Roberta Ligossi: “L’artigianato? è giovane e cool e ve lo faccio scoprire su TA-DAAN”

Da sempre innamorata di tutto ciò che nasce dall'intelligenza delle mani, Roberta Ligossi è la fondatrice di TA-DAAN, progetto digitale che racconta le espressioni emergenti dell'artigianato contemporaneo. Una destinazione online dove esplorare il mondo di quei giovani che stanno ridefinendo (e svecchiando) l'immaginario legato all'artigianato

È curioso notare come in un Paese che ha costruito parte della propria economia sul valore del saper fare, la figura dell’artigiano sia stata progressivamente svilita e svalutata. In un’Italia esportatrice del “Made in Italy”, il concetto di artigianato è stato al centro di interpretazioni fantasiose, arrivando a espandersi fino a includere tutto (e quindi nulla), per perdersi infine tra le maglie della modernità e lasciar scomparire arti artigiane preziose.

Eppure in questa situazione c'è, fortunatamente, un però. Una nuova generazione di artigiani che, in tutto il mondo, uniscono design e arte tratteggiando una nuova identità del fatto a mano. Ragazze e ragazzi che decidono di dedicarsi a un'arte lenta riportando in vita tradizioni antiche e mescolandole con i nuovi linguaggi della contemporaneità.

A raccontare questo fenomeno è TA-DAAN, start up fondata dall'imprenditrice Roberta Ligossi. Un progetto digitale – che include un magazine e un e-commerce – nato dal desiderio di far conoscere i nuovi protagonisti dell'artigianato: creatori di oggetti che danno forma (anche) a un nuovo approccio al consumo più etico e consapevole.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Roberta Ligossi.

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Quando è nato l’interesse per l’artigianato?

Sono stata cresciuta da una nonna sarta, quindi l’amore per il fatto a mano è nato osservando lei. La vita, però, mi ha portata a percorrere altre direzioni: ho studiato filosofia all’Università Statale di Milano, e dopo la laurea e uno stage in L’Oreal ho deciso di cambiare strada e studiare Management a Londra. Rientrata in Italia ho mosso i primi passi nell’ambito delle Risorse Umane, per poi lavorare come cacciatrice di teste. Era un mondo dominato da uomini, dove non sentivo di poter trovare il mio spazio. Così la sera facevo corsi di sartoria, di ricamo, riprendendo passioni che avevo abbandonato in passato. Capii che questa era la vera direzione. Nel giro di un anno ho lasciato il lavoro, mi sono iscritta a un Master in Bocconi in Arts Management & Administration, mi sono separata da mio marito e ho fondato TA-DAAN.

Con quale obiettivo è stato pensato TA-DAAN?

TA-DAAN parte dalla convinzione che l’artigianato sia un tema che interessa e coinvolge moltissimo la nostra generazione.

Oggi l’artigianato vive un momento di riscoperta e di rinascita, soprattutto da parte dei giovani, dei Millennials e della Gen Z, che sono sempre più incuriositi da tutto ciò che è fatto a mano

Penso non si tratti di un trend passeggero, ma di un bisogno profondo: vogliamo approcciarci al consumo in modo più consapevole e acquistare capi realizzati eticamente o second hand. Credo rappresenti un settore su cui scommettere, nonostante la sua difficile scalabilità. Questo aspetto, quando partecipo a dei meeting, è sempre “l’elephant in the room”. È chiaro che la produzione artigianale è lenta e che non può arrivare alle masse, ma ciò non vuol dire che non possa raggiungere tante persone.

Com’è partito nel concreto il progetto?

Ho presentato TA-DAAN come progetto di tesi del Master in Bocconi. All’inizio non c’era quasi nulla, se non 2-3 post su Instagram e un vago business plan. Fin da subito sapevo che non avrei intrapreso questa strada da sola, così mi sono messa alla ricerca di uno-due soci. Sono andata alla prima edizione di Home Faber, l’evento dedicato all’alto artigianato, e lì ho incontrato Costanza Tomba, diventata poi la mia prima socia. Era appena rientrata dall’Australia, dove c’è un mondo di artigiani super cool. È stata lei, successivamente, a portare a bordo due compagne di università, Valeria Zanirato e Sara Pianori. Da sconosciute siamo diventate socie e abbiamo iniziato a lavorare nel soggiorno di casa. Non siamo partire da un garage, ma quasi, ecco!

TA-DAAN è nato come un digital magazine per comunicare il mondo dell’artigianato contemporaneo, solo successivamente si è evoluto anche in e-commerce. Il primo obiettivo era quello di raggiungere 15.000 follower in un anno, ma li abbiamo raggiunti in soli 4 mesi. Abbiamo quindi alzato l’asticella, ricevuto il primo round di finanziamenti e ci siamo poi strutturate meglio. L’e-commerce è arrivato dopo il successo del magazine, che ci ha consentito di capire meglio la community e gli interessi. Oggi l'e-commerce di TA-DAAN raccoglie i prodotti di 130 artigiani in tutta Europa.

Roberta Ligossi con le socie Costanza Tomba, Sara Pianori e Valeria Zanirato
Roberta Ligossi con le socie Costanza Tomba, Sara Pianori e Valeria Zanirato

Voi siete quattro donne che hanno unito il mondo delle start up a quello dell’artigianato, settore analogico per eccellenza. Non avrete esagerato nell’abbattere stereotipi?

Incredibile, non è vero? (ride) Pensa che l’anno scorso abbiamo partecipato a TechChill, concorso dedicato alle start up tecnologiche, e abbiamo vinto. Non immagini la soddisfazione: un gruppo di donne che lavora nell’universo delle start up, ancora oggi molto maschile, e che vince con gli artigiani. Pura fantascienza. Le cose però stanno cambiando, fortunatamente: ci sono sempre più start up a guida femminile, mi sento molto positiva.

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TA-DAAN vuole anche scardinare un’idea polverosa dell’artigianato…

Esatto. Ci piace molto il motto: “Geppetto is over”. Nulla togliere a Geppetto, poverino, ma la verità è che l’artigianato contemporaneo è ben lontano dall’immaginario dell’artigiano con cui siamo cresciuti. Una volta l’artigiano era quello che aveva ereditato la professione, oggi sono studenti di design e architettura che dopo gli studi si mettono a creare con le loro mani.

La stessa definizione di artigiano, in italiano, è stata spesso usata impropriamente, con il risultato che abbiamo assistito a una graduale svalutazione di questo mestiere

Il confine con l’artista in ogni caso è molto labile, ci sono artigiani che espongono in gallerie e artisti che si definiscono artigiani. Per questo, per la nostra comunicazione, abbiamo scelto l’inglese: craftsmanship ha decisamente un altro valore.

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Quali sono i prossimi obiettivi di TA-DAAN?

Durante la Design Week di Milano abbiamo organizzato un pop up store in zona 5Vie e replicheremo questa bella esperienza: saremo a Milano con un altro pop up e anche Parigi, con il nostro primo test all’estero. Lo store sarà realizzato in collaborazione con il brand Tikamoon, e il tema sarà quello dell’ospitalità e dei regali con workshop, laboratori e altri eventi. L’anno prossimo vogliamo espandere la selezione dei nostri artigiani aprendoci anche agli UK per arrivare poi a fine 2024/inizio 2025 negli Stati Uniti.

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