Freegida: il libro sul desiderio femminile che è pura libertà

Parlare di sesso, masturbazione, consenso, dimensioni ed erezioni a ruota libera, senza alcun tabù: lo fanno Linda & Penny nel libro Freegida, un testo provocatorio e liberatorio sul piacere femminile. Una chiacchierata tra amiche che porta al centro della discussione la sessualità delle donne, la sua repressione e la sua portata rivoluzionaria

È un libro libero, Freegida – Sesso, Tinder, Masturbazione e altri cazzi (Mondadori Electa). Lo è nel suo modo di essere scomposto, ribelle e politicamente scorretto, nel modo ironico in cui affronta il tema del desiderio femminile, un desiderio dirompente e finalmente senza argini.

Nato come podcast durante la pandemia, Freegida mette nero su bianco i discorsi e le riflessioni di due amiche: Linda, 30 anni, filosofa e copywriter, e Penny, 28 anni, anche lei copywriter. Sono discorsi sinceri e senza freni, che affrontano argomenti caldi come il sexting, le dating app, la masturbazione, la pornografia e il consenso, tratteggiando quella che potremmo definire una piccola guida al sesso 4.0.

Con la prefazione di Giorgia Soleri, Freegida riscrive la narrazione del piacere femminile liberandolo da pregiudizi, preconcetti e falsi miti, strappando anche grandi risate.

Abbiamo fatto una chiacchierata con le autrici per parlare di desiderio, pornografia, liberazione sessuale e masturbazione.

Innazitutto com'è nata l'idea di creare un podcast e perché avete scelto questo nome, Freegida?

Penny: L’idea è nata perché io e Linda, oltre a essere amiche da più di 10 anni, siamo anche state coinquiline per un lungo periodo, pandemia inclusa.

Per farla breve, abbiamo vissuto in un seminterrato di una zona molto cool di Milano e

ci siamo rese conto che i nostri discorsi audaci e senza peli sulla lingua riguardanti il sesso attiravano l’attenzione dei passanti che spesso e volentieri si fermavano

Riuscivamo a vederli poco attraverso le nostre vetrate opache, proprio come un pubblico senza volto - quasi immaginario - che ascoltava segretamente i racconti delle nostre vite sessuali. Così è nato Freegida, proprio pensando di “offrire” a tutti quei pezzi di discorsi attraverso un podcast.

Il nome è arrivato come per magia da una storpiatura di Freeda, un media outlet in cui non ci siamo mai riconosciute e che volevamo prendere un po’ per il culo. Freegida oggi conta 100mila ascolti ed è diventato anche un libro da poco. Ne siamo molto soddisfatte!

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Quanto c'è bisogno, ancora oggi, per le donne, di poter parlare liberamente e senza freni di sesso e non sesso? La "liberazione sessuale" iniziata con serie tv come Sex and The City ha effettivamente abbattuto qualche tabù?

Penny: Più che Sex and The City io sono assolutamente team The L Word! Quello sì che ne ha abbattuti di tabù! C’è sempre bisogno di parlare di sesso, sia tra uomini che tra donne. Poi il modo in cui se ne parla è personale, l’importante è capire che si può e si deve farlo come se si parlasse di qualunque altra cosa. Ovviamente con buonsenso, perché parliamo comunque di una sfera che per molti rimane nel privato.

La nostra è una cifra stilistica volutamente molto provocatoria, “da spogliatoio”: volevamo colpire e differenziarci, dimostrando che anche le donne possono. E ha funzionato da subito

La liberazione sessuale inevitabilmente per noi Millennials è passata più che altro dai social media, a partire da Tumblr fino ad arrivare a Instagram e OnlyFans, e oggi alle app di dating: è lì che noi donne ci siamo sentite per la prima volta viste, rappresentate ed è lì che il nostro desiderio ha finalmente preso una forma. Un nucleo virtuale che poi non è sempre facile trasformare in qualcosa di reale. Questa è la difficoltà principale che vediamo tra le nostre coetanee.

Penny
Penny

Consapevolezza sessuale femminile: in una società patriarcale come la nostra, da dove partire per costruirla?

Penny: Onestamente il patriarcato non è una scusa abbastanza convincente per non conoscere la propria vagina e il piacere sessuale individuale. La responsabilità deve essere di noi vagina-munite: siamo noi che dobbiamo esplorare, guardare, capire cosa ci piace e non. E questo va fatto con curiosità, forse prima in solitudine.

La masturbazione femminile, rispetto a quella maschile, è ancora taciuta, nascosta, un argomento poco affrontato anche tra donne. Perché?

Linda: Ci viene insegnato che il piacere, per noi donne, è una cosa secondaria, soprattutto se è collegato alla sessualità: prima dobbiamo far godere il nostro partner, quella è la cosa importante. E, soprattutto, che il sesso è mirato alla riproduzione, non al divertimento.

Quindi l’orgasmo di una donna diventa cruciale e spaventoso: è qualcosa che la emancipa, la rende indipendente, che le fa scoprire un mondo

Le dice che tutto ciò a cui è sempre stata relegata dalla società è una gabbia, che può procurarsi piacere da sola senza bisogno di nessun*, che può divertirsi e godere senza dover sentirsi in colpa. Il piacere femminile fa paura perché è rivoluzionario.

Linda
Linda

Alcune ricerche hanno dimostrato che durante il lockdown le vendite di sex toys sono impennate: un nuovo business che sembra essere molto attento alle esigenze delle donne. In che modo l'utilizzo di sex toys può stimolare una maggiore consapevolezza sessuale femminile?

Penny: I sex toys sono spesso l’incubo di molti uomini perché convinti che saranno sostituiti da questi giocattoli dai colori neon e le forme aggressive, un po’ come quando si temeva che le macchine avrebbero sostituito interamente l’uomo durante la rivoluzione industriale... cioè, datevi una calmata. Ovviamente la curiosità qui è la chiave: io personalmente ho iniziato a utilizzarli da sola, nel buio della mia cameretta, per poi inserirli nei miei rapporti con uomini/donne/non binary.

Per me sono una fonte di grandissimo divertimento, e mi hanno fatto capire cosa mi piace, oltre ad aver svoltato performance mediocri o scadenti. Un po’ di furbizia non guasta...

La pornografia ha sostituito (e sostituisce ancora oggi) l'educazione sessuale: qual è la conseguenza di ciò (soprattutto per le donne)?

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Linda: Purtroppo a oggi la pornografia è ancora uno degli unici canali dove i ragazzini e le ragazzine possono imparare qualcosa riguardo al sesso. Dico purtroppo perché, per quanto importante, non può essere l’unico mezzo: sono pur sempre, soprattutto nella pornografia mainstream, performance professionali davanti a una telecamera. Iniziare a usufruirne quando si è molto giovani senza poter avere un confronto con l’esperienza e un’educazione sessuale e affettiva decente, porta tantissimi problemi: l’ansia da prestazione, un’aspettativa totalmente scollegata alla realtà, il non capire e affrontare tematiche fondamentali (consenso, protezione). La soluzione è quindi censurare e impedire la pornografia? NO! Andiamo ad agire sull’educazione delle persone giovani al sesso.

Emancipazione sessuale e consenso: due sfere che vengono ancora troppo spesso confuse. Da cosa bisognerebbe partire per sradicare questa convinzione?

Linda: Questa è una delle storie più vecchie del mondo: se una donna non te la dà, è frigida, se te la dà è troia. Qualsiasi cosa fai, insomma, sbagli. L’emancipazione sessuale, comunque, arriva sempre dal consenso: voglio fare sesso con più persone nella stessa sera? Voglio vendere prestazioni sessuali a pagamento? Voglio parlarne in un podcast in maniera sboccata? Posso farlo. La sessualità è qualcosa di personale e intimo e solo io posso deciderne cosa farne.

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