“La musica classica è la base per conoscere e comprendere tutta la modernità”: parola di Remo Anzovino, tra i compositori e pianisti più originali e influenti del panorama italiano, già vincitore del Nastro d’Argento e autore di spicco della grande tradizione italiana da film. In occasione del lancio di Apple Music Classical, app progettata per offrire a chi ama la musica classica la migliore esperienza di ascolto, l’artista è stato ospite speciale di un evento tenutosi presso la sede centrale di Apple a Milano. Ne è nata una riflessione sull’importanza della musica classica - che va molto oltre il mondo delle sette note - e sul ruolo che la Gen Z può avere nella sua comprensione e valorizzazione.
La musica classica è fondamentale anche oggi
La musica classica non può e non deve essere identificata come qualcosa appartenente al passato o un settore di nicchia. È fondamentale anche oggi. E i motivi li spiega bene Remo Anzovino: “Le basi delle canzoni che ascoltiamo oggi si rifanno a Palestrina e Bach. Persone che scrivono canzoni di questo tempo conoscono l’armonia, l’organizzazione nello spazio e nel tempo. Tra gli esempi di artisti che capiscono cosa significa una concatenazione di accordi, pur vestendola con il suono che è giusto per il linguaggio di oggi, potrei citare Lazza, Kendrick Lamar e anche Tango di Tananai”. Le grandi opere di musica classica, continua il pianista e compositore, “sono gli strumenti, i ferri del mestiere che ti rendono un musicista”.
E qui entra in gioco Apple Music Classical, che mira a valorizzare non soltanto le opere del passato ma anche quelle del presente: sono oltre 200mila i nuovi artisti disponibili sulla piattaforma. “Come divoratore di musica – continua Remo - è una cosa per me straordinaria: io ascolto 2-3 dischi al giorno, da sempre. Trovo che ci siano delle intuizioni straordinarie in Apple Music Classical, ad esempio la playlist dei brani meno famosi di certi compositori. È come una grande enciclopedia, la vecchia Enciclopedia della musica dove andavo a leggere le cose; solo che oggi le sento”.
Un’altra particolarità della nuova applicazione è che costruisce un continuum tra i vari artisti, anche viaggiando nel tempo: “Attraverso un mio pezzo, magari un ragazzo scopre sull’app i Préludes di Debussy, le Mazurke di Chopin o il clavicembalo ben temperato di Bach. Questo mi fa riflettere sul fatto che una nuova generazione di artisti e compositori è riuscita ad attrarre un pubblico che sta cercando un tipo di suono, un tipo di linguaggio giovane. E questo pubblico a sua volta capirà perché certe pagine, scritte 200 o 300 anni fa, ancora ci parlano”.
Apple Music Classical e la Gen Z
Remo Anzovino non ha dubbi: “Penso che questa generazione sia la migliore degli ultimi cinquant’anni. È la prima completamente digitale, la prima completamente scevra da ideologie del passato, molto più fluida. Se oggi fossi un ragazzo di tredici anni, con la predisposizione per la musica, l’incantamento per la musica, però, utilizzerei Apple Music Classical e avrei accesso a tutto. Quando ho scaricato l’app, ho capito che è pazzesca: ti fa scoprire una serie di autori o vecchie incisioni che non avresti mai scoperto”.
È tutto già a disposizione, non c’è il limite derivante dalla ricerca – non sempre facile – di libri e spartiti: “Nel momento in cui studiamo un compositore, abbiamo immediatamente una risposta. Questa app permette di scoprire le basi e quello che è successo dopo per fare il proprio percorso. Debussy diceva: ‘l’unica regola che conosco della musica è il piacere del mio udito’. Il vero trasgressivo oggi è quello che conosce le regole. Se tu le regole le conosci e le prendi a calci, stai consapevolmente decidendo che quelle regole non servono dal punto di vista espressivo. E mi ritrovo sempre nelle parole di Debussy”.
Non solo playlist
Apple Music Classical ha l’ambizione di essere la migliore piattaforma per gli appassionati della musica classica, i suoi artisti e i suoi interpreti. Mette quindi a disposizione non solo una ricca e variegata playlist ma anche consigli di esperti, biografie, descrizioni di migliaia di lavori e la possibilità di seguire eventi dal vivo. Il team è composto da numerosi professionisti tra cui soprani, flautisti, clarinettisti, violinisti, un compositore, un direttore d’orchestra.
Gratuita per chi è già abbonato ad Apple Music e disponibile anche su Android, la nuova app offre il formato Lossless fino a 24 bit e 192kilo hertz in tutto il servizio e il suono in modalità Hi-Res Lossless. Grazie al rivoluzionario audio spaziale con Dolby Atmos, inoltre, l’utente può godersi migliaia di registrazioni come se fosse in prima fila, immerso in un paesaggio sonoro tridimensionale dove la musica arriva da ogni direzione, anche dall’alto.
Nonostante l’imponente materiale a disposizione, la ricerca ottimizzata e un’interfaccia ultra intuitiva rendono semplicissima la fruizione. “Apple Music Classical – sottolinea Oliver Schusser, vice presidente di Apple Music e Beats - è dedicata non solo a chi si intende di musica classica ma anche a chi vuole avvicinarsi a questo genere. Crediamo la migliore esperienza di streaming al mondo per la musica classica”.