Laetitia Ky, l’artista che combatte tabù, stigma e pregiudizi con le sue acconciature

La giovane artista ivoriana è famosa per le straordinarie sculture che crea con la sua capigliatura afro: un modo per celebrare le sue radici e affrontare temi spesso delicati e scomodi attraverso l'arte

I capelli come strumento per esprimere punti di vista e prese di posizione, spingere alla riflessione e stimolare il dibattito: Laetitia Ky è una stella nascente di quella che potremmo chiamare “body art impegnata”, un’attivista e femminista che ha trasformato la sua capigliatura afro in un simbolo e in un potente strumento di comunicazione.

Classe 1996, Laetitia è nata ad Abidjian, in Costa d’Avorio. Laureata in Business Administration all’Institut national polytechnique Félix Houphouët-Boigny, ha accantonato il percorso “manageriale” per dedicarsi alla sua arte, iniziando prima con la moda e poi focalizzandosi su un tema a lei particolarmente caro, riflesso delle sue origini: le capigliature delle donne africane. Nel 2016 le prime sculture usando proprio i suoi capelli, acconciati con fil di ferro e corde per dare vita a sculture via via sempre più impegnate anche a livello politico e culturale. Un anno dopo i suoi capelli sono diventati, per esempio, un uomo che solleva la gonna a una donna e un braccio ricoperto di muscoli per sensibilizzare su molestie e bullismo, di cui lei stessa è stata vittima. Ancora, nel 2019 è toccato a una scultura che riproduceva un utero con le tube di Falloppio che “mostravano il dito” allo spettatore: un modo per protestare contro le leggi anti-aborto in discussione negli Stati Uniti. 

L'arte di Laetitia Ky: dalla body acceptance ai diritti delle donne

Sul profilo Instagram di Laetitia sono dunque, inevitabilmente, i capelli a dominare (le hanno anche recentemente tributato un Guinness World Record come “persona che salta più velocemente la corda con i propri capelli” al mondo), ma i temi trattati sono i più disparati, dal patriarcato al #metoo passando per body acceptance, lotta agli stereotipi e libertà di espressione. Qualche mese fa ha firmato un dipinto in cui si è ritratta mentre acconcia i peli del pube per stimolare una riflessione su quella che è ormai diventata una “norma sociale”, e cioè la depilazione: «Nel 2019 ho pubblicato una mia foto in costume dove si poteva notare che non mi rasavo i peli pubici - ha ricordato - Le reazioni sono state folli! E la cosa più triste è che per giustificare il fatto che a loro non piacciono i peli pubici, le persone usano argomenti non logici come "è antigienico". La maggior parte di noi trova difficile accettare che le nostre simpatie e antipatie siano ampiamente manipolate e modellate dalla società e dal capitalismo, quindi troviamo modi per giustificare le nostre prospettive. Ma prima di arrivare a razionalizzazioni istintive, dobbiamo mettere in discussione il nostro condizionamento e fare le nostre ricerche».

Ky ha quindi spiegato che «la maggior parte degli ostetrici e dei ginecologi sconsiglia di rimuovere i peli pubici, poiché proteggono una parte delicata del nostro corpo da batteri e altri agenti patogeni dannosi. Come mi piace dire, la natura ha messo tutto ciò che ha messo sul nostro corpo per un motivo. Amo e celebro i miei peli pubici perché mi ricordano che sono una donna adulta. Tutti hanno il diritto di radersi o meno, ma nessuno ha il diritto di giudicare un'altra donna per aver deciso cosa vuole fare del suo corpo».

Idee molto chiare, insomma, modi molto creativi e d'impatto per esprimerle, ma massimo rispetto per l’opinione di tutti e soprattutto obiezioni ragionate, accompagnate dal tentativo di fare informazione e sensibilizzare. In un’altra occasione Laetitia ha parlato di body shaming, posando con il dipinto di un seno nudo davanti a sé e puntando l’attenzione su «i commenti di molti uomini ivoriani che criticano le donne per il seno cadente. Mi è venuta voglia di dipingere per celebrare la diversità del seno».

«Proprio come le altre parti del corpo, i nostri seni sono unici e hanno naturalmente forme diverse - ha proseguito la giovane artista - Così come abbiamo volti diversi, taglie diverse, morfologie diverse, da una donna all'altra la forma del seno non è mai la stessa. Alcuni seni non appena si sviluppano saranno più cadenti di altri e questo è naturale! Inoltre, il seno delle donne cambia nel corso della loro vita. Le fluttuazioni ormonali, le fluttuazioni di peso, possono cambiare forma e aspetto.

«I media, l'industria della bellezza, l'industria del porno tendono a stabilire lo standard quando si tratta di seni - prosegue il post di denuncia - Ma questo standard non rappresenta la maggioranza delle donne. In realtà c'è una grande diversità di seni. prendere in giro una donna per la forma di quei seni, per un aspetto di lei che non riesce a controllare, è mostrare una grande mancanza di empatia e molta ignoranza. Un consiglio per coloro che si divertono a far vergognare le donne per questo aspetto del loro corpo: imparate a fare ricerche per capire certe cose prima di usare argomenti stupidi».

Ancora, Laetitia ha parlato tramite le sue opere dei diritti delle donne, delle pratiche di mutilazione genitale e di quelle di appiattimento del seno, di violenza ginecologica e ostetrica, dello stigma sull’allattamento al seno e sul ciclo femminile, della battaglia di Black Lives Matter: nessun tabù sul suo profilo Instagram né su Tik Tok, dove sfrutta i video per mostrare tutto ciò che può realizzare con i suoi capelli.

Fiera delle sue origini e radici culturali, della sua essenza e delle sue idee, nel 2020 ha conquistato anche Marc Jacobs, che l’ha ingaggiata come testimonial per la campagna pubblicitaria di una collezione di borse. Non ha collaborato al design come aveva fatto in passato per Takashi Murakami durante la sua direzione creativa per Louis Vuitton, ma ha avuto carta bianca per creare immagini che riproducessero la sua estetica per rappresentarla in modo incisivo nel mondo della moda. 

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