Jessica Senesi, la transizione di genere e l’attivismo sui social. Ritratto di una WonderWom

È una delle content creator che stanno contribuendo a fare informazione sulla transizione di genere, raccontando la propria esperienza e provando ad abbattere gli stereotipi che ancora oggi riguardano le persone transessuali. Abbiamo intervistato Jessica Giorgia Senesi e le abbiamo chiesto di raccontarci il suo impegno

24 anni, di Bologna, sui suoi canali social Jessica Senesi affronta il tema della transizione con autoironia e consapevolezza. Appassionatissima di videogiochi, ha iniziato a raccontare il suo percorso di transizione – dai primi passi nel reperire le informazioni fino all’operazione in Thailandia – attraverso video pubblicati prima su Youtube, poi su Instagram e TikTok. Una decisione, quella di condividere la propria esperienza con chi la segue, che nasce dalla volontà di aiutare le persone che desiderano intraprendere lo stesso percorso. Senza dimenticare, mai, di strappare una risata.

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Quando hai deciso di raccontare il tuo percorso sui social e quando hai pensato che potesse essere di aiuto ad altre persone?

Nel momento in cui ho capito di voler percorrere la strada della transizione di genere ho anche realizzato che nessuno ne parlava sui social. Era il 2016 e avevo fatto moltissima fatica a trovare tutte le informazioni che potevano essermi utili, a capire con chi parlare e cosa fare nello specifico per iniziare questo percorso. Vedendo che c’era così tanta disinformazione e che così tanti tabù ho capito che la situazione doveva cambiare.

Non sono un’esperta, lo dico sempre, ma noto che solo il fatto di riportare la mia personale esperienza è di grandissimo aiuto a molte persone

Il mio primissimo video l’ho pubblicato su YouTube: sono un’appassionata di videogiochi e lo usavo inizialmente per quello, poi ho proseguito sullo stesso canale parlando della mia esperienza.

Perché secondo te si fa ancora così fatica a trovare informazioni corrette sul tema della transizione di genere?

Quello della transizione è un argomento molto delicato che viene raccontato poco, spesso anche in modo superficiale, con tanti pregiudizi e stereotipi. È difficile trovare persone che abbiano vissuto concretamente questa esperienza e che possono offrire consigli basati su un’esperienza vera, vissuta. Di solito a parlarne sono psicologi, esperti, ed è raro trovare persone transessuali che ne parlano. Tutti sono abituati a una realtà esposta da persone esterne alla questione. Io volevo cambiare tutto questo.

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Tu racconti la tua esperienza con grande autoironia, sdrammatizzando paure e insicurezze, ma soprattutto ironizzando su giudizi e talvolta insulti che ricevi.

L’autoironia è da sempre, per me, un meccanismo di autodifesa. Sono consapevole che molte persone provano molta paura quando decidono di affrontare la transizione e non nego che non sia un percorso privo di difficoltà. Quello che cerco di fare ogni giorno attraverso i miei video è ricordare che esistono anche tanti aspetti positivi, tante cose belle in questo processo.

Voglio ricordare che non importa quanto buio ci sembri il percorso, c’è sempre una lucina in fondo al tunnel che ci attende

C’è bisogno di sorridere e di riderci su: io provo a scherzare sui vari stereotipi, sugli insulti che mi rivolgono, sugli aspetti di me stessa che mi creano disagio. Lo faccio per portare spensieratezza, leggerezza.

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Sai se ci sono delle persone che grazie a te hanno trovato il coraggio di affrontare il tuo stesso percorso? Che rapporto hai con la tua community?

Mi scrivono spesso, quasi quotidianamente, persone che mi ringraziano di aver dato loro il coraggio di parlarne con la famiglia o con i fidanzati. Mi è capitato anche di aiutare dei genitori a stare accanto ai figli che stanno affrontando un percorso di transizione, ho stretto amicizie e legami che mi riempiono di orgoglio perché dimostrano che ciò che faccio ha un impatto reale nella vita delle persone.

Ti definisci attivista: come si svolge il tuo attivismo?

Il mio attivismo è incentrato principalmente sui social, ma cerco di applicare il mio impegno alla vita concreta di tutti i giorni prendendo parte a campagne di informazione e di sensibilizzazione, oppure partecipando anche fisicamente a manifestazioni ed eventi fisici. Sono andata anche a parlare nelle scuole. Trovo che questo sia fondamentale per contribuire a una corretta educazione sessuale.

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Se potessi, cosa diresti alla Jessica bambina?

Le direi di essere più sicura e di avere meno paura di quello che sente. Le direi di credere nei suoi sogni e nei suoi desideri. Cerco sempre di rapportarmi alle persone che mi seguono come se parlassi a me stessa. In questi anni ho capito che prima di ogni altra cosa dobbiamo imparare a stare bene con noi stessə. Ho capito anche che è importante, a volte, essere un pochino egoistə, perché per poter aiutare gli altri dobbiamo innanzitutto sentirci bene noi per primə.

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