Ci sono oggetti che non sono semplicemente oggetti. Rappresentano un'epoca, evocano ricordi, diventano simboli. L’Italia ne è piena. La giornalista e scrittrice Camilla Sernagiotto ha deciso di raccontarli in un libro che è un tributo appassionato alla cultura e al design italiani da un lato e al costume e alla società nostrana dall’altro. Si intitola Cose molto italiane. Le icone che hanno fatto la storia del Made in Italy (Ultra Edizioni), è fresco di stampa e arriva dopo il successo di Senza scadenza. L’intramontabile packaging Made in Italy, l’enciclopedia sentimentale uscita nel 2023 che riunisce le confezioni di prodotti storici italiani mai cambiate nel tempo.
Tra storia, italianità e un pizzico di nostalgia
“Sono tornata - spiega Camilla Sernagiotto - con una nuova opera che intreccia storia, cultura, resilienza e italianità. Senza tralasciare tantissima bellezza e un pizzico di nostalgia, almeno per quanto riguarda i pochi oggetti che non ci sono più, ovvero il Ciao, Lettera 22 di Olivetti e la vecchia Fiat 500. Per il resto, tutti gli oltre cento oggetti iconici protagonisti assoluti di questa avventura nel Made in Italy sono ancora vivi e vegeti. Dalla Nutella al miele Ambrosoli, dalla crema Cera di Cupra al Martini, dalla pasta Barilla a La Settimana Enigmistica, in queste pagine ho cercato di mettere tutta la nostra storia”.
La scrittrice questa volta non si concentra solo sul packaging, ma spazia tra gli oggetti che hanno costruito l’identità dell’Italia. E non solo all’interno dei suoi confini: nel mondo intero! Dalla Ferrari alla Vespa Piaggio fino al cappello Borsalino e al caffè Lavazza, sono “cose molto italiane” che ci fanno grandi in tutta la Terra.
Un viaggio attraverso icone senza tempo
La moka Bialetti, l’aranciata San Pellegrino, la crema Venus, il fumetto Dylan Dog, il Ferrero Rocher… Oggetti di uso quotidiano per alcuni, autentiche icone per molti altri. In Cose molto italiane, Camilla ripercorre la genesi e l’evoluzione di questi prodotti, soffermandosi su come abbiano conquistato il cuore dei consumatori di ogni angolo del pianeta. In ciascun capitolo dedicato a un'icona, la giornalista si intrufola nell'azienda in cui il prodotto in questione è nato, andando a curiosare, intervistare e chiedere per poi raccontare tutto quello che abbiamo sempre voluto sapere. Anche sul tonno Rio Mare o sul dentifricio Pasta del Capitano!
Il libro include storie che spaziano dal Cornetto Algida all’ovetto Kinder Sorpresa, dal Martini all’album delle figurine Panini. “Ciascun oggetto è un capitolo del grande romanzo dell’Italia. Anzi: un’opera epica. Perché l’avventura che ha portato sulle nostre tavole, sugli scaffali dei negozi, delle botteghe e dei supermercati questi piccoli capolavori artistici è una vera e propria Odissea fatta di innovazione, creatività e di quel genio che ci rende unici e inimitabili”, racconta l’autrice.
Non chiamateli oggetti: sono veri e propri totem culturali
Gli “oggetti” di cui parla Camilla Sernagiotto vanno oltre il concetto di “cose” (nonostante il titolo ne parli proprio in questi termini, come universali “cose molto italiane”). Superano il significato di meri beni di consumo perché sono tutti quanti veri e propri “totem” culturali, come li definisce l’autrice. “Ciascuno di questi 'gioielli' racconta da un lato la storia delle aziende che li hanno creati, dove con ‘aziende’ intendo le famiglie in cui sono nati, dagli impiegati agli operai fino agli inventori, direttori, proprietari e fondatori. Dall'altro lato, ricordiamoci che ogni oggetto dice molto anche della vita quotidiana di un Paese in continuo movimento”, afferma Camilla.
“Il Giallo Mondadori, per esempio, è un simbolo della letteratura di intrattenimento che ha portato il genere poliziesco nelle case italiane, definendo un genere dal nome del colore scelto per la copertina e la costa. Il genere che oggi chiamiamo ‘giallo’, infatti, lo si deve proprio alla collana dei primi gialli ante litteram, quelli editi Mondadori con copertina color canarino insomma. Oppure La Settimana Enigmistica, immancabile compagna di tanti italiani in svariate epoche. Basti pensare che, durante la seconda guerra mondiale, l'inchiostro era razionato per chiunque, quotidiani compresi, ma non per La Settimana Enigmistica perché i soldati al fronte avevano bisogno di svagarsi facendo le parole crociate".
Dalla "grande" alla "piccola" famiglia di Camilla
Scoprire tutti questi retroscena è affascinante. Quelle che consideriamo le piccole cose della nostra quotidianità diventano ancora più importanti e simboliche. "Sapere che sono state essenziali anche per i nostri nonni, bisnonni e trisnonni, aiutandoli in momenti difficilissimi come quelli di una guerra - continua l'autrice - rende tutto ciò ancora più prezioso”.
E quei nonni li cita esplicitamente: “Racconto la storia della mia grande famiglia, l’Italia, ma anche quella della mia ‘piccola famiglia’: i miei parenti. Nel capitolo dedicato alle Tic Tac c’è mio nonno Nino, che ne aveva sempre una scatoletta gusto menta in tasca. In quello dell’Estathè c’è mia sorella Emilia, che ne ha bevuti litri e litri. Per Dylan Dog, parlo di mio cugino Mario. Con la Fiat 500 (nella foto, ndr) il ricordo va alla Signora Albertina, nonna dei miei cugini… Insomma, ci sono tutti quanti: dalla mia mamma al mio papà, dalle zie ai nonni materni e paterni”.
Un libro che parla di passato, presente e anche futuro
Un aspetto che emerge con forza è la capacità di questi oggetti di fungere da “album dei ricordi”. Però Cose molto italiane non si ferma alla nostalgia: Camilla Sernagiotto guarda al futuro, sottolineando come la tradizione italiana sappia continuamente reinventarsi e proiettarsi nel domani, senza però mai dimenticare l’importanza dello ieri. Il libro è arricchito da una prefazione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che definisce Camilla Sernagiotto “una vera e propria biografa del Made in Italy”.
“C’è un’Italia che si riscopre unita solo in rare occasioni. Uno di questi momenti è quando la Nazionale di calcio scende in campo agli Europei o ai Mondiali. È lì, tra cori da stadio e bandiere con il nostro tricolore, che il Paese sembra dimenticare divisioni e conflitti, unendosi sotto il segno dell’azzurro”, spiega Camilla Sernagiotto. “Con questo libro, spero di offrire un collante a tutti noi, qualcosa che sia in grado di unire le persone attraverso simboli condivisi. La storia delle cose semplici, degli oggetti e delle invenzioni che hanno plasmato la nostra identità è una storia che non divide, non ha fazioni né revisionismi”. E nell'introduzione del suo nuovo libro riflette, ponendosi un interrogativo: “E se la Gioconda siamo disposti a lasciarla ai francesi, cosa accadrebbe se i nostri cugini d’oltralpe si prendessero la Nutella?”.