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In un delicato film, un bambino cresciuto dai cani affronta gli orrori del nazismo

arf film
Presentato al Sottodiciotto Film Festival di Torino, il film Arf ricorda e racconta la Shoah, in modo che ciò che è successo non accada mai più. Il tutto attraverso gli occhi di un cane.

Arf è il film d’animazione che diretto da Anna Russo e Simona Cornacchia sarà presentato come evento speciale al Sottodiciotto Film Festival di Torino sabato 16 dicembre (con ingresso gratuito). Prodotto da Genoma Films in collaborazione con Margutta Studios, Panebarco srl, ShowLab srl e Digitoonz (con il sostegno della Regione Emlia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission e con il contributo selettivo del MiC), il film Arf è un dramedy i trasporta nel bel mezzo di una guerra ispirata alla Seconda guerra mondiale dove un Mowgli del XX secolo, salvato e allevato da una cagnolina, trova il coraggio per sfidare nientedimeno che il Dittatore in persona.

La particolarità del progetto, girato in 2D, sta nell’idea di parlare di temi come il razzismo, i campi di concentramento, la separazione, la diversità, ma soprattutto la sofferenza dei bambini durante tutte le guerre. Tutto sarà però visto e raccontato da un’angolazione assolutamente anomala: gli occhi di un cane. I titoli di coda scorrono su una canzone scritta da Tony Canto e Simone Cristicchi e interpretata dal cantautore.

La trama del film

Arf, il protagonista dell’omonimo film, è un bambino, ma non sa parlare, abbaia. Però ha un ottimo fiuto e un carattere adorabile. Nato in un paese in guerra, Arf è stato salvato da Bianca, una golden retriever che lo ha cresciuto nel branco di randagi che vive su una collina ai margini della città. Ma la guerra giunge anche in quel luogo magico, il branco viene disperso in una retata e Arf viene portato in un campo di prigionia insieme ad altri bambini.

Arf, però, non conosce la cattiveria degli esseri umani e, anche in quel luogo triste, trova amici e continua a sorridere. La serenità del bambino che sa soltanto abbaiare fa infuriare però il nevrastenico comandante del campo, che condanna Arf ad essere sbranato dai dobermann guardiani del campo. L’ufficiale non immagina che i cani decidano invece di difendere il cucciolo e scatenino un ammutinamento proprio nel giorno in cui il Dittatore viene in visita per tenere un discorso alla nazione.

Anche lui dovrà vedersela con Arf, che si intrufola dal barbiere che sta preparando il Dittatore per il discorso e provoca il taglio dei baffi per cui il Dittatore è famoso. Quando il tiranno sale sul palco, le sue guardie non lo riconoscono più. Senza i suoi baffi, il terribile Dittatore diventa un uomo qualunque...

Nella confusione, Arf è raggiunto da mamma Bianca, che grazie al fiuto lo ha ritrovato. Insieme a lei, riesce a far uscire dal campo tutti i piccoli prigionieri e fugge insieme a loro verso la collina dove è cresciuto e dove li aspettano la felicità e la pace.

I protagonisti del film Arf.
I protagonisti del film Arf.

I temi del film

“La tecnica di animazione scelta è quella tradizionale 2D, i contorni dei personaggi rimangono grezzi, vibranti,i fondali acquerellati e texturizzati, l’ispirazione grafica per il design viene dall’arte dei primi del ‘900, Liberty e Art Deco”, hanno spiegato le due registe del film Arf, Anna Russo e Simona Cornacchia. “Di grande importanza le forme e le composizioni delle immagini: linee sinuose e morbide e colori caldi per le situazioni tranquille, linee spigolose e simmetrie claustrofobiche per le fredde ambientazioni dei campi di concentramento e delle città assediate. Nessuna violenza esplicita, ma ci saranno tante metafore, visioni oniriche, simboliche, linee e colori saranno un veicolo fondamentale con cui emozionarsi”.

“L’idea di base della storia sta nel concetto che tutto può essere osservato in molti modi: basta cambiare il punto di vista e quella che sembra essere una fine si trasforma in un nuovo inizio. La purezza, l’ingenuità e la capacità del personaggio di vedere il buono in tutte le cose sono in grado di destabilizzare anche il momento più buio della storia. Questo pensiero si riflette anche nell’animazione: le esplosioni si trasformano in fiori, il filo spinato diventa radici degli alberi, cacciabombardieri disegnati come uccelli migratori. Tutto è in continua trasformazione ed evoluzione”.

“La particolarità del progetto sta nell’idea di parlare di temi come il razzismo, i campi di concentramento, la separazione, la diversità, ma da un’angolazione assolutamente anomala: gli occhi di un cane. Gli uomini sono decisamente più intelligenti dei cani, eppure a nessun cane è mai importato del suo colore. Da questo pensiero è nata l’idea del film, che porta temi terribili su lidi surreali. La risata viene spontanea, ma fa pensare, apre le porte del cuore e fa entrare una nuova idea”.

Arf è un film che si inserisce nella categoria di iniziative per la Giornata della Memoria, cercando di offrire una nuova rappresentazione degli argomenti in un modo che consenta compenetrazione ed empatia. Ricorda e racconta, in modo che ciò che è successo non accada mai più.

Arf: Le foto del film

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