20000 specie di api è il film della regista esordiente Estibaliz Urresola Solaguren che, dopo aver vinto l’Orso d’Argento al Festival di Berlino 2023 per la migliore interpretazione da protagonista alla giovanissima attrice Sofia Otero, arriva nelle sale italiane dal 14 dicembre grazie ad Arthouse, la label di I Wonder Pictures dedicata al cinema d’autore più innovativo, in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.
Con protagoniste Sofia Otero e Patricia Lopez Arnaiz, il film 20000 specie di api è il racconto di un’estate trascorsa in un paesino dei Paesi Baschi che, inaspettatamente, porterà grandi cambiamenti nella vita di tutte le protagoniste. Cocó ha otto anni e sente di essere nata nel corpo sbagliato, quello di un bambino di nome Aitor, mentre sua madre Ane sta affrontando la separazione dal marito e deve fare i conti con la sua carriera artistica e professionale. Aiutata dalla prozia Lourdes, un’apicoltrice con cui stabilisce un fortissimo legame, Cocó dovrà trovare il coraggio di rivelare alla sua famiglia chi è davvero e di ritrovare il sorriso.
Opera che continua a raccogliere gli elogi della critica, 20000 specie di api è la sorpresa dell’anno con le sue storiche 15 candidature ai Premi Goya, gli Oscar del cinema spagnolo, tra cui quelle a miglior regia, miglior film e miglior sceneggiatura.
L’estate della nostra vita
C’è sempre qualcosa di magico nell’estate quando si è bambini. È quasi mitica e nella vita di tutti ce n’è una che idealizziamo e ricordiamo per sempre. Può essere stata quella in cui abbiamo assaporato per la prima volta l’indipendenza, quella in cui abbiamo vissuto il nostro primo amore di gioventù, quella in cui abbiamo scoperto chi siamo o quella in cui abbiamo vissuto un’esperienza veramente indescrivibile. Per la piccola Cocó, la bambina di otto anni protagonista del film 20000 specie di api, l’estate della sua vita è quella trascorsa con la famiglia materna nella soleggiata campagna spagnola a segnare l’inizio della sua ricerca dell’identità di genere. La sua crisi d’identità è affrontata dalle diverse donne della sua famiglia, che desiderano aiutarla a esplorare la sua femminilità ma che devono anche confrontarsi con traumi generazionali e dilemmi artistici propri.
Delicato dramma familiare, il film 20000 specie di api elimina ogni stigma e abbraccia la bellezza metaforica della natura. La toccante dinamica che si instaura tra Cocó e la madre Ane non può che lasciare un mix di commozione e felicità. Ambientato nei Paesi Baschi, questo è un film meraviglioso, sensibile e delicato, che ritrae in modo complesso le relazioni all'interno di una famiglia allargata multigenerazionale, concedendo a ciascuna delle donne della famiglia abbastanza tempo per conoscerle meglio.
Tuttavia, il film non si presenta come un dramma legato alla questione di genere, perché, come ha spiegato la regista Solaguren, i passi graduali della protagonista verso l'autorealizzazione non sono considerati un grosso problema fin dall'inizio: la prozia Lourdes, un'apicoltrice solitaria, le spiega infatti che "esistono 20000 specie di api, e tutte sono buone".
20000 specie di api: Le foto del film
1 / 14La clip in anteprima
“Ho sempre riflettuto sull'identità, sul corpo e sul genere, come anche sulle relazioni familiari, esprimendo questo argomento attraverso il mio lavoro”, ha raccontato Estibaliz Urresola Solaguren, la regista del film 20000 specie di api. “L'identità di genere mi ha sempre interessato. Sono la quinta di sei figli e la maggior parte sono femmine. Ho sempre sentito una frattura tra i ruoli che mi venivano assegnati a casa e il comportamento che avrei dovuto tenere fuori. Ho praticato nuoto dai 6 ai 13 anni. Mi allenavo quotidianamente, gareggiavo nella categoria femminile e mi cambiavo in spogliatoi separati per genere. La differenza sessuale e simbolica del mio corpo ha segnato il mio passaggio dall'infanzia all'adolescenza”.
“Siccome mi piaceva lo sport, ho trascorso la maggior parte della mia infanzia circondata da ragazzi. Ero più adatta all'azione, alla competizione, al gioco... Ma allo stesso tempo, non mi sono mai sentita veramente inclusa in quel gruppo. Questa differenza è diventata ancora più grande quando sono entrata nell'adolescenza e quando il mio corpo è cambiato. Questa storia nasce dalla necessità di mettere in discussione i limiti del rigido sistema sesso-genere. È un sistema che rifiuta e punisce socialmente le zone intermedie che esistono tra due estremi. Questo rifiuto ha generato e continua a generare molta sofferenza. È un retaggio spiacevole, rappresentato nel film dalla figura del padre e dal suo lavoro, dal modo in cui egli percepisce gli ideali maschili e femminili. Si può anche vedere nell'eredità del suo laboratorio, un'eredità di cui Ane, nonostante sia il personaggio più progressista del film, non vuole liberarsi”.
Vediamo insieme una clip in esclusiva del film 20000 specie di api.