La ribellione gentile di Matilda de Angelis: “non rimaniamo indifferenti davanti alle ingiustizie”

23-03-2023
Attrice impegnata e portavoce di battaglie contro i tabù e gli stereotipi, Matilda de Angelis è la protagonista della nuova campagna di Xiaomi “La tua storia in una foto, il tuo capolavoro”, dedicata al lancio di Xiaomi 13 Series. Una campagna che ci ricorda la capacità della fotografia di ritrarre e raccontare, nel profondo, la nostra personalità, la nostra forza e anche le nostre fragilità. Ne abbiamo approfittato per farle qualche domanda

Negli ultimi due decenni, tecnologia e social network hanno reso immateriale il nostro rapporto con la fotografia, moltiplicando le possibilità di raccontarci attraverso le immagini. Ormai ci siamo abituati alla libertà di poter scattare infiniti scatti, uno dietro l'altro, finché non ci riconosciamo in quell'immagine, in quell'espressione: ma siamo in grado di dare a tutte queste immagini il giusto valore?

Proprio da qui parte la campagna di Xiaomi per il lancio del nuovo device Xiaomi 13 Series, che offre un’esperienza fotografica di livello professionale grazie alla collaborazione con Leica: protagonista è Matilda De Angelis, affiancata dal fotografo Settimio Benedusi e i suoi “Ricordi Stampati”. L'obiettivo? Valorizzare le immagini partendo dal digital e renderle dei veri capolavori capaci di racchiudere storie, emozioni, frammenti di vita. Proprio quelli che Matilda De Angelis racconta quotidianamente sui social network, parlando di temi importanti come la salute mentale, il rapporto con i canoni prestabiliti di bellezza, i diritti delle donne. Ultimamente l'abbiamo vista nella serie targata Netflix La Legge di Lidia Poët nei panni della prima avvocata d’Italia radiata dall’albo soltanto perché donna. Un ruolo che ha riacceso i riflettori sul tema del gender gap, oggi come allora di grande attualità.

Le abbiamo fatto qualche domanda sul suo rapporto con le innovazioni tecnologiche e con i social network, per arrivare ai temi che più le stanno a cuore: la disparità di genere e l'empowerment femminile.

Matilda de Angelis e Settimio Benedusi
Matilda de Angelis e Settimio Benedusi

Qual è il tuo rapporto con la tecnologia e in che modo ti aiuta a esprimere te stessa?

Ho un rapporto con la tecnologia piuttosto ponderato. Mi piace, mi affascina, sicuramente semplifica tanti aspetti della vita. D’altra parte, cerco di vivere ancora molto di esperienze umane, è un po’ la mia natura. Sicuramente la fotografia ha il potere di fermare un momento, congelare un ricordo che poi assume forme sempre diverse nel tempo. La fotografia per me è un modo di ricordare.

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Le immagini che condiviamo sui social sono diventate lo strumento attraverso cui esprimiamo la nostra personalità: in che modo utilizzi questo strumento per raccontare chi sei davvero?

Cerco di mantenere un equilibrio, di essere il più possibile coerente con me stessa. È vero che faccio l’attrice e faccio un mestiere che ha molto a che fare con l’immagine e quindi sarebbe paradossale non raccontare quell’aspetto della mia vita. Mi piace condividere foto dei servizi fotografici che faccio e in questo senso dare un’immagine più “costruita” di me. Dall’altra parte cerco di comunicare al pubblico una parte anche molto vera e sincera di quello che sono, amo farmi foto senza filtri e raccontare momenti di vita quotidiana.

Infatti proprio sui social hai contribuito a scardinare molti tabù, raccontando il tuo rapporto con l'acne fino a quello con l'ansia: perché secondo te è utile diffondere messaggi di selflove proprio sui social?

Perché sono cose che più o meno abbiamo provato tutti nella vita. Il senso di inadeguatezza, la paura, l’ansia, sono tutti stati d’animo che vanno assolutamente normalizzati perché sono sentimenti nobili che ci comunicano sempre qualcosa. In un’era in cui sui social si riversano moltissimo odio e rabbia, credo sia importante comunicare il più possibile messaggi di inclusione ed empatia. Ne parlo perché spero che qualcuno si possa sentire un po’ meno solo, a me avrebbe fatto piacere.

In che modo, secondo te, è importante continuare a lottare contro le disparità di genere? Quali sono quelle che ti danno più fastidio nel tuo settore?

Non dovrebbe essere una domanda da porsi. È importante, punto. Non quanto ma giustamente, come dici tu, in che modo. E cioè sempre, tutti i giorni, in piccole azioni quotidiane, in grandi atti di manifestazione e (si spera) in rivoluzioni gentili che però dovrebbero partire anche dall’alto. In questo senso credo che il più grande lavoro che ognuno di noi può fare è quello di non rimanere indifferenti davanti alle ingiustizie, nel quotidiano, cercare di rimanere attenti, con gli occhi e il cuore aperti.

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