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Blonde: Ana de Armas racconta la sua Marilyn Monroe

Il film Netflix Blonde arriva in concorso al Festival di Venezia. Di cosa significhi incarnare un mito come Marilyn Monroe parla l’attrice Ana de Armas.
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Blonde è l’ultimo dei film Netflix in concorso al Festival di Venezia. È diretto da Andrew Dominik e ne abbiamo già parlato in precedenza. Quanto sia atteso è innegabile, dal momento che Blonde va a riscrivere in un certo senso la biografia ufficiale di un mito senza tempo Marilyn Monroe.

Grazie all’ufficio stampa Netflix, oggi siamo in grado di addentrarci ancora di più nel film Blonde lasciando il racconto alla sua protagonista: Ana de Armas.

La trama del film Blonde

Basato sull’omonimo romanzo bestseller di Joyce Carol Oates, il film Netflix Blonde racconta le vicende audacemente riviste di Marilyn Monroe, dalla sua infanzia turbolenta come Norma Jeane alla sua ascesa a Hollywood, con annesse le complicate relazioni sentimentali che ha la star ha vissuto. Nel cast del film, oltre a Ana de Armas, troviamo Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel ed Evan Williams.

“Il film che Dominik ha realizzato è qualcosa di molto diverso da ciò che mi aspettavo”, ha commentato Oates. “La performance di Ana de Armas è ipnotizzante e mi ha ricordato le trasformazioni cinematografiche di Charlize Theron in Monster e di Robert De Niro in Toro scatenato, entrambi vincitori di un Oscar e alle prese con figure realmente esistite. Marilyn Monroe è stata una brillante invenzione di Norma Jean Baker, un’invenzione che dapprima le ha salvato la vita ma che dopo l’ha sopraffatta. Lo sguardo di Dominik è fortemente femminista: niente di sentimentale e niente buonismo. Il suo film è il crudo e doloroso ritratto di un’anima spogliata dal suo essere star”.

Ana de Armas in Blonde.
Ana de Armas in Blonde.

Breve storia di Marilyn

Nelle 800 pagine del romanzo di Oates da cui è tratto film Blonde, su Netflix dal 28 settembre, si racconta l’arco privato di Marilyn Monroe. Ripercorriamo dunque insieme alcune delle fasi fondamentali della biografia della bionda più amata di sempre.

Nata il 1° giugno 1926 a Los Angeles, Norma Jeane Baker non ha avuto la fortuna dalla sua. Da bambina, ha vissuto con la madre, che soffriva di vari disturbi mentali. Dopo un evento particolarmente turbolento quando Norma Jeane aveva solo sette anni, la madre Gladys è stata rinchiusa al Norwalk State Hospital mentre la bambina è stata dapprima affidata a un tutore e dopo mandata alla Los Angeles Orphans’ Home Society. Norma Jeane è rimasta nell’istituto fino ai 16 anni, età in cui ha sposato il primo marito, James Dougherty. Ed è stato solo allora, dopo più di dieci anni, che ha potuto rivedere per la prima volta la madre.

Dopo il divorzio da Dougherty, nel 1946, Norma Jeane ha avuto successo come modella e, a 20 anni, ha deciso di seguire il primo corso di recitazione usando il nome di Marilyn Monroe (nome che farà proprio anche da un punto di vista legale nel 1956). Dopo piccole parti in film per lo più dimenticabili, ha ottenuto il suo primo ruolo importante nel 1950 in Eva contro Eva. Ha poi ricevuto interessanti recensioni per la sua partecipazione in Niagara nel 1953 ma la sua carriera è decollata definitivamente grazie a due film che l’hanno incoronata superstar e sex symbol: Gli uomini preferiscono le bionde e Come sposare un milionario.

Ha avuto la sua consacrazione come attrice comica grazie a due commedie di Billy Wilder: Quando la moglie è in vacanza e A qualcuno piace caldo, tra il 1955 e il 1959. Nel frattempo, però, ha sposato il campione di baseball Joe DiMaggio, vivendo con lui quattro mesi turbolenti, e il drammaturgo Arthur Miller, che ha scritto anche la sceneggiatura dell’ultimo film di Monroe, Gli spostati.

Il 5 agosto 1962, il corpo di Marilyn Monroe è stato ritrovato dalla sua governante. La causa della morte è sempre stata discussa e controversa: overdose da barbiturici.

Ana de Armas e Andrew Dominik sul set del film Blonde.
Ana de Armas e Andrew Dominik sul set del film Blonde.

Intervista ad Ana de Armas

Protagonista principale del film Netflix Blonde è l’attrice Ana de Armas. Ed è la stessa ad avere risposto ad alcune domande sulla lavorazione del film. Tra le tante, abbiamo scelto le quattro più interessanti.

Cosa ti ha spinta ad accettare il film Netflix Blonde?

Ero alla ricerca di un ruolo drammatico che mi permettesse di mostrare la mia versatilità come attrice. Mai avrei immaginato di dover interpretare Marilyn Monroe. Ho accettato la sfida perché il film era molto diverso da tutti quelli realizzati sul suo mito. Non era un biopic: Dominik ha puntato tutto sull’esperienza emotiva. Ha in qualche modo capito il trauma che ha vissuto durante l’infanzia e come questo abbia influenzato il resto della sua vita. In Marilyn, ho intravisto qualcuno che, per quanto famoso, era molto vulnerabile.

Come ti sei preparata al ruolo?

Ovviamente, ho letto il libro di Joyce. È stata la prima e più grande fonte di ispirazione di Andrew. È stato un ottimo e incredibile materiale di partenza. Ho poi visto tutti i film di Marlyn e letto il capitolo che a lei ha Truman Capote dedicato nel suo libro Musica per camaleonti: sono solo poche pagine (è la storia del pomeriggio in cui l’ha incontrata) ma ben restituisce chi fosse Marilyn e quale energia e carisma avesse.

E, naturalmente, ho visto migliaia di fotografie. A un certo punto, Marilyn è stata la persona più fotografata al mondo e c’era tanto materiale da cui attingere. YouTube poi mi è stato di grande aiuto: ho trovato nella piattaforma video incredibili, in grado di darti più informazioni di quante se ne trovino sui canali ufficiali. Andrew, da questo punto di vista, ha creato una “bibbia” di immagini, fatta di 750 pagine. Ogni scena del suo film fa riferimento a un’immagine realmente esistente, da cui ha tratto spunto anche per i vestiti, le acconciature, il trucco, gli oggetti di scena e così via.

Sotto il trucco e le pose di ogni immagine di Marilyn, abbiamo cercato Norma Jeane. E l’abbiamo trovata: c’è sempre un sorriso o uno sguardo anche in volontario che ci mostra quanto fosse felice o a disagio. Il mio lavoro di ricerca si è concentrato su ciò: mentre Marilyn era la persona più famosa del mondo, Norma Jeane diventava la più invisibile.

Il film Netflix Blonde, infatti, esplora la frattura tra le due metà, Marilyn e Norma Jeane. Cosa pensi che ci fosse dietro alla sua dualità?

Il motivo per cui Norma Jeane ha avuto bisogno di crearsi un alter ego va ricercato nella sua infanzia. Ha avuto un padre assente e una madre che le addossava la colpa di tutte le peggiori cose che le erano accadute, ricordandole sempre come fosse una figlia non voluta. Quando ha cominciato a diventare famosa, Norma Jeane ha sperimentato invece la situazione opposta: tutti la volevano, la desideravano, l’amavano e l’accettavano. Deve essere stato complicato sentirsi amata da tutti tranne che dai propri genitori. Forse Marilyn e la creazione del suo mito è stato lo strumento che Norma Jeane ha scelto, in un certo senso, per sopravvivere e andare avanti.

L’esistenza di Norma Jeane è stata segnata dagli abusi: in molti si sono approfittati di lei e il suo equilibrio ne ha certamente risentito. Blonde, il film Netflix, dà giustizia al mito e alle tante cose che si sono dette o scritte sul suo conto negli anni. Non ho provato sulla mia pelle i traumi di Marilyn ma so cosa significa sentirsi vulnerabili.

Com’è stato vedersi nei panni di Marilyn per la prima volta?

È stato travolgente. Dopo nove mesi di studi sul personaggio, la prima volta che ho indossato la parrucca bionda e il trucco era completo, ho pianto. E con me tutta la troupe, è stato un bel momento. Era spaventosa ma speciale allo stesso tempo. Mi auguro che tutto ciò arrivi anche agli spettatori e che serva ad accrescere la loro accettazione ed empatia, anche conoscendo il lato più oscuro della diva. Sono convinta che anche Marilyn sarebbe felice del film: le abbiamo dato voce e abbiamo mostrato non solo Marilyn ma anche Norma Jeane.

Blonde: Le foto del film

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