fatto che l’accesso ai cadaveri per lo studio anatomico non era facile, anche per via delle restrizioni esercitate dalla Chiesa.
Studiare su modelli in cera era quindi più accessibile e inoltre vi era il vantaggio che queste opere potevano essere conservate facilmente, utilizzate più volte e consentivano un’osservazione più ravvicinata.
Morandi Manzolini diventa sempre più esperta in questa materia, tanto da superare il marito. Tutti riconoscevano la sua abilità, pur considerando bizzarro ed estraneo all’indole femminile stare in mezzo ai cadaveri e sezionarli come lei era solita fare
Infatti, all’epoca questa pratica era vietata alle donne e Morandi Manzolini poteva partecipare a questa attività solo in quanto moglie di Giovanni Manzolini.
VEDI ANCHE LifestyleLe 10 scienziate che hanno influenzato la storiaInfatti, dopo la morte del marito nel 1755, Morandi Manzolini non avrebbe potuto continuare la propria carriera da sola.
L’anatomista riesce a proseguire con il proprio lavoro perché chiede di intercedere per lei a papa Benedetto XIV, un pontefice illuminato che già aveva favorito altre studiose, come la matematica Gaetana Agnesi e la filosofa naturale Laura Bassi.
Benedetto XIV le consente di continuare a lavorare per lo studio anatomico bolognese e di conservare tutte le attrezzature del marito, che erano di grande valore.
Il successo della Maestra Anatomista
Rimasta sola, Anna Morandi Manzolini prosegue nei suoi studi e sperimentazioni e arriva a superare il marito.
Dice di lei il bibliografo Gaetano Giordani:
Manzolini si diede indi ad istruire i giovani studenti di anatomia, e nelle lezioni sue non tanto insegnava ad essi le cose imparate dal marito suo; ma altresì fatto esperienza in tale professione, franca nelle difficili e minute incisioni, maestra erudita di molte nozioni, comunicava loro scoprimenti ignoti non solo al marito stesso, quand'anche ai più esercitati e valenti anatomici di quel tempo
L’anatomista incarna l’ideale illuminista di dedicarsi allo studio dei fenomeni della natura, a cui unisce una grande abilità manuale e artistica. Le sue cere sono esteticamente perfette, delle vere e proprie opere d’arte.
Anna Morandi Manzolini utilizzava per sé il titolo di Maestra Anatomista, e il suo scopo ultimo era scandagliare con il proprio sguardo acuto la superficie e l’interno del corpo umano, in modo da scoprirne tutti i segreti
Dal Senato bolognese viene nominata modellatrice in cera presso la Cattedra di Anatomia dell’Università di Bologna: tra i colleghi non mancheranno i detrattori che non vedevano di buon occhio una donna tra il corpo docente, nonostante il suo talento.
Tuttavia, Morandi Manzolini non si fa in alcun modo mettere in difficoltà dagli stereotipi.
Oltre all’illustre lavoro all’Università, gestisce anche corsi privati nella sua abitazione e cura un vero e proprio atelier di cere anatomiche. La sua indipendenza era davvero un esempio più unico che raro per una donna del 1700 italiano.
Morandi Manzolini raggiunge una fama anche fuori dal nostro Paese: viene invitata da tutte le corti d'Europa e, tra le visite più famose ricevute, c’è stata quella del 1769 di Giuseppe II d'Austria che istituirà il museo Josephinum a Vienna sull’esempio delle sue opere.
Il valore delle opere tra arte e scienza
Le creazioni più famose e di valore di Anna Morandi Manzolini sono le tavole in cera che rappresentano gli organi umani, sorprendentemente simili a quelli reali. In particolare, tra le opere di maggior pregio vi è lo studio dei cinque sensi.
Tramite l’osservazione dei vari organi di senso la studiosa ha voluto rappresentare come, attraverso il corpo, interagiamo con il mondo.
Morandi Manzolini scolpisce inoltre una serie completa di modelli in cera che rappresentavano il sistema urogenitale maschile, compresi i genitali stessi: ventidue figure corredate da quarantasette pagine di appunti anatomici.
Questa è l’unica parte della sua opera quasi completamente sparita: ciò può essere dovuto al fatto che un tale tipo di studi e osservazioni svolti da una donna risultavano sconvenienti per molti
Tra le altre sue opere più iconiche, l’autoritratto con cervello: l'artista si raffigura come una nobildonna, con un’eleganza femminile convenzionale rispetto alla moda dell’epoca, mentre seziona un cervello umano.
L’opera vuole sicuramente provocare lo spettatore, mostrando come un'elegante dama può dedicarsi senza problemi a attività maschili, difficili e in un certo modo impressionanti e macabre
Il ritratto e i suoi modelli anatomici conservati possono essere ancora visti a Palazzo Poggi, a Bologna.
Una figura riscoperta
Anna Morandi Manzolini muore a Bologna nel 1774. Nell’epigrafe è definita «moglie amorevole e madre» e solo dopo «artista colta, ricercatrice e insegnante brillante».
La sua figura, a causa dei pregiudizi sul suo essere donna, è stata poco ricordata e valorizzata nella storia della cultura scientifica italiana
Al giorno d’oggi, la riscoperta delle donne nel mondo della scienza ha riportato parzialmente l’attenzione sulla sua affascinante figura, anche grazie al lavoro di diverse studiose. Tra queste Rebecca Messbarger, che nel 2020 ha pubblicato il saggio La Signora Anatomista. Vita e opere di Anna Morandi Manzolini (Il Mulino). Alla grande anatomista è stato anche dedicato il cratere Manzolini sulla superficie di Venere: una storia che non poteva essere destinata a morire.