Quella del piccolo Alfredino Rampi, raccontata nella serie tv proposta da Rai 1 l'11 e 12 giugno, è forse la storia italiana che più è rimasta impressa nella mente del Paese per anni e anni. Sebbene siano passati oltre quarant’anni da quel tragico giugno del 1981, ancora oggi è viva nell’opinione pubblica l’immagine di quel bambino che, nonostante i soccorsi e la diretta tv non stop che li documentava, non riuscì a sopravvivere a un incidente solo a prima vista banale.
Quella storia rivive ora con tutto il suo carico di tragicità ed emotività per due sere su Rai 1, con una serie tv che già trasmessa da Sky, conta sulle interpretazioni di Anna Foglietta, Francesco Acquaroli, Vinicio Marchioni, Luca Angeletti, Beniamino Marcone, Giacomo Ferrara e Valentina Romani, tra gli altri. Diretta da Marco Pontecorvo e scritta da Barbara Petronio e Francesco Balletta, la serie tv di Rai 1 Alfredino – Una storia italiana è una coproduzione Sky con Lotus Production.
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Sasso rimasto nel cuore di un intera nazione, la storia di Alfredino ha contribuito, nella sua drammaticità, a dare un impulso decisivo alla costituzione della Protezione Civile come la conosciamo oggi. Ed è grazie alla determinazione di Franca Rampi, la madre di Alfredino, che è sorto anche il Centro Alfredo Rampi, con l’obiettivo di evitare che altri potessero soffrire quanto sofferto da lei e suo marito Ferdinando.
La vera storia di Alfredino Rampi
Alfredino – Una storia italiana, la serie tv offerta da Rai 1, ci direttamente nel 1981. Alfredino Rampi, all'età di sei anni, era un bambino vivace e curioso che viveva a Vermicino, una località vicino a Roma. Il 10 giugno, durante una gita in famiglia presso un pozzo artesiano di proprietà dei Rampi, Alfredino cadde accidentalmente nel pozzo mentre giocava con alcuni amici.
La notizia della sua caduta si diffuse rapidamente e divenne un evento di interesse nazionale. Le operazioni di soccorso furono avviate immediatamente per cercare di salvarlo. Gli sforzi, però, furono complessi e richiesero l'aiuto di squadre di soccorso specializzate provenienti da diverse parti d'Italia. Le operazioni di salvataggio durarono per giorni, con migliaia di persone coinvolte nel tentativo di raggiungere e salvare il piccolo. I soccorritori dovettero affrontare diverse difficoltà, tra cui la profondità del pozzo e l'instabilità del terreno circostante.
Nonostante gli sforzi incessanti dei soccorritori, il corpo di Alfredino Rampi fu recuperato senza vita il 13 giugno 1981, quattro giorni dopo la sua caduta nel pozzo. La notizia della sua morte causò un profondo cordoglio in tutto il paese e un impatto significativo sui media italiani, che seguirono non stop le ultime 18 ore di tentativi di messa in salvo.
La tragedia di Alfredino Rampi portò a una riflessione sulle misure di sicurezza e la necessità di prevenire simili incidenti in futuro. Dopo la sua morte, sono state introdotte regole più rigorose per il controllo e la sicurezza dei pozzi artesiani e delle aree pericolose per i bambini.
I personaggi principali
“La storia di Alfredino appartiene alla memoria di tutti gli italiani, anche quelli che non l’hanno vissuta”, ha sottolineato Marco Pontecorvo, il regista della serie tv di rai 1 Alfredino – Una storia italiana. “Proprio per questo abbiamo sentito una responsabilità maggiore nell’abbracciare il progetto. Tutti hanno veramente dato il massimo. Pur avendo seguito i verbali, abbiamo cercato di uscire dalla pura cronaca, di scavare negli animi dei personaggi e attraverso di loro raccontare un affresco dell’Italia di quell’epoca. Un paese colpito da scandali, crisi di governo e terrorismo che si è fermato col fiato sospeso seguendo la prima diretta televisiva in un’alternanza di speranze e sconforto”.
“D’accordo con la famiglia Rampi si è deciso di non vedere mai il bimbo nel pozzo. Spero che siamo riusciti a rendere la sua assenza una presenza ancor più forte che se fosse stato in scena. Abbiamo anche creato momenti di astrazione che, facendoci uscire dagli eventi, creano uno spazio di riflessione e di tregua dallo scorrere incessante del tempo. Calandoci dentro la storia riusciamo a capire il perché di tante scelte e l’eroicità di tanti personaggi”, ha aggiunto Pontecorvo.
Vediamo allora quali sono i personaggi principali attorno a cui ruota la serie tv di Rai 1 Alfredino – Una storia italiana:
- FRANCA RAMPI (Anna Foglietta)
37 anni, casalinga. È la mamma di Alfredino. Bella, volto volitivo, come le donne dell’antica Roma, dai suoi occhi arrivano energia e passione. Una donna capace di provare un dolore sconfinato, trattenendolo dentro di sé, senza cercare compassione. Non urla, non punta il dito a caccia di colpevoli, non si strappa i capelli. Nessuno può raccontare il suo dolore, ma la sua forza sì. La forza di impegnare tutta se stessa nel far nascere, costruire, organizzare l’associazione ‘Centro Alfredo Rampi’, l’embrione della futura Protezione Civile.
- MAURIZIO MONTELEONE (Giacomo Ferrara)
26 anni, speleologo volontario del Club Alpino Italiano. Più rivoluzionario che ‘soldato’, dimostra coraggio e tecnica nell’affrontare le discese nel pozzo, anche se non vanno a buon fine. Ha la passione del disegno. Logorroico, irriverente e indomabile, non si fa scrupoli a esprimere sempre e comunque la propria opinione, per quanto dura possa essere, anche a costo di entrare in rotta di collisione con chi gli sta intorno.
- NANDO BROGLIO (Vinicio Marchioni)
42 anni, caposquadra del distaccamento dei VV.F. Tuscolano II. Si fa sempre in due, letteralmente, avendo un secondo lavoro. Diretto e di gran cuore, brusco nei modi, ma generoso, nonostante la barba da Mangiafuoco, è un ottimo padre, sempre pronto a giocare a indiani e cowboy con i suoi quattro figli. Ed è proprio trattando Alfredino come un figlio che riesce a stabilire con un lui un dialogo fitto, intenso, capace di tenere in vita il bambino ben oltre ogni aspettativa.
- MARCO FAGGIOLI (Beniamino Marcone)
30 anni, geometra e parte integrante dei VV.F. di Roma. Coordina i primi tentativi di soccorso a Vermicino. Occhiali da vista, poco avvezzo alla divisa, è un vigile del fuoco atipico. Obbedisce a Pastorelli – è l’unico nel corpo dei VV.F. che gli dà del “tu” – ma nello stesso tempo, con pragmatismo e intelligenza, cerca di mediare con gli speleologi per evitare un inutile scontro di competenze e responsabilità.
- ELVENO PASTORELLI (Francesco Acquaroli)
52 anni, ingegnere civile. Dal 1976 è il comandante dei VV.F. di Roma. Pastorelli è ‘il Comandante’ non tanto sulla carta, quanto grazie ai meriti guadagnati sul campo insieme a innumerevoli onorificenze, tra cui una medaglia d’argento al valor civile per aver disinnescato un ordigno esplosivo. Preparato, esigente e combattivo, esercita un carisma innegabile sui suoi uomini, per cui è un imprescindibile punto di riferimento. Pur nella diversità di vedute coi giovani speleologi sul posto, dà fondo a ogni risorsa a sua disposizione per tentare di salvare Alfredino.
- FERDINANDO RAMPI (Luca Angeletti)
41 anni, impiegato dell’ACEA. È il papà di Alfredino. Fisico robusto, volto antico, di poche parole, la sua calma è un punto di riferimento per la moglie Franca. Le rimane sempre accanto, durante e dopo la vicenda, sostenendola con forza e riportandola alla realtà nei momenti più drammatici, fondando con lei una coppia solida. Senza di lui, Franca non sarebbe quella che è.
- TULLIO BERNABEI (Daniele La Leggia)
23 anni, speleologo volontario del Club Alpino Italiano, capo squadra del Lazio. Nonostante la giovane età e l’aspetto da capellone, è adulto e consapevole. Da quando, da bambino, legge il Viaggio al centro della terra di Jules Verne, sondare le grotte più inesplorate del pianeta diventa il sogno della sua vita. Voce pacata e modi gentili, organizza e coordina le discese dei volontari in fondo al pozzo.
- LAURA BORTOLANI (Valentina Romani)
24 anni, volontaria del Club Alpino Italiano. Oltre ad essere speleologa è anche geologa. Fidanzata di Tullio, archetipo della donna moderna e indipendente, è un ‘maschiaccio’ che preferisce i pantaloni alle gonne e la picozza al trucco. Sicura di sé, non si lascia convincere facilmente anche se davanti ha uno con i ‘gradi’. Infatti, è la prima a mettere in discussione il piano del pozzo parallelo.