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Blue Kids: I due ribelli senza causa del film di Rai 5

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Rai 5 propone Blue Kids, il primo film di Andrea Tagliaferri, film che tra mistero e incertezza racconta il crimine orchestrato da un fratello e una sorella per mettere mano sull’eredità di famiglia.
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Lunedì 23 settembre Rai 5 trasmette Blue Kids, il film d'esordio alla regia di Andrea Tagliaferri, ex assistente di Matteo Garrone. Presentato al Torino Film Festival, è un'opera con un approccio narrativo minimalista ed evocativo, improntato sull'essenzialità, che lascia molto all'intuizione dello spettatore, creando un'atmosfera di mistero e incertezza.

La storia ruota attorno a un fratello (Fabrizio Falco) e una sorella (Agnese Claisse), due giovani alienati che vivono nella provincia del delta del Po, immersi in un contesto post-industriale e post-agricolo. La morte della madre e la scoperta che l'eredità familiare spetta al padre, un allevatore di pollame che vive con la sua nuova famiglia, spingono i due protagonisti a progettare una rapina nella villa paterna.

Aiutati da un amico cosplayer, i fratelli finiscono per uccidere il padre e la sua nuova moglie. Da questo momento, la narrazione si concentra sulla loro fuga e sul rapporto con una cameriera di provincia (Matilde Gioli), che si inserisce nella loro dinamica ambigua e instabile.

"Blue Kids è una storia d’amore e vendetta portata all’estremo, che trova fondamento nelle mancanze”, ha spiegato Tagliaferri, regista del film di Rai 5. “La nostalgia della vita prima ancora di averla vissuta, la paura dei sentimenti, l’incapacità di comprenderli, conducono due fratelli in una bolla in cui tutto è possibile perché nulla sembra avere conseguenze. Come nei giochi che facevano da bambini”.

“Questo loro stato d’animo è l’eco dei luoghi e delle atmosfere di una terra in cui gli inverni sono accompagnati da fitte nebbie e dove la modernità si affaccia prorompente, violenta e straniante come i loro gesti. Gesti fuori misura, la cui portata, e il cui senso, si perdono in questa solitudine.
L’unico appiglio sembra essere il ricordo, lontano e confuso, di quando erano piccoli, cullati dai racconti della nonna e dai cartoni animati, in quella ingenuità in cui sarebbero voluti restare per sempre”.

“La vendetta sta nel punire chi gliel’ha tolta, la purezza, quello sguardo spensierato che non avranno mai più, senza comprendere che la colpa non è di nessuno, se non della vita stessa. E allora tanto vale continuare a giocare”, ha concluso il regista.

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Il nichilismo di due giovani

Il film di Rai 5 Blue Kids è permeato da una forte atmosfera di nichilismo, che trova paradossalmente espressione nel legame affettivo tra i due fratelli. Il vuoto esistenziale che li muove ricorda personaggi come Zanardi, celebre figura dei fumetti di Andrea Pazienza: la loro discesa autodistruttiva è caratterizzata da un'apparente assenza di scopi e da una vitalità disperata.

L'ambientazione, in una non meglio precisata area del Nordest italiano, è un elemento chiave del film. I paesaggi, freddi e alienanti, riflettono il vuoto interiore dei personaggi. La fotografia contribuisce a creare un contrasto tra l'inquietante asetticità dei "non luoghi" post-industriali e la bellezza decadente dei paesaggi naturali, come le saline del delta del Po. Questo elemento visivo si avvicina alla lezione del cinema di Garrone, che in L'imbalsamatore e Gomorra ha saputo trasformare il paesaggio in un personaggio capace di trasmettere significati profondi.

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Il poster del film di Rai 5 Blue Kids.
Il poster del film di Rai 5 Blue Kids.

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Ribelli senza causa

L'approccio di Tagliaferri nel film di Rai 5 Blue Kids si colloca in una tradizione cinematografica che trae ispirazione da opere come Funny Games di Haneke o Elephant di Van Sant, in cui la violenza è trattata come un atto quasi banale, privo di giustificazioni o di motivazioni profonde. Al contempo, il regista sembra essere influenzato dal cinema di Matteo Garrone, con cui ha collaborato in passato, per l'attenzione ai paesaggi periferici e degradati.

I due protagonisti, ribelli senza una causa chiara, possono essere letti come figure che incarnano il malessere esistenziale di una generazione priva di radici e di scopi. Tuttavia, a differenza di altri film che esplorano la "teenage wasteland", come I pugni in tasca di Bellocchio, Blue Kids non propone alcuna redenzione o speranza di fuga: i protagonisti sono intrappolati in un ciclo autodistruttivo, senza alcun progetto di futuro.

Blue Kids è un'opera prima coraggiosa, che mostra il talento visivo di Andrea Tagliaferri. Il film ha un fascino oscuro e malinconico, grazie alla fotografia e all'ambientazione, ma ricorda fin troppo da vicino casi di terribile cronaca quotidiana.

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Blue Kids: Le foto del film

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