Maria Elena Bottazzi e il vaccino accessibile: la scienziata italiana candidata al Nobel per la Pace

Ha sviluppato un vaccino anticovid, poco costoso, efficace e facile da produrre: Maria Elena Bottazzi è la scienziata che ha voluto rendere possibile il debellamento della pandemia anche nei Paesi più poveri. Per questo è candidata al Nobel per la Pace

La notizia risale a martedì. Lizzie Fletcher, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato del Texas, ha annunciato sul suo sito web una big news: Maria Elena Bottazzi è candidata al Premio Nobel per la Pace, insieme al collega Peter Hotez.

Ebbene sì. Una scienziata di origini italiane ha ricevuto una delle candidature più importanti al mondo e per un motivo davvero encomiabile: aver sviluppato un vaccino accessibile e a basso costo contro il Covid-19 e dando, come la Fletcher ha affermato sul suo sito, un grande e prezioso beneficio all'umanità intera.

Maria Elena Bottazzi: una vita dedicata alla scienza

Ma chi è Maria Elena Bottazzi? 56 anni, nata a Genova, la scienziata è figlia di un diplomatico dell'Honduras e ha viaggiato moltissimo nel corso della sua vita. A soli 8 anni si è spostata dalla sua città natale proprio in Honduras e ha poi continuato a vivere negli Stati Uniti.

Sin da piccola è sempre stata molto curiosa: leggeva molto, si documentava su tutto ciò che le interessava. Durante gli anni del liceo si è appassionata alla biologia e in particolar modo alla microbiologia. Così, una volta diplomata, ha proseguito gli studi alla National Autonomous University of Honduras, studiando per l'appunto microbiologia e chimica clinica.

Gli studi universitari hanno fatto sì che si interessasse all'immunologia: il passo successivo, dunque, è stato iscriversi all'Università della Florida, dove ha conseguito un dottorato in immunologia molecolare e patologia sperimentale. I suoi studi si sono poi affinati con un post-dottorato in biologia cellulare all'Università di Miami e con un altro post-dottorato in microbiologia e immunologia all'Università della Pennsylvania.

Il suo interesse primario riguarda i vaccini, la loro creazione e la loro efficacia. Da diversi anni è preside associato della National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine e co-dirige il Texas Children's Hospital Center for Vaccine.

L'arrivo della pandemia di Covid-19 ha acceso in lei una fiamma, un desiderio condiviso con lo scienziato, pediatra e luminare Peter Hotez. Insieme, i due si sono impegnati per portare i loro studi sulla vaccinologia a un livello successivo. E ci sono riusciti.

Corbevax, il vaccino per i Paesi più poveri

L'obiettivo di Maria Elena Bottazzi e Peter Hotez era quello di realizzare un vaccino anti-Covid che potesse essere accessibile non solo alla metà fortunata del mondo, ma anche e soprattutto a quella più sfortunata. Per svilupparlo, i due hanno utilizzato un processo che, da decenni, si usa in tutto il globo per realizzare il vaccino contro l'Epatite B.

Usando questo processo, in sostanza, la Bottazzi e Hotez hanno fatto sì che il loro vaccino possa essere prodotto su una scala larghissima, perché la tecnologia, le fabbriche e il know-how necessari sono già a disposizione dappertutto. A El Pais, Maria Elena Bottazzi ha dichiarato:

Quello che ho visto con gli altri vaccini è che, sebbene l'intenzione sia che il mondo intero abbia accesso ad essi, ci sono dei limiti quando si tratta di produzione, stoccaggio e proprietà intellettuale su larga scala. Il nostro vaccino non ha limitazioni. Il nostro vaccino appartiene a tutto il mondo

Maria Elena Bottazzi

Il vaccino, che ha preso il nome di Corbevax, è efficace fino all'80% contro il ceppo originale e raggiunge percentuali di protezione piuttosto alte anche contro le varianti. E, soprattutto, non è brevettato.

Cosa significa? Significa che ugualmente a quanto accadde con il vaccino contro la poliomielite, messo appunto nel 1953 dal virologo americano Jonas Salk, Corbevax non frutterà ai suoi inventori alcun introito. Tutti gli studi e i processi sono stati pubblicati e resi liberamente fruibili.

Un regalo all'umanità e il premio Nobel per la Pace

Corbevax, in sostanza, è un regalo all'umanità. Già approvato in India, questo vaccino ha tutte le carte in regola per ridurre il divario tra Nord e Sud del Mondo: l'azienda Biological conta di produrne 100 milioni di dosi al mese e anche Biofarma (Indonesia) e Incepta Pharmaceuticals (Bangladesh) si stanno impegnando per raggiungere lo stesso numero.

L'approvazione in India dovrebbe, sulla carta, generare un circolo virtuoso accelerando la produzione in tutto il mondo. Economicamente parlando, inoltre, visto il basso costo, Corbevax può fornire un vero e proprio sollievo ai Paesi che non hanno fondi per acquistare "colossi" come Pfizer o Moderna.

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Questo è il motivo per cui Maria Elena Bottazzi si è aggiudicata la candidatura al Premio Nobel per la Pace: l'impegno della coppia di scienziati è stato davvero uno sforzo di cooperazione e partnership internazionale, con uno sguardo disinteressato e generoso al benessere globale.

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