Cielo trasmette la sera del 15 aprile il film Agnus Dei. Diretto da Anne Fontaine e interpretato da Lou de Laâge, Agata Buzek e Agata Kulesza, il film Cielo Agnus Dei ci porta nella Polonia del 1945 dove Mathilde, un giovane medico francese della Croce Rossa, si trova in missione per assistere i sopravvissuti della Seconda guerra mondiale.
Quando una suora arriva da lei in cerca di aiuto, Mathilde viene portata in un convento, dove alcune sorelle incinte, vittime della barbarie dei soldati sovietici, vengono tenute nascoste. Nell’incapacità di conciliare fede e gravidanza, le suore si rivolgono a Mathilde, che diventa la loro unica speranza.
La vera storia di Madeleine Pauliac
Il film Cielo Agnus Dei fa riferimento a una storia realmente accaduta, che viene ripercorsa da Philippe Maynial, nipote della vera Madeleine Pauliac.
“Quando aveva 27 anni, Madeleine Pauliac, medico dello staff di un ospedale di Parigi, si unì al movimento della Resistenza, fornendo materiale e supporto ai paracadutisti alleati. In seguito, partecipò alla liberazione di Parigi e alle campagne militari di Vosges ed Alsace. All’inizio del 1945, in qualità di ufficiale medico delle Forze Interne Francesi, partì per Mosca sotto la guida del Generale Catroux, l’Ambasciatore francese a Mosca, per dirigere la missione di rimpatrio francese.
La situazione in Polonia era drammatica. Varsavia, una città distrutta dopo due mesi d’insurrezioni contro la Germania occupante (tra agosto e ottobre del 1944) era letteralmente rasa al suolo. 20.000 combattenti e 180.000 civili erano morti. Nel corso di questo periodo, l’esercito Russo, presente in Polonia sin dal gennaio del 1944 sotto gli ordini di Stalin, rimase armato e in attesa sull’altra riva del fiume Vistula. Dopo un ulteriore attacco dell’esercito tedesco e in seguito alla scoperta di tutti gli atti di violenza commessi dai tedeschi, l’Armata Rossa e la sua amministrazione provvisoria assunsero il controllo dei territori liberati.
È in questo contesto che Madeleine Pauliac fu nominata nell’aprile del 1945 Primario dell’Ospedale francese di Varsavia, che era ridotto in rovine. Madeleine era a capo delle attività di rimpatrio all’interno della Croce Rossa Francese. Condusse la sua missione in tutta la Polonia e in parte dell’Unione Sovietica. Portò a termine oltre 200 missioni con l’Unità dello Squadrone Blu delle autiste di ambulanza della Croce Rossa, che avevano lo scopo di cercare, curare e rimpatriare i soldati francesi rimasti in Polonia.
Ed è in queste circostanze che scoprì l’orrore nei reparti di maternità, dove i russi avevano violentato le donne che avevano appena partorito e quelle che erano in travaglio; gli stupri erano all’ordine del giorno, e ci furono addirittura stupri collettivi nei conventi. Lei si occupò di fornire aiuto medico a queste donne. Le aiutò a guarire le loro coscienze e a salvare il loro convento.
Madeleine Pauliac morì accidentalmente mentre era in missione vicino a Varsavia nel febbraio del 1946. Agnus Dei racconta un episodio della sua vita: una donna che lotta per salvare altre donne”.
Tra fede e orrori di guerra
Il film Cielo Agnus Dei è ispirato a un evento storico poco conosciuto, avvenuto in Polonia nel 1945. “La storia di queste suore è incredibile”, ha sottolineato la regista Anne Fontaine. “Secondo le note scritte da Madeleine Pauliac, il medico della Croce Rossa che ha ispirato il film, 25 di loro furono violentate nel loro convento (alcune fino a 40 volte di seguito), 20 furono uccise e 5 rimasero incinte. Questo evento storico getta una luce oscura sui soldati sovietici, ma è la realtà; una verità che le autorità si rifiutano di divulgare, nonostante numerosi storici ne siano a conoscenza. I soldati non ritenevano di commettere un atto ignobile, erano autorizzati dai loro superiori, come premio per i loro sforzi”.
“Atti brutali come questo, sfortunatamente, sono ancora largamente praticati ai giorni nostri. Le donne continuano a essere oggetto di simili fatti disumani nei paesi in guerra di tutto il mondo. La storia mi ha subito catturata. Senza sapere neanche perché, sapevo di avere un legame personale con questa vicenda. La maternità e il fatto di porsi delle domande sulla fede erano dei temi che m’interessava esplorare. Volevo avvicinarmi il più possibile a quello che è accaduto a queste donne, per descrivere l’indescrivibile. La spiritualità doveva essere al centro del film”.
“Per me era importante comprendere la routine quotidiana delle suore, e conoscere il ritmo delle loro giornate. Sono andata in visita presso due comunità Benedettine – lo stesso ordine religioso del film. Sono entrata solo come osservatrice la prima volta, poi la seconda ho fatto esperienza della vita di una novizia”.
“La vita nella comunità mi ha molto colpito – questo modo di stare assieme, pregando e cantando sette volte al giorno: è come stare in un mondo dove il tempo è sospeso. Si ha la sensazione di fluttuare in una sorta di euforia, nonostante si sia vincolati da una fortissima disciplina. Ho visto come si creano le relazioni umane: la tensione e la psicologia altalenante di ogni suora. Non è un mondo congelato e unidimensionale”.
“Quello che più mi ha colpito, e che ho cercato di trasmettere nel film, è quanto fragile sia la fede. Spesso pensiamo che la fede fortifichi coloro che ne sono pervasi. Ma non è così: come confida Maria a Mathilde nel film, anzi è esattamente l’opposto: “ventiquattro ore di dubbio per un minuto di speranza””.
Mathilde, interpretata nel film Cielo Agnus Dei da Lou de Laâge, ha un lato incredibilmente moderno. “È una scienziata, molto avanti rispetto ai suoi tempi, senza considerare che le donne medico erano piuttosto rare all’epoca”, ha aggiunto Anne Fontaine. “È giovane, ha appena completato i suoi studi ed è ancora solo un’assistente nella Croce Rossa. In un certo senso, sta portando a termine un viaggio d’iniziazione".
"Ci vuole molto fegato a prendersi la responsabilità di far nascere i figli di queste donne, mantenere un segreto così gravoso e prendersi dei rischi, come ad esempio dover attraversare la foresta di notte per raggiungere il convento, o cercare di passare i blocchi stradali sovietici. Tra l’altro paga quasi fisicamente per questo, e la cosa l’avvicina ancor di più alle sorelle. Il mondo di Mathilde è molto lontano da quello delle suore. Lei vuole guarire le persone e risolvere le situazioni. Eppure, non c’è traccia di manicheismo in lei: senza aderire ad una fede specifica, gradualmente, intravede quello che il mistero della fede potrebbe essere”.