Cielo trasmette il 24 febbraio in prima visione tv il film Bianca come la neve di Anne Fontaine. Si tratta del primo titolo scelto per inaugurare la nuova stagione di Lo sguardo di lei, un ciclo di otto titoli diretti da altrettante registe donne. Ogni film sarà introdotto da Rocío Muñoz Morales nei panni della cliente di uno psicanalista.
Libera rivisitazione della storia di Biancaneve e i sette nani, il film Bianca come la neve ha per protagonista le attrici Lou de Laage nei panni di Claire, giovane di grande bellezza, e Isabelle Huppert in quelli della matrigna cattiva.
La trama del film
Bianca come la neve, il film proposto da Cielo, ruota intorno a Claire, una giovane donna che a causa della sua bellezza suscita l’irrefrenabile gelosia della matrigna Maud. Spinta dall’ossessione e dal comportamento di un amante che le preferisce la figliastra (Charles Benning), Maud arriva a premeditare l’omicidio di Claire, che fortunatamente viene salvata in extremis da un uomo misterioso, il cacciatore Pierre (Damien Bonnard).
Portata da questi nella grande casa isolata tra i boschi in cui vive con il fratello gemello François e il malinconico violoncellista Vincent (Vincent Macaigne), Claire si adatta così bene al posto da non voler più andar via. E gli abitanti del paese sono contenti di averla tra loro, soprattutto gli uomini: il veterinario Sam (Jonathan Cohen), il libraio Charles (Benoît Poelvoorde) e suo figlio Clément (Pablo Pauly), il padre Guilbaud (Richard Fréchette).
Ben presto, tutti e sette gli uomini cadranno ai suoi piedi, ammaliati dal suo fascino. Spinta dall’esigenza di fare ciò che vuole, Claire andrà incontro a un’emancipazione radicale, carnale e sentimentale fino all’inevitabile resa dei conti con la matrigna.
L’emancipazione sessuale femminile
Favola sull’emancipazione sessuale femminile suddivisa in tre capitoli, Bianca come la neve, offerto da Cielo, non è sicuramente un film adatto ai bambini. Con il suo mix di generi, kitsch, ironia ed erotismo, prende solo come spunto i topoi della favola dei fratelli Grimm per trasformarli nella storia della perdita dell’innocenza di una giovane “pura” che scopre l’effetto della sua bellezza sugli uomini.
Anziché diventare l’oggetto del desiderio di un mondo patriarcale, la protagonista Claire decide in maniera del tutto sicura e convinta di essere soggetto e di proseguire una serie di relazioni casuali con tutti i suoi sette corteggiatori. Consapevole dell’essere desiderata, Claire è il simbolo del libero arbitrio in campo sentimentale e sessuale: è lei che decide con chi andare al letto, ponendosi in una posizione di potere unica: quella di chi sa che il corpo femminile è di per sé atto politico.
“Dopo aver girato due film piuttosto tetri, avevo voglia di raccontare un personaggio femminile che si emancipasse e avvicinasse alla sensualità senza alcuna condanna morale o rischio”, ha spiegato la regista Anne Fontaine. “Claire è una ragazza libera di vivere relazioni diverse, ognuna delle quali segnata dalla sua gioia di vivere, dalla sua allegria e dal suo desiderio”.
Gli uomini che Claire incontra sono ovviamente sette, un numero che, arrivato per caso, ha fatto nascere in Fontaine il desiderio di creare un parallelismo con l’eroina dei fratelli Grimm. “Grazie ai sette incontri, ho potuto dare vita a sette differenti ritratti di Claire e a sette storie ben distinte l’una dall’altra. Ciò mi ha permesso di giocare con la favola dei Grimm, sovvertendo i codici di una storia che fa parte dell’immaginario collettivo. La mia Biancaneve è lontanissima dalla donna sacrificata che fa i lavori di casa, cucina e si ritrova totalmente alienata dai nani”.
Dalla visione audace della Fontaine non vengono risparmiati nemmeno gli uomini. “La loro psicologia in qualche modo è ispirata a quella dei nani. Hanno tutti personalità diverse, alcune belle e altre meno, ma tutte comunque agli antipodi della rappresentazione binaria degli uomini forti”, ha proseguito la regista.
Una donna senza tabù
Claire, la protagonista del film Cielo Bianca come la neve, ha alle spalle un passato traumatico. “Ha vissuto un trauma, la perdita dei genitori, che l’ha poi portata a vivere una vita di restrizioni con una matrigna poco raccomandabile”, ha evidenziato la regista Anne Fontaine. “Ciò e il mancato omicidio a cui sopravvive la portano a cambiare punto di vista sulla vita stessa: “vivi sempre al massimo” diventa quasi il suo mantra”.
Nello scrivere il personaggio ho pensato a una donna che conoscevo, una pianista di alto livello che ha perso qualcuno a lei caro in un incidente e ha rinunciato alla sua carriera”, ha proseguito la regista. “A Claire accade la stessa cosa ma reagisce in maniera diversa: rinasce, con una libertà senza precedenti. Ha davanti a sé una pagina bianca da scrivere senza alcun tabù”.
Senza tabù, senza giudizio morale e, soprattutto, senza cattiveria, come ha sottolineato anche l’attrice Lou de Laage. “Claire ascolta solo i suoi pensieri, non si preoccupa dei codici sociali e non ha male a nessuno di coloro che la circondano. È una donna libera che distilla energia aprendosi agli altri con amore. Ti fa venire voglia di credere ancora nell’umanità: è un inno alla vita!”