La disabilità non va in vacanza!
No, non lo è.
Chi ha una disabilità sfortunatamente non può sempre organizzare i suoi viaggi all'ultimo momento, non può scegliere una meta senza conoscere bene l'accessibilità del posto e non può neanche, nella maggioranza dei casi, trovare posti economici senza prima effettuare diverse telefonate per accertarsi che il luogo sia effettivamente privo di barriere architettoniche
Dico effettivamente perché non basta sentirsi dire che l'ascensore è presente (e speriamo funzionante!), ma quest'ultimo deve essere spazioso a tal punto da garantire l'accesso alla carrozzina, ad esempio.
Non basta dire che il parcheggio è nelle vicinanze se poi queste distanze si traducono in tantissimi metri contornati da marciapiedi senza passerelle adatte alle discese per le carrozzine.
Non basta dire che la spiaggia è priva di sassolini se poi non è presente neanche una passerella, per non parlare dei bagni per le persone con disabilità, che sembrano quasi un miraggio! È importante riuscire a prenotare una stanza con questa tipologia di bagno per tempo perché, nella maggioranza dei casi, camere per persone con disabilità sono una o al massimo due per ogni hotel, senza contare invece la difficoltà - o impossibilità - di trovarli nelle case vacanze o B&B, anche giustamente, come qualcuno potrebbe ribadire.
Vivendo io in primis una disabilità, vi confesso che non ho mai provato l'ebrezza del last minute o almeno senza mille preoccupazioni
La stessa legge 104/92 afferma che ogni spiaggia deve essere accessibile ma sappiamo purtroppo che la realtà è ben diversa.
Volendoci soffermare su quali caratteristiche debba avere una spiaggia per definirsi accessibile, facciamo riferimento alla legge pro accessibilità approvata nel 2016 della Regione Toscana. Le spiagge dovrebbero avere:
- almeno un servizio igienico adatto alle persone con disabilità
- una passerella che consenta l'accesso in acqua
- ausili (sedie apposite) idonei per l'ingresso in acqua
Dunque, mi viene da dire che, se hai una disabilità, c'è bisogno di una "vacanza dalla vacanza" dopo aver perso tantissimo tempo a trovare una soluzione comoda e non troppo dispendiosa!
Questa preoccupazione aggiuntiva delle persone con disabilità prende il nome di hidden labour, ovvero un "lavoro nascosto della disabilità” che consiste in un sovraccarico di lavoro e di ansia delle persone con disabilità, rendendo le cose più complicate. Un esempio tipico lo ritroviamo in quello che vi ho raccontato poco fa, soffermandoci sulla prenotazione di una semplice vacanza, ma l'hidden labour risiede anche in tanti altri settori, come ad esempio nella burocrazia sconfinata legata alla disabilità, dalle domande da compilare per avere determinati servizi essenziali o alla richiesta di un semplice posto a un concerto.
Ad ogni modo, noi persone con disabilità continueremo a far sentire la nostra voce affinché vengano riconosciuti e soprattutto tutelati concretamente i nostri diritti.
Se vi trovate in un lido completamente accessibile provate a segnalarlo a quante più persone possibili affinché una persona con disabilità ne possa venire a conoscenza e godersi una giornata di mare senza stress!
Buone vacanze a tuttə!
Ci vediamo in spiaggia, sperando abbia una passerella fino alla riva!