Chi è Sofia Jirau, la prima modella con sindrome di down di Victoria’s Secret
Bella, di una bellezza unica e inimitabile. Di uno splendore che è proprio non di un canone rigido, ma che risiede in ognuna di noi: Sofia Jirau è la prima modella affetta da sindrome di down a fare da testimonial per uno dei brand più sensuali al mondo, Victoria's Secret.
Diciamolo pure con gioia: i tempi degli Angeli di Victoria's Secret sono ormai lontani. E l'evoluzione del brand in un marchio più inclusivo è il segno di un'onda lunga che si spera possa accarezzare tutto il settore.
La scelta di Sofia è un segnale, un sogno a occhi aperti che siamo felici di vivere ora. Ma chi è davvero questa modella di cui, di sicuro, sentiremo parlare sempre di più?
Da Portorico alle Fashion Week
Classe 1997, Sofía Jirau ha sempre avuto una profonda passione per il mondo della moda. Spiritosa e autoironica, non ha mai visto la sindrome di down come un limite. Anzi, con grande piglio, ha fatto della sua diversità un punto di forza.
Ha cominciato a sfilare nel suo Paese, Portorico, non senza difficoltà. Ciononostante non si è mai voluta abbattere e ha continuato a inseguire il suo sogno, affiancata e sostenuta dalla sua famiglia che ne ha sempre appoggiato le scelte, al punto che è stata proprio la madre a iscriverla alla scuola per indossatrici di San Juan a Porto Rico.
La sua determinazione l'ha portata a debuttare, nel 2020, alla New York Fashion Week: un'esperienza enorme, che ha acceso su di lei i riflettori e che l'ha portata a posare per le più grandi cover del mondo, da People a Hola!, da Vogue a Univision.
Da allora ha sfilato e posato per i migliori brand. Non solo: Sofia è anche diventata imprenditrice e attivista. Ha infatti aperto un negozio online, Alavett, il cui nome riprende la sua pronuncia della sua fase preferita, I love it, dove crea e vende prodotti d'abbigliamento e accessori per tutti e tutte.
Da Alavett a Love Cloud
Tornando al presente, Sofia si è spostata da love in... love. Sì, perché Victoria's Secret l'ha scelta proprio come testimonial della campagna Love Cloud, in cui compaiono complessivamente 18 donne chiamate a rappresentare una svolta nell'immaginario del brand.
Dopo aver a lungo proposto dei modelli spesso tacciati di promuovere canoni estetici estremi che non rispecchiavano la categoria femminile in toto (ricordiamo la storica e amara esclusione di Bianca Balti dall’iconico catwalk che aveva fatto storcere il naso a molti), il brand si è reinventato.
Per Sofia la scelta di Victoria's Secret è un sogno che si avvera, come lei stessa ha annunciato:
Un sogno che si avvera! Finalmente posso svelarvi il mio segreto… sono la prima modella di Victoria's Secret con la sindrome di down! Grazie a tutti voi per sostenermi sempre nei progetti e grazie a Victoria's Secret per avermi reso parte della campagna di inclusione della Love Cloud Collection. Dentro e fuori non ci sono limiti
Bando ai limiti
Diventando la testimonial di una nuova collezione di intimo pensata per promuovere l'inclusione di corpi e persone di qualsiasi genere, Sofia ha voluto lanciare un messaggio davvero importante: non esistono veri limiti, non ci sono confini che non si possano superare.
In realtà, da sempre il suo motto è «sin limítes», cioè senza limiti, per ricordare a chi pensa di non sentirsi all’altezza di qualsiasi compito di non arrendersi agli standard imposti dalla società.
La rotta inclusiva di Victoria’s Secret
Con questa iniziativa, il marchio apre finalmente le porte all’inclusione e al sogno di rendere top ogni donna indipendentemente dalle proprie caratteristiche fisiche.
Già negli scorsi mesi il brand aveva mostrato il suo cambiamento con la creazione del VS Collective, un collettivo di donne che hanno promosso (e promuovono) l'evoluzione inclusiva del brand. All'interno del collettivo si trovano (tra le altre) personaggi del calibro di Adut Akech, modella, attivista e rifugiata, Megan Rapinoe, sostenitrice dei diritti LGBTQIA+ e sportiva, Paloma Elsesser, esempio di body positivity, e Valentina Sampaio, modella transessuale.
Love Cloud è, però, un altro passo avanti, perché «segna una tappa cruciale nell'evoluzione del brand», come ha dichiarato Raúl Martinez, Head Creative Director del brand di lingerie, aggiungendo: «l'intera campagna rappresenta un nuovo standard positivo per Victoria's Secret».
Sofia e il suo impegno
Se il suo catwalk è stato ripreso dai magazine patinati di tutto il globo e ha segnato l’inizio di quella che Sofia auspica possa diventare una fulgida carriera internazionale, la verità è che a fare la differenza e ad avvicinarla a Victoria's Secret è anche l'impegno che porta avanti con INprende.
Di cosa si tratta? Di un'azienda che si è distinta, negli ultimi anni, per la promozione dell'imprenditorialità inclusiva in vari settori attraverso la formazione e la progettazione di idee creative.
Ma non solo: tramite il suo blog e i suoi social, Sofia comunica con tutte le persone che si sentono diverse, invitandole a mostrare al mondo la loro bellezza. Insomma, è scritto nelle stelle che questa giovane promessa continui a brillare. E speriamo che con il suo esempio illumini anche tante altre attività, ispirandole ad aprirsi a canoni inclusivi per abbracciare tutt* e non lasciare più nessun* esclus*. Questa sì che è davvero bellezza.