Andrea Arru ha solo 14 anni ma è uno dei più bravi attori in circolazione in Italia. Non solo tra i coetanei ma anche tra tutti coloro che si trovano davanti a una telecamera o macchina da presa. Ha un non so che di innato che lo porta a una recitazione pura, pulita e priva di sovrastrutture. È sulle scene da quando, piccolissimo, partendo dalla provincia di Sassari ha mosso i primi passi come modello per alcune delle maggiori maison della moda italiana baby. Da allora ne è passato di tempo e Andrea di strada ne ha fatta veramente tanta.
I suoi occhi azzurri da normanno, nel gene di famiglia grazie a una nonna paterna originaria di Palermo, e i suoi capelli castani Andrea Arru è entrato nelle case degli italiani grazie alla televisione. Non solo grazie agli spot televisivi ma anche grazie alle serie tv a cui ha preso parte. Chiunque lo ricorda in Buongiorno mamma o in Storia di una famiglia perbene. Ed è arrivato al cinema: in lui hanno creduto i registi Toni D’Angelo e Samuele Rossi, ad esempio, che lo hanno voluto rispettivamente in Calibro 9 e Glassboy. Ma ancor prima ha puntato sul contrasto generato dal suo aspetto “angelico” e la storia horror di cui voleva raccontare il regista Alfredo Moreno nel cortometraggio Resurrection – The Last Chapter.
E, oggi, Andrea Arru è pronto a varcare definitivamente anche i confini nazionali. È nel cast della serie internazionale The Dirty Black Bag ed è il protagonista, insieme a Flavia Leone, della serie Netflix Di4ri, prodotta da StanbyMe. In piattaforma dal 18 maggio, Di4ri con i suoi quindi episodi restituisce uno spaccato unico della realtà dei preadolescenti di una piccola scuola media, tra primi amori, dissidi, amicizia, e temi più importanti e sentiti come l’accettazione, l’omosessualità, le pressioni genitoriali, la separazione.
In Di4ri, Andrea Arru interpreta, con forza e talento, il personaggio di Pietro Maggi. Dodicenne sicuro di sé e del suo carisma, Pietro fa i conti con i litigi dei genitori sulla via della separazione, il bullismo scolastico e, inevitabilmente, il primo amore.
Ed è dal confronto con il suo Pietro che siamo partiti per un’intervista esclusiva ad Andrea Arru, da cui emerge un ritratto unico, tra il serio e il divertito, del giovanissimo attore. Perché Andrea prende sul serio tutto ciò in cui fa senza smettere però di divertirsi, senza dimenticare quella leggerezza che è tipica della sua età e che tutti, un po’, gli invidiamo. Scherza nelle risposte ma, al tempo stesso, racconta molto di sé, evidenziando come le luci dei riflettori, grazie al supporto anche di due genitori sempre attenti, non abbiano influito sulla sua crescita. Anzi.
Ad maiora semper, Andrea.
INTERVISTA ESCLUSIVA AD ANDREA ARRU
In Di4ri interpreti Pietro, un tredicenne sicuro di sé e del suo carisma. È nei fatti un tuo coetaneo. Quanto è stato difficile interpretarlo? È vicino o lontano dal tuo modo di essere?
Pietro ha proprio copiato da me! Direi che, anche nella vita reale, mi comporto più o meno come avviene in scena. Ha i miei difetti ma, per fortuna, anche i miei punti forti: il valore dell’amicizia, il piacere della sfida ed un briciolo (forse qualcosa in più) di strafottenza ;) Per questo motivo non è stato affatto difficile per me interpretarlo e, anzi, mi ci sono proprio divertito!
Quello di Pietro è un personaggio che vive sulla propria pelle le conseguenze della separazione tra i propri genitori. Che rapporto hai invece tu con i tuoi?
Ehhhh, domanda difficile!! Fra loro, a differenza della serie tv, vanno d’accordo, ma io sono piuttosto insofferente e ribelle alla disciplina e alle regole, per cui spesso ci sono discussioni molto accese. So però che dicono le cose per il mio bene! Mi piacerebbe molto vivere con i miei amici in un appartamento tutto nostro fuori controllo!! Hahahaha
Pietro in Di4ri è una sorta di moderno James Dean, con la faccia tosta quanto basta. A chi ti sei ispirato per interpretarlo? Come ti sei preparato al personaggio?
Mia nonna è fissata che le ricordo questo James Dean!! Me lo dice sempre, ha una fissa! Ma come si fa a paragonare epoche distanti ormai anni luce? Comunque, se era tipo me, doveva essere uno molto in gamba!! Hahahaha ;) Scherzi a parte, ho letto che lui era l’immagine di un ragazzo ribelle, bello e dannato. L’idea mi piace.
Per interpretare Pietro non ho dovuto fare altro che ispirarmi … a me stesso! Non ho avuto bisogno di una lunga preparazione quindi.
In Di4ri, Pietro a scuola non è proprio quello che si dice una cima. Come riesci tu, sulle scene oramai da anni, a conciliare scuola e lavoro?
Abbiamo una domanda di riserva?? Diciamo che cerco un equilibrio molto complicato. Ora, poi, al liceo (liceo Scientifico Sportivo Canopoleno di Sassari) è davvero un’impresa. Se incontro chi ha inventato la matematica e la fisica gli buco le gomme, giuro!! Sono le due materie che mi fanno dannare! E poi perché devo sforzarmi di capirle? Che si sforzassero loro di capire me, accidenti!
Pietro si innamora in Di4ri di Livia, l’unica ragazza della scuola che non sembra subire il suo fascino. Per la prima volta, sullo schermo ti innamori. Cos’è l’amore per Pietro? E per Andrea? È un sentimento che hai già conosciuto nella vita reale? Hai avuto la tua prima cotta?
Livia, all’inizio, della serie la trovo proprio una tipa noiosissima! Sempre impeccabile e precisa, uff… praticamente l’opposto mio! Poi, però, per quella stupidissima scommessa devo assolutamente riuscire a baciarla e … ci casco proprio di brutto. L’amore è una grossa fregatura, datemi retta! Ti rende debole e vulnerabile e le ragazze se ne approfittano. Poi trovi quella che ti frega e t’innamori però. È inevitabile. Si, ci sono cascato anche io. È bello-brutto-assurdo-forte-stupendo, tutto assieme. Non si è mai preparati abbastanza quando ti succede!
In Di4ri hai dato i tuoi primi baci cinematografici. Che sensazione hai provato? C’era imbarazzo tra te e le attrici? Non sveliamo chi per non spoilerare. Cos’è per te un bacio?
Ti spoilero io una cosa: avevo già baciato sullo schermo, in Storia di una famiglia perbene. Nessun imbarazzo, quindi: ero già un baciatore esperto! Hahaha! Non credo sia stato imbarazzante neppure per le attrici, sono cose naturali e … belle se ti piace quella ragazza. Un bacio esprime l’attrazione fisica inizialmente. Se si esagera si rischia di rimanere attratti anche mentalmente ed è un vero casino, credetemi…
Uno dei valori fondamentali di Di4ri è l’amicizia. Pietro e Giulio sono inseparabili. Quanto è importante per te l’amicizia nella vita di tutti i giorni? Chi è il tuo più caro amico?
Dai, Giulio è proprio forte! Come fa a non essere simpatico? Dice un sacco di cavolate ma è davvero unico. Nella serie, io e Giulio siamo diversissimi e devo sempre proteggerlo ed aiutarlo, ma lui è un vero amico, anche se avremo anche un brutto bisticcio. Perché? Le ragazze ovviamente.
L’amicizia per me è la cosa più importante e non saprei farne a meno. Non mi piace fare graduatorie tra gli amici perché, come per scegliere Miss 2^ D, si rischia di offendere qualcuno. Ho tanti amici e ci vogliamo un gran bene!
Uno dei pregi di Di4ri è quello di trasmettere un chiaro messaggio di accettazione e inclusività. Quanto sono importanti per te? Hai mai vissuti pregiudizi o discriminazioni nei tuoi confronti? Non deve essere semplice essere un attore così affermato sin da piccolo.
Ehhh, purtroppo da piccolo (ho iniziato con lo spettacolo a sei anni) ho avuto problemi con alcuni ragazzi. Ho dovuto difendermi e ho imparato a farlo per necessità. Da noi (in Sardegna) mi vedevano come un marziano che fa cose strane, e se sei diverso dal gruppo molti non ti accettano.
In Di4ri si parla anche di accettazione di sé e coming out. Quanto è importante per la tua generazione vivere con serenità il proprio orientamento sessuale o una condizione di diversità come la dislessia? Hai mai avuto un amico come Daniele o Giulio, che ti hanno permesso di vivere situazioni simili a quelle raccontate nella serie?
Penso che per la mia generazione sia molto più facile di prima. A scuola ho avuto diversi compagni dislessici o con problemi diversi e conosco almeno 4 persone, anche se sono più grandi di me, che sono dichiaratamente gay. Non mi è mai capitato di vivere in diretta il coming out di qualcuno ma di sicuro non avrei nessun problema. Ma non esiste proprio!
Lo sport in Di4ri diventa veicolo di messaggi e valori positivi. Pietro pratica basket. Tu hai il tempo di praticare qualche sport? Se sì, quale?
Io studio al Liceo Scientifico SPORTIVO! Non ho il tempo per praticare ora sport extra-scolastico ma ti assicuro che quello che facciamo a scuola basta e avanza! Facciamo nuoto, calcio, corsa, salto in alto ed in lungo, basket e so che più avanti faremo anche lo sci. Sono, quindi, sia sport individuali che di squadra e mi piacciono più o meno tutti.
I protagonisti di Di4ri smettono pian piano di essere delle isole per diventare gruppo. Ti sei mai sentito solo? Quanto è importante la forza del gruppo?
Certo! Penso capiti a tutti nella vita. Soprattutto, quando cambi classe come me quest’anno che ho iniziato il liceo. Mica ti sono tutti simpatici o ti accolgono a braccia aperte. Le “isole” si avvicinano col tempo e, per fortuna, nascono delle belle e grandi amicizie, come è successo a noi ragazzi sul set di Di4ri. Il gruppo ti da una forza incredibile e allora riesci a fare cose che da solo sarebbero impossibili, come vincere la partita di basket della seconda D ad esempio!
In Di4ri il mondo degli adulti appare, giustamente, incomprensibile agli occhi di un adolescente. Cosa ne pensi tu degli adulti e del peso delle loro imposizioni?
A volte sono veramente assurdi. Non capiscono nulla delle nostre esigenze e pretendono di imporci regole, orari, metodi che non hanno nessuna logica. I miei vanno a letto presto mentre a me piace fare tardi ed alzarmi tardi la mattina, ad esempio. Non si accorgono che il mondo dai loro tempi è cambiato! Devono farci spazio, siamo la Generazione Z!
Che rapporto hai tu con i tuoi compagni di classe? E con i coetanei in generale? Hai mai incontrato dei bulli come Matteo?
Ancora non si è creata una vera amicizia in classe, calcola che io sono arrivato nella nuova classe del liceo solo a gennaio perché stavo sul set per i Di4ri fino al 23 dicembre. Gli amici li ho fuori dalla classe e poi spesso vado a Roma per divertirmi con i ragazzi del set con cui si è creato un bellissimo rapporto di amicizia. I bulli esistono ma ho imparato a metterli al loro posto, non mi fanno paura, sono più duro di loro. Sai una cosa buffa? Matteo (Alessandro Laffi) e io siamo amicissimi nella vita ed è tutt’altro che un bullo. È adorabile e appena possiamo ci vediamo. Vedi, lui ha dovuto interpretare un ruolo diversissimo da come è nella realtà, ma è stato veramente bravissimo e riesce a sembrare realmente aggressivo ed antipatico!
In Di4ri hai avuto la possibilità di lavorare con un mostro sacro della recitazione come Fortunato Cerlino. Cosa hai imparato da lui?
Fortunato è un grande! Siamo noi fortunati ad averlo avuto come bidello a scuola nella serie. Io poi ho con lui un rapporto umano speciale, che viene fuori in una scena fondamentale molto drammatica. Ma non voglio anticipare nulla. Abbiamo interagito molto bene devo dire che dopo qualche scontro verbale nella scuola, Giulio ed io lo abbiamo finalmente coinvolto quando abbiamo scoperto che … (lo vedrete guardando la serie!). Fortunato mi ha aiutato ad essere spontaneo e naturale anche in quelle scene molto delicate.
La maggior parte dei tuoi compagni di avventura erano attori alle prime esperienze. Cosa hai imparato da loro e cosa hai insegnato tu a loro?
Beh, loro mi hanno riportato con la memoria ai miei esordi, quando il set mi sembrava un mondo strano e sconosciuto. Abbiamo interagito perfettamente però e la loro spontaneità è stata determinante. Alessandro (Celli, il regista), ha tirato fuori il meglio da ognuno di noi, chiedendo a me di fare ricorso alla "tecnica" quando occorreva nelle scene più impegnative ed a loro di essere naturali, veri. Credo proprio che ci sia riuscito. Non saprei dirti se mi abbiano "rubato" un qualche segreto del mestiere, ma stai sicuro che erano tutti bravissimi!
Che esperienza è stata quella rottura della quarta parete in Di4ri? È divertente mentre si recita rivolgersi direttamente allo spettatore?
Sinceramente non ero abituato a una cosa simile. Da sempre il "non guardare in camera" è un tabù nel cinema ed è la prima regola che mi è stata insegnata fin dai tempi di Spot (il mio primo cortometraggio). Inoltre, interrompere un’intenzione recitativa e mettersi di punto in bianco a dialogare in camera col pubblico comporta molta concentrazione e attenzione, soprattutto se poi occorre "rientrare" nell'azione precedente. Però, sai com'è, ci si abitua a tutto.
Hai paura del fatto che Di4ri sarà da luglio disponibile in quasi tutti i paesi del mondo? Hai mai avuto timore dei risvolti negativi del successo? Immagino che la gente ti riconosca per strada. Come reagisci?
Anche Glassboy (un mio film precedente) è andato un po’ ovunque nel mondo e non succedono in questi casi cose particolari se non che i giornali ne parlano e gli adulti li leggono, ma finisce lì. È la circolazione in Italia che mi ha fatto sentire un po' di notorietà, soprattutto dopo Storia di una famiglia perbene, che è piaciuto ai ragazzi e c'è stata risonanza sui social. Ma ora, con la promozione di Di4ri a tappeto sui social per la Generazione Z, temo che la cosa vada a crescere molto e penso che i coetanei mi riconosceranno sia a scuola che per la strada. Finora a chi mi chiede un selfie o un autografo non dico certo di no. Cerco sempre di essere gentile e disponibile con tutti veramente.
Torneresti a rivestire i panni di Pietro se ci fosse una seconda stagione di Di4ri?
Sul personaggio di Pietro ho lasciato il cuore, così come sugli amici del set. Mi farebbe molto piacere.
Sei di origine sarda e hai una nonna siciliana. Di4ri è ambientato su un’isola. Quanto è importante per te il mare?
Il mare separa, e per noi isolani viaggiare per divertimento o per lavoro è sempre un problema da aggiungere a quelli "normali". Quindi da questo punto di vista rappresenta un handicap. Però, è anche la vita, con lo spettacolo di panorami stupendi che regalano tramonti unici sull'orizzonte, che mi aiuteranno nella serie a far capitolare la ragazza di cui mi sono innamorato.