Lilith Primavera: “sono una donna nata maschio e continuo a non omologarmi alle aspettative della società”

Attrice, cantante e artista poliedrica, Lilith Primavera presta la sua voce all'audiolibrio “Il Terzo Sesso” di Ines Testoni, disponibile su Audible. A The Wom racconta perché è stata un'esperienza profonda e toccante

Un'opera che celebra la fluidità di genere e che invita all'apertura, alla riflessione e a infrangere i limiti imposti dalle vecchie convenzioni. Su Audible, a partire dallo scorso mese, è possibile trovare l'audiolibro "Il Terzo Sesso" (edito da Il Saggiatore) della psicologa ed esperta di gender studies Ines Testoni. Un testo che riflette sulla netta divisione, presente fin dagli albori della specie umana, tra gli uomini e le donne. Una divisione alimentata da credenze religiose, linguistiche, culturali e sociali, che ci hanno indotto a pensare agli uomini come forti e resistenti, eroi e divinità da asservire, e alle donne come corpi deboli e fragili, ancelle destinate a servire.

È proprio su questo scisma di genere che Ines Testoni si interroga ne “Il Terzo Sesso”, soffermandosi su quelli che sono i sistemi di potere predominanti nella nostra società. Ispirandosi alle opere di Simone de Beauvoir e di Simone Weil, l’autrice scardina gli stereotipi legati al “sesso debole”, esponendo così la teoria del terzo sesso.

Perché per vivere il mondo di domani, sempre più fluido e inclusivo, sarà necessario superare il binarismo uomo/donna e le distinzioni sessuali e linguistiche.

A leggere e interpretare "Il Terzo Sesso" è l'attrice Lilith Primavera, che di recente ha recitato nella serie Le Fate Ignoranti, tratta dall'omonimo film. Le abbiamo fatto qualche domanda.

Cosa è significato per te prestare la tua voce a questo libro?
È stato un onore e un piacere aver prestato la voce a questo saggio! Per me è significato fare una full immersion in un argomento che ha attirato la mia attenzione in modo sempre più profondo a partire dai tempi dell'università, quando frequentavo il corso di studi in Psicologia della Comunicazione e del Marketing a La Sapienza. Qualche tempo dopo, poi, ho conosciuto attivamente il femminismo.

In che modo questo libro ti è caro e come tocca il tuo vissuto?
L'excursus storico, antropologico e filosofico attraverso cui mi ha condotta la lettura de Il terzo sesso mi ha appassionata a tal punto da avermi spinta a ordinare una copia anche del precedente saggio dell'autrice. La sua è una scrittura intensa e allo stesso tempo pop che offre l'accesso alla comprensione delle più attuali istanze da parte delle persone che desiderano liberarsi da ogni tipo di catena, che sia economica, culturale, religiosa o biopolitica. Proprio queste istanze sono sempre state il fuoco che mi porto dentro anche quando, da piccola, venivo chiamata "l'avvocata del diavolo" perché non mi bastavano le spiegazioni più semplici, a volte.

Da persona transessuale hai vissuto più intensamente di altre persone la scissione tra i due generi di cui parla Ines Testoni. In che modo secondo te è possibile superare questo scisma?
Ci sono costruzioni dei generi che sono collocabili in determinate società e in determinate epoche, ma che inevitabilmente variano.

Io sono nata maschio e non capivo perché da me si aspettassero atteggiamenti e azioni che non sentivo mie

Al contrario, mi dicevano che avevo atteggiamenti e azioni che non andavano bene per un maschio, che erano "da femmina". Adesso, a quarant'anni, sono una donna nata maschio, e spesso e volentieri continuo a non omologarmi alle aspettative della società in questo periodo storico.

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Perché secondo te è ancora così presente la necessità di definire, scindere e separare i generi, perché si fa ancora fatica a non accettare la fluidità di genere?
Io non accetterei l'indicazione "terzo sesso" su un documento di identità: per me indicare il sesso della persona sui documenti equivale a marchiare un animale in allevamento intensivo.

Socialmente il sesso non dovrebbe affatto interessare: la totalità della persona non si definisce attraverso un organo genitale

Ecco forse perchè si fa fatica ad andare oltre gli schemi binari di maschio/femmina, uomo/donna, perchè andare oltre significa decidere di essere "persone". Persone e non corpi oggettualizzati con etichette affinché siano sfruttati meglio da un sistema in cui controllare i corpi e gli atteggiamenti significa guadagnare denaro. La "fluidità" è più difficile da incasellare.

Ti definisci attivista: in che modo lo sei e quali messaggi provi a diffondere?
È attivismo per me rispondere a queste domande mettendoci tutta l'attenzione, la cura e la sincerità che posso, cercando di rimanere fedele ai miei punti di vista e alle mie esperienze, anche quando sono fuori dal coro. Un messaggio che tengo tantissimo a diffondere? Ascoltate questo libro di Ines Testoni, a me ha fatto un sacco bene!

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