«Sono una grande ammiratrice della scrittura di Alessandro Baricco», ha esordito Angelina Jolie al 42 Torino Film Festival, introducendo la genesi del suo ultimo film da regista, Without Blood, tratto da Senza sangue. «Ho letto questo libro circa otto anni fa, e mi ha lasciata profondamente colpita. Alessandro ha un talento straordinario: scrive con una chiarezza che è rara. Ogni parola, ogni dettaglio del suo lavoro dipinge un quadro così vivido. Per me, è come se scrivesse pensando già al cinema, come un regista che utilizza le parole al posto delle immagini».
L’attrice e regista ha spiegato come il libro rappresenti «molto più di una semplice storia. È un viaggio nella nostra umanità, un’esplorazione delle relazioni umane e delle scelte morali che affrontiamo. Mi sembrava una discussione necessaria, soprattutto oggi. Ho deciso di adattarlo cercando di rimanere il più fedele possibile al testo originale. Ho cambiato pochissimo perché credo che la bellezza del lavoro di Alessandro sia già nella sua purezza».
Il processo creativo e la cura per i dettagli
Per Angelina Jolie, premiata per l’occasione con una Stella della Mole, la chiave del successo è stata l'umiltà e il rispetto verso il materiale originale. «Quando lavori su un’opera come questa, che ha già una sua vita e un suo significato profondo, devi approcciarti con rispetto. Ho lavorato con una squadra incredibile. Ogni membro del team, dagli attori ai tecnici, ha letto il libro e ha cercato di comprenderne ogni sfumatura, ponendoci noi stessi le domande che il libro poneva e portandoci a guardarci dentro».
Particolare attenzione è stata data alla selezione del cast, Salma Hayek, soprattutto, che nel film è straordinaria. «La conoscevo come attrice, ma durante questo progetto ho scoperto un lato di lei che va oltre: la madre, la donna con un background culturale ricco, la persona che ha vissuto un percorso artistico unico. Questo ha reso la sua interpretazione così autentica perché era in grado di capire le questioni in gioco».
Sull’importanza dello studio del comportamento umano
«Suppongo di farlo, sì», risponde Angelina Jolie quando le si chiede se le interessa in particolar modo l’approfondimento del dolore. «Ogni artista studia il comportamento umano. Non si tratta tanto di cercare la sofferenza, ma ho scoperto che coloro che hanno sofferto di più hanno anche la comprensione più profonda della vita e dell’amore. Portano con sé una saggezza e una profondità che, nel corso degli anni, mi hanno dato grandi insegnamenti. Penso, per esempio, alle famiglie di rifugiati».
Angelina Jolie ha spiegato come queste esperienze abbiano influenzato il suo modo di vedere il mondo e di raccontare storie: «Quando vogliamo capire l’umanità, con tutta la sua crudeltà e i suoi gesti inumani, o quando cerchiamo di capire come ci aiutiamo a vicenda nei momenti più difficili, scopriamo che coloro a cui è stato tolto così tanto hanno spesso tanto da insegnarci. È una lezione potente».
Affrontare la violenza con consapevolezza
Il film Without Blood tratta temi difficili come la violenza, ragione per cui Angelina Jolie non si è sottratta a una riflessione profonda sulla violenza contro le donne. «Nel film si affronta la violenza, specialmente contro le donne. E mi ha fatto riflettere: anche se spesso parliamo delle donne come vittime, vediamo che, in molte situazioni, gli uomini subiscono altre forme di dolore. Questo non toglie il fatto che dobbiamo proteggere i più vulnerabili al mondo, uomini, donne, bambini, tutti. Però è un dato di fatto che le donne e le ragazze sono più frequentemente vittime di abusi. Questo è innegabile».
Ha aggiunto, sottolineando un’urgenza: «Vediamo che questa realtà, in molti casi, sta peggiorando. Dall’Afghanistan a molte situazioni domestiche, il problema è evidente. Eppure, il modo in cui la società affronta questi temi spesso normalizza la violenza, la guerra e gli abusi. Ogni giorno assistiamo a numeri spaventosi: perdite di vite umane, stupri, omicidi. Non possiamo più considerare normale tutto ciò».
«Credo che dobbiamo andare oltre il semplice parlare di quanto tutto questo sia sbagliato: lo sappiamo già. Sappiamo che è disumano. Ora dobbiamo concentrarci su come agire. Voglio spostare la conversazione da ‘questo è sbagliato’ a ‘come possiamo, uomini e donne insieme, opporci a chi agisce con ignoranza e violenza?’ Dobbiamo focalizzarci sul costruire relazioni, proteggerci a vicenda e vivere insieme in modo migliore».
Jolie ha concluso con un invito: «Oggi (vigilia del 25 novembre, ndr), forse, è una giornata dedicata al pensiero sulle donne, ma invito tutti gli uomini a unirsi a questa conversazione. È solo insieme che possiamo cambiare davvero le cose».
Un viaggio umano, oltre che artistico
Angelina Jolie ha concluso parlando del valore personale e collettivo del suo Without Blood. «Ogni progetto lascia qualcosa dentro di me, ma questo film è stato speciale. Mi ha costretta a guardare dentro me stessa, a riflettere su come trattiamo gli altri, su come ascoltiamo o non ascoltiamo. È stato un viaggio collettivo, non solo per me, ma per tutti quelli che hanno lavorato al progetto. Credo che ci abbia resi più consapevoli, più umani».
«Qualche volta per il pubblico risulta complesso addentrarsi in tale difficoltà, soprattutto quando cerca di individuare chi è il buono e chi il cattivo: in questo film, non lo troverà perché c’è tutta quella complessità che, come esseri umani, ci portiamo dietro. È solo quando ci soffermiamo a riflettere su ciò che abbiamo vissuto o fatto che ne comprendiamo il senso. La difficoltà non è stata dunque data dal fare un film ma dall’entrare in relazione con l’altro, dal pensare a come ci relazioniamo e dalla necessità di ascoltarsi a vicenda. La maggior parte dei problemi di oggi nascondono dal fatto che non ascoltiamo e seguiamo solo nozioni preconcette».
Angelina Jolie non nasconde l’intento del film: non dare risposte, ma stimolare il pubblico a riflettere. «Voglio che le persone escano dalla sala con domande. Voglio che riflettano sulle scelte morali, sulle relazioni umane e sulla complessità della vita. Non si tratta di dare risposte, ma di stimolare una conversazione».
Con queste parole, Angelina Jolie dimostra ancora una volta il suo impegno non solo come artista, ma anche come voce che invita il pubblico a guardarsi dentro e a esplorare le complessità del mondo che ci circonda.