Entertainment

Biagio: Un film su Rai 1 ricorda Biagio Conte

biagio film rai 1
La scomparsa a Palermo del missionario laico Biagio Conte ha spinto Rai 1 a proporre il film Biagio, realizzato da Pasquale Scimeca. Con la speranza che l’esempio di fratello Biagio non cada nel dimenticatoio.
Nell'articolo:

Rai 1 propone sabato 14 gennaio in seconda serata il film Biagio di Pasquale Scimeca. Ripercorre la storia del missionario laico Biagio Conte, scomparso giovedì 12 gennaio a Palermo a soli 59 anni. La storia di Biagio Conte non ha forse eguali in tutto il mondo.

Come ricorda il regista Pasquale Scimeca, “Il cammino di fratel Biagio è sempre stato controvento. Mentre tutti quelli della sua generazione pensavano solo ad arricchirsi e consumare, lui si è spogliato delle ricchezze ed è andato a vivere nei boschi a cibarsi di bacche e frutti selvatici. Mentre tutti quelli della sua generazione gridavano “Dio è morto”, lui guardava verso il cielo per cercare Dio, quel Dio misericordioso e compassionevole, che alla fine ha trovato nei poveri, nei migranti, in chi ha perso tutto, persino la speranza. Ha camminato, fratello Biagio, ha gioito, ha cantato, ha sofferto, come San Francesco, ci ha indicato la strada, che poi è sempre quella, che tutti noi, persi come siamo nel buio di una notte che non vuol saperne di finire, abbiamo smarrito”.

Il film Biagio

Biagio, il film proposto da Rai 1, ci porta ai primi anni Novanta. Biagio Conte (Marcello Mazzarella), un giovane che vive nella città di Palermo insanguinata dalla violenza mafiosa, lascia la famiglia, gli agi e le ricchezze per dedicare la sua vita ai poveri. Per anni, vive alla stazione con gli homeless, condividendo la loro esistenza di emarginati in un vagone.

Poi, decide di occupare un edificio abbandonato di proprietà del comune. Nasce così la Missione di Speranza e carità, una delle più rivoluzionarie esperienze di vita e di accoglienza nella città di Palermo. Un esempio, da seguire e da imitare, per tutti quelli che hanno a cuore gli ultimi, i poveri, i migranti, i senza tetto, chi non ha voce né speranza.

“Il film affronta i grandi temi della vita: dalla religione all’ambiente, dalla giustizia sociale alla solidarietà, e assurge a paradigma del nostro tempo in crisi di valori e ideali… L’urgenza di una testimonianza diventa invito al recupero di un’ecologia del pensiero che prende forma nella natura. Francescano, innocente, senza compromessi: un film per nulla neutro, puro, militante per la pace e per la sostenibilità della vita”, si legge dalla motivazione della giuria del premio Green Movie Award, assegnato al film al Festival di Roma del 2014.

A Dio, fratello!

La morte di Biagio Conte ha lasciato la città di Palermo sgomenta. Fino a qualche giorno prima, nonostante le critiche condizioni di salute, Biagio Conte aveva partecipato a una messa. Era su una lettiga, sofferente e silenzioso, ma non aveva voluto rinunciare al suo Dio. Per cercare di capire chi fosse e quanto fosse importante la sua presenza in città, basterebbe fare un giro alla Missione di Speranza e Carità, là dove in mezzo ai meno fortunati aveva creato un’oasi di inclusività e aiuto.

Mentre qualcun altro giovedì sbandierava una beneficenza pro media con una conferenza stampa, Palermo piangeva il suo angelo buono. Chiunque di noi (sono palermitano e vivo in città) conosceva Biagio Conte. C’è chi lo aveva incontrato per strada durante i suoi pellegrinaggi, chi mentre era in ritiro in chissà quale sperduta grotta e chi alla Missione, aperta a chiunque volesse portare qualcosa. Biagio accoglieva tutti con il sorriso e con una parola buona. Per lui e i suoi fratelli un vestito anche logoro e usurato equivaleva a un lussuosissimo abito griffato, un pacco di pasta a un pranzo luculliano e un abbraccio a tutto l’amore del mondo.

La trasmissione del film Biagio su Rai 1 è un piccolo risarcimento di ciò che noi tutti dobbiamo a fratello Biagio Conte. Lui che di agi poteva averne quanti voleva ha dato il perfetto esempio di ciò che vogliono dire carità, fratellanza e abbraccio. Era in prima linea ogni volta che si trattava di difendere un diritto degli ultimi: immigrati, ex carcerati, prostitute, senzatetto e senza nome. Non ha mai voltato le spalle a nessuno, sempre lontano dai clamori e dai riflettori. Testardo come pochi, era in grado di digiunare anche per mesi pur di attirare un minimo di attenzione da parte delle istituzioni. Non per lui ma per i suoi fratelli, quelli che noi con la puzza sotto il naso ignoriamo o scansiamo.

La speranza è che non solo Palermo si ricordi di Biagio Conte. Per martedì, giorno dei funerali in Cattedrale, sono attese diecimila persone. Saranno diecimila abbracci che Biagio avrebbe voluto destinati alla sua Missione. Ricordiamocene ogni volta che ci consideriamo super eroi con l’invio di un messaggio solidale o osanniamo falsi miti che vivono di adv. C’è un luogo a Palermo, così come in tantissime altre città, in cui anche un euro può fare la differenza, al di là di ogni ragionevole dubbio. L’inclusività passa per il reale e il sociale e non per il virtuale.

Ciao Biagio!

Biagio: Le foto del film

1 / 17
1/17
2/17
3/17
4/17
5/17
6/17
7/17
8/17
9/17
10/17
11/17
12/17
13/17
Exif_JPEG_PICTURE
14/17
Exif_JPEG_PICTURE
15/17
16/17
17/17
PREV
NEXT

Le parole di Biagio Conte

Per capire chi fosse Biagio Conte, lasciamo che a raccontare la sua storia siano le sue parole. Quelle che umilmente e con un pizzico anche di reticenza ci ha restituito alla presentazione del film Biagio, ora proposto da Rai 1.

“Pace e Speranza a voi tutti fratelli e sorelle. Sono fratel Biagio e vi scrivo da Palermo. Eccovi la mia testimonianza. Sono nato nel 1963 da una famiglia benestante e fino a 25 anni non mi rendevo conto - distratto dalle cose del mondo - di tutto il materialismo e il consumismo di questa società. Pur avendo tutto, mi lamentavo ed ero sempre insoddisfatto. Schiavo del materialismo, non mi accorgevo dei peccati e degli errori che commettevo.

Però, guardando la mia città e quello che mi stava attorno, cominciavo ad accorgermi di tanti volti pieni di sofferenza: persone che dormivano per terra alla stazione, sulle panchine, mi accorgevo di tanti bambini dei quartieri degradati di Palermo con i volti tristi, giocare in mezzo all'immondizia.

Quei volti sofferenti continuavano a ritornarmi nella mente e nel cuore, mi sentivo ferire; mi sentivo in colpa, ma non riuscivo a trovare nessuna risposta, nessuna soluzione per quei volti sofferenti che chiedevano aiuto. Fu allora che sentii di lasciare, in silenzio, mio padre, mia madre, il lavoro e la ditta, per donare totalmente la mia vita ai poveri. A questa scelta sono arrivato attraverso un duro cammino.

In un primo momento decisi di andare a vivere da solo, sulle montagne all'interno della Sicilia. Ho voluto vivere in silenzio staccato da tutto e da tutti, soprattutto dalle cose materiali. In quei luoghi, in mezzo alla natura ho trovato quello che non riuscivo a trovare in città.

All'inizio ho vissuto da eremita, dopo un pastore mi ha aiutato. Ero felice, lì avevo la possibilità di lavorare, di meditare e di vivere in silenzio. Dopo un periodo vissuto così, ho lasciato quei luoghi per affrontare un viaggio fino ad Assisi, dove aveva vissuto San Francesco, perché sentivo nel mio cuore di condividere il suo pensiero.

Ho attraversato diverse regioni, vivendo di totale carità. L’unico mio compagno in questo viaggio è stato un cagnolino che avevo salvato e ho chiamato Libertà. Come unico sostegno avevo un bastone. In testa portavo un cappellino ricavato da una manica di maglione che mi ha riscaldato tanto.

Ritornato a Palermo è subentrato in me un momento di indecisione. Volevo andare in Africa a fare il missionario, dedicare la mia vita ai poveri. Invece, ho sentito qualcosa che mi bloccava. Così me ne sono andato sotto i portici della stazione con uno zaino pieno di latte e the caldo, per aiutare e stare vicino a quelli che la società ha dimenticato: li chiamano barboni, alcolisti, giovani sbandati, stranieri, prostitute, ma che io sento nel mio cuore di chiamare fratelli e sorelle. Così è nata la Missione di Speranza e Carità”.

Biagio Conte.
Biagio Conte.
Riproduzione riservata