Benedetta, la protagonista di Calcinculo, il film diretto da Chiara Bellosi, ha 15 anni e qualche chilo in più. Vive in una zona di campagna con i genitori e le due sorelline. Dopo il lavoro, il padre si diverte ad armeggiare con le macchine mentre la madre, Anna, sfoga tutta la sua frustrazione sulla figlia. Quando viene allestito un luna park nelle vicinanze della sua abitazione, Benedetta conosce Amanda, appartenente alla famiglia dei giostrai. Nato come Armando, Amanda ha ridefinito la sua identità di genere. Ha solo qualche anno in più di Benedetta ma ha le idee chiare sulla sua non binarietà.
Calcinculo: Le foto
1 / 5Un’amicizia randagia e senza regole
Abituata a un mondo randagio in cui nessun posto è casa, Amanda è se stessa, diversa dagli altri ma se stessa, cosa che invece Benedetta non è: la sua immagine non risponde a ciò che vorrebbero gli altri, a cominciare dalla madre, e a nulla valgono i suoi mille talenti.
La vita di Amanda è fatta di autodeterminazione e sfida delle regole socialmente imposte. Quella di Benedetta, invece, di umiliazione e body shaming. In Amanda, Benedetta vede tutto ciò che lei non è o non ha. È affascinata, ad esempio, dalla fiducia che Amanda ha in se stessa e dalla sua indipendenza. La scuola per Benedetta passa improvvisamente in secondo piano e ogni momento con Amanda diventa per lei speciale.
Le due a malapena parlano, la loro amicizia non è alimentata da grandi emozioni o sussulto ma piuttosto da sintonia, affetto, curiosità e tacito apprezzamento. La loro storia di formazione, segnata da un’insolita ma tenera amicizia, pone le basi per una vicenda di scoperta di sé e liberazione dai pregiudizi tanto poetica quanto leggera.
La fatica di crescere
Crescere non è mai facile. E meno lo è quando la vita ti prende a calci in culo. Occorre allora essere i primi a calciare e a segnare un goal. Gioca con questo concetto Calcinculo, opera seconda di Chiara Bellosi, prodotta da Tempesta Film, presentata al Festival di Berlino 2022 e al cinema dal 24 marzo con Cinecittà Luce. Ma calcinculo è anche il nome di una giostra che spesso si trova nei luna park, una giostra che ruotando vorticosamente su stessa permette di vedere il mondo a un’altra velocità. Nella sicurezza delle catene che legano a un seggiolino, si deve prendere al volo un trofeo.
E il trofeo di Benedetta è la vita stessa, quella che viene dopo l’adolescenza, quella che la mamma ha sempre limitato. Proprio come accadeva al piccolo Bill, il protagonista di I Minipin di Roald Dahl. Al piccolo Bill, la mamma diceva sempre di no: il bosco nascondeva pericoli da cui nessuno si salvava. Eppure, è nel bosco di Amanda che Benedetta cresce e si trova, anziché perdersi.
“Gli ingredienti di questa storia che parla un romano verace sono una famiglia, col suo lessico familiare fatto di poche parole e televisione sempre accesa; un’adolescente fuori misura che non si sente a suo agio; un giovane uomo che si chiama Amanda; una storia d’amore, ma non sentimentale; la fratellanza; la paura; i riti magici e i riti di passaggio; l’adolescenza, che è una polveriera in cui le miscele più̀ improbabili stanno insieme, in cui le emozioni e gli istinti sono i più grandi e intensi, disordinati e onesti. E, ancora, l’importanza di essere sé stessi”, ha dichiarato la regista.
Una fiaba moderna
Ma Calcinculo, il film diretto da Chiara Bellosi è prima di ogni cosa una fiaba, nel senso più stretto del termine, del giocare con la realtà. “Quando ero piccola mi raccontavano le storie e c’era una differenza tra fiaba e favola”, ha aggiunto Bellosi. “Così per me la favola è sempre rimasta qualcosa di un po’ triste e asciutto e barboso, con la sua morale inesorabile in chiusura. La fiaba invece è come un universo che si espande e raccoglie tutto quello che trova per strada: oggetti insensati, personaggi strambi, posti pieni di fascino ma sempre un po’ inquietanti. La fiaba tiene tutto insieme e racconta, non spiega, no, non spiega proprio niente. È una scoperta continua e alla fine nessuno ti dice cosa hai scoperto, lo sai solo tu. Quando ho letto Calcinculo, il primo modo di vederlo è stato questo: una fiaba nera come il fitto della foresta, ma col sentiero seminato di paillettes”.
Tenero e commovente, Calcinculo, il film di Chiara Bellosi va visto anche per la straordinaria prova dei due giovani interpreti. Benedetta è portata in scena dall’esordiente Gaia Di Pietro mentre Amanda è interpretata, in maniera sorprendente, dal sempre bravo Andrea Carpenzano.