Black Box – La scatola nera è il film che Rai 4 propone a partire del 27 ottobre. È diretto da Yann Gozlan e ha per protagonista l’attore Pierre Niney, incaricato di far luce su un disastro aereo che cela una terribile verità.
Il film, come ci spiega il regista, nasce dall’aurea di mistero che circonda le scatole nere: tutti crediamo di sapere cosa sono ma nessuno sa realmente cosa contengono. Lo scoprirà un giovane tecnico che, nella sua indagine, traslerà tutte le sue ossessioni.
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La trama del film Black Box – La scatola nera
Black Box– la scatola nera, il film trasmesso da Rai 4, parte da un’inquietante domanda: che cosa è successo a bordo del volo Dubai-Parigi prima che l’aereo si schiantasse sulle Alpi?
A dare una risposta a quello che è considerato un disastro aereo senza precedenti, viene chiamato Mathieu Vasseur. Il giovane è un tecnico che lavora presso la BEA, l’autorità responsabile delle indagini sulla sicurezza nell’aviazione civile.
Un errore del pilota? Un guasto tecnico? Un atto terroristico? L’analisi meticolosa delle scatole nere fa avanzare diverse ipotesi fino al punto di spingere Mathieu a portare avanti la propria indagine in gran segreto. Tuttavia, Mathieu non sa dove porteranno le sue ricerche. Ma ben presto si renderà conto che la verità su quanto accaduto è più scioccante di quante potesse mai pensare.
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Il fascino della scatola nera
Il film di Rai 4 Black Box – La scatola nera nasce dalla doppia passione che il regista Yann Gozlan nutre per il mondo dell’aeronautica in primis e per le scatole nere dopo. A raccontare i perché di questa doppia fascinazione è stato lo stesso regista. “L’universo dell’aeronautica e dell’aviazione civile si presta moltissimo al cinema. Sono in gioco da sempre interessi economico colossali da parte di varie forze in gioco (dai produttori di aerei ai piloti stessi). Il fascino per la scatola nera ha fatto poi il resto... ne parlano spesso i telegiornali senza che ci spieghino mai cosa siano realmente e cosa contengano”.
“Le scatole nere – ha continuato Gozlan – si trovano nella parte posteriore di ogni velivolo. Sono lì perché quella è la parte che meglio si conserva in caso di impatto con il suolo. Esistono due tipi di scatole nere: la FDR, che registra i parametri tecnici di volo, e la CVR, che invece registra tutti i rumori e i discorsi dei piloti in cabina di pilotaggio.
Le prime scatole nere risalgono agli anni Trenta ed erano molto diverse da quelle di oggi. All’epoca, contenevano una pellicola fotografica su cui venivano proiettate le indicazioni degli strumenti di volo. La pellicola fotosensibile era racchiusa all’interno di una camera oscura, chiamata appunto scatola nera, impermeabile alla luce. Il nome è rimasto invariato negli anni sebbene oggi le scatole nere siano in realtà arancioni con strisce bianche riflettenti per permetterne meglio l’individuazione tra i detriti”.
“La scatola nera, secondo me, occupa un posto molto speciale nell’immaginario collettivo. Contiene la chiave utile a interpretare la sequenza degli eventi che hanno portato a un disastro aereo. L’analisi di una scatola nera, in particolare della CVR, ha insita in sé una certa drammaticità perché permette di ascoltare le ultime parole di un equipaggio prima di un incidente. Volevo con il mio film entrare in questo microcosmo, carpirne i codici e condividerli con il pubblico”, ha concluso Gozlan.
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Il conflitto tra uomo e macchina
Nel film Black Box – La scatola nera, che Rai 4 offre in prima serata, si sollevano diverse domande sia sugli attentati terroristici sia sui sistemi automatici di assistenza al pilota. In particolar modo, quest’ultima questione è risultata di particolare interesse, proprio perché come spesso accade la realtà ha superato la fantasia: ancor prima che il film uscisse nelle sale francesi, nel 2019, la maggior parte dei Paesi del mondo vietava i propri spazi aerei ai Boeing 737 Max a causa dei sistemi automatici di pilotaggio.
Da diverse indagini, infatti, era risultato che in almeno due casi di incidenti aerei, uno in Indonesia e uno in Etiopia, il software anti-stallo dell’aereo avrebbe prevalso sulle decisioni dei piloti in carne e ossa. “Quello che è successo mi ha allarmato”, ha evidenziato il regista Gozlan. “Oltre che all’aspetto tecnico legato al mondo dell’aeronautica, la questione rimanda a un problema universale che, vecchio da secoli, è più che mai attuale: il conflitto tra uomo e macchina”.
L’ossessione della verità
Protagonista del film di Rai 4 Black Box – La scatola nera è l’attore Pierre Niney nei panni di Mathieu. Il tecnico della BEA è come ossessionato dalla ricerca della verità ma come dimostra la sua parabola questa può rivelarsi molto più complessa, ossessiva e distruttiva di quanto si creda. Per risalire al bandolo della matassa, Mathieu fa appello alle sue conoscenze scientifiche ma anche al suo enorme intuito, in un continuo mix di oggettività e soggettività. Il problema, per lui, sorge nel momento in cui farà più leva sull’intuizione perché potrebbe portarlo nella direzione sbagliata.
Ottimo tecnico, meticoloso e professionale, Mathieu è però anche un giovane uomo fragile, asociale e riservato. Ha diverse manie e, come se non bastasse, soffre di acufene e iperacusia. Quello che Mathieu ha con il mondo è dunque un rapporto complicato, perennemente sul filo del baratro. Vive rinchiuso nella sua bolla, nelle sue teorie e nelle sue ossessioni, ma vorrebbe anche essere ascoltato dagli altri. Del resto, pensa di essere l’unico ad aver capito ciò che gli altri ancora non hanno realizzato.
Inoltre, su di lui pesa come un macigno il fatto di non essere diventato un pilota d’aerei, come il padre, per un problema di vista.
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