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Il primo astronauta messicano nello spazio: Un film su Prime Video ne racconta la vera storia

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Arriva su Prime Video il film A Million Miles Away, in cui l’attore Michael Peña da corpo all’astronauta messicano José Hernandez, capace di realizzare con costanza e determinazione un sogno nato quarant’anni prima. Ve ne raccontiamo la vera storia.
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Prime Video propone dal 15 settembre il film A Million Miles Away. Inspirato dalla vera storia dell’ingegnere della NASA José Hernandez, il film segue l’uomo (interpretato dall’attore Michael Peña) e la sua devota famiglia di orgogliosi contadini nel viaggio decennale che li ha portati dal villaggio rurale di Michoacan, in Messico, ai campi della San Joaquin Valley prima che l’astronauta partisse per il suo viaggio nello spazio, a 200 miglia dalla Terra.

Con l’instancabile supporto dei suoi genitori, parenti e maestri, José ha mostrato una forza di volontà e una determinazione unica per realizzare quello che sulla carta era un sogno impossibile. Ed è su ciò che punta il film Prime Video A Million Miles Away, in cui la regista Alejandra Marquez Abella rende omaggio alla lealtà e alla tenacia di tutta la famiglia Hernandez ricordando quanto necessario sia il potere dei sogni.

Un sogno americano

Il film prime Video A Million Miles Away trae spunto dal libro Reaching for the Stars: The Ispiring Story of a Migrant Farmworker Turned Astronaut scritto dallo stesso José Hernandez. Nato in una famiglia di immigrati contadini, Hernandez nel libro ripercorre la sua vita sin da quando a sei anni lavorava duramente nei campi sognando un giorno di viaggiare nei cieli stellati a bordo di un razzo. Quel sogno, che non lo ha mai abbandonato, si trasformerà in realtà facendolo diventare un giorno il primo astronauta di origini messicane al servizio della NASA.

Tra gli aneddoti raccontati nel libro, Hernandez si sofferma anche sulla sua adolescenza. Fino a 12 anni, infatti, non parlava inglese e ricorda come, nell’età in cui i suoi coetanei si riunivano in bande o saltavano la scuola, lui preferiva studiare e dedicarsi alla sua formazione. Non stupisce quindi come a vent’anni facesse già parte di un team d’élite che lavorava allo sviluppo di nuove tecnologie per la diagnosi precoce di cancro al seno. Eppure, prima di indossare la famosa tuta arancione e partire per lo spazio, è stato rifiutato per ben undici volte dalla Nasa.

Duro lavoro, educazione, perseveranza e voglia di toccare il cielo con un dito hanno reso la storia di Hernandez quella del classico sogno americano, per la cui realizzazione la famiglia ha giocato un ruolo determinante.

Il poster originale del film Prime Video A Million Miles Away.
Il poster originale del film Prime Video A Million Miles Away.

La vera storia di Hernandez

Da sempre siamo appassionati di storie vere che raccontano di persone che, dal nulla, combattendo contro ogni ostacolo raggiungono il successo in campi piuttosto impegnativi. Il film Prime Video A Million Miles Away appaga il nostro desiderio di conoscenza ma ci insegna anche quanto impegno e costanza servano per raggiungere un obiettivo a prima vista impossibile.

Come milioni di altri bambini nel mondo (soprattutto in un’epoca diversa dalla nostra, in cui la corsa allo spazio rappresentava un simbolo anche di potere), José Hernandez sognava di diventare un astronauta sin da bambino, grazie anche a serie tv come Star Trek o a eventi come il lancio dell’Apollo 11 che alimentavano la sua fantasia.

Ultimo nato di quattro figli di una famiglia di braccianti agricoli migranti, che faceva la spola tra la California e il Messico, Hernandez non aveva nemmeno il coraggio di parlare agli altri del suo sogno preferendo studiare alacremente e guadagnandosi un lavoro rispettabile presso il Lawrence Livermore National Lab. Tuttavia, nonostante avesse successo in campo professionale e personale (si era nel frattempo sposato e aveva avuto cinque figli), non dimenticava la sua vera aspirazione. Per diventare astronauta, scriveva e riscriveva alla NASA, arrivando più volte a un passo dalla chiamata finale.

Tutto sembrava remargli contro fino al 2004, anno in cui è riuscito ad entrare nel corpo degli astronauti. Ed è stato poi nel 2009 che ha preso parte alla missione dello shuttle STS-128, coronando un sogno cominciato quarant’anni prima.

“È stato quando da piccolo ho sentito alla radio che il primo ispano-americano stava per volare nello spazio che ho capito che quello era il mio vero sogno”, ha ricordato José Hernandez. “Stavo zappando una fila di barbabietole da zucchero in un terreno vicino a Stockton, in California: ero solo un ragazzino ma non ho più cambiato idea. Mi piacevano già scienza e ingegneria ma non mi bastavano”.

Dopo il diploma di scuola superiore, Hernandez si è iscritto alla University of the Pacific a Stockton, conseguendo una laurea in Ingegneria Elettrica e ricevuto una borsa di studio per la University of California a Santa Barbara. Quando ha poi cominciato a lavorare al Lawrence Livermore National Laboratoty, si è specializzato in diagnostica e microimaging, sviluppando un primo sistema di imaging mammografico digitale che gli è valso molti riconoscimenti a livello internazionale.

“Prima di essere scelto dalla NASA, mi sono dovuto presentare davanti a una commissione selezionatrice. Ed è lì che mi sono ritrovato davanti a colui che aveva ispirato il mio sogno, quel primo astronauta ispanico che rispondeva al nome di Franklin Chang-Diaz”, ha raccontato Hernandez. “Ho scoperto allora che avevamo molto in comune, che avevamo affrontato sfide simili. Tutto ciò ha rafforzato la mia fiducia: qualsiasi barriera ci fosse stata, lui l’aveva già superata… ora era arrivato il mio turno”.

A Million Miles Away: Le foto del film

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