Il mondo di Charlotte M. ha fatto breccia nel cuore dei giovanissimi sin da quando nel luglio 2016, a otto anni, ha caricato il suo primo video su YouTube. Da allora di anni ne sono passati più di sei e i follower di Charlotte M. hanno superato il milione sia sulla piattaforma video sia sui social, in particolare TikTok, di cui possiamo dire essere una delle creator più seguite in Italia.
Il motivo del successo di Charlotte M. risiede nell’autenticità con cui si rivolge ai giovani, parlando di tutto ciò che la circonda: dalle relazioni con i genitori ai rapporti di amicizia ma non solo. Senza mai adagiarsi sugli allori, con la complicità di una madre e un padre che ne hanno riconosciuto talento ma anche ambizione e determinazione, Charlotte M. non ha mai smesso di studiare: canto, recitazione e ballo classico, ma anche letteratura, scienze o matematica. Perché, come ci rivela anche nel corso di quest’intervista, “fisica può essere una rogna ma mi piace, così come il latino”.
Naturalezza, spontaneità, padronanza di linguaggio e capacità di articolare pensieri complessi e ragionamenti profondi dimostrano, per chi avesse ancora dei dubbi infondati, che nascere digitali e affermarsi nel web non significa non impegnarsi. E, nonostante i suoi quattordici anni, Charlotte M. conosce il significato della parola “impegno”. Come dimostra anche la scelta di inserire all’interno del suo primo film al cinema dal 31 dicembre distribuito da Notorious Pictures, Charlotte M. Il film – Flamingo Party, tematiche su cui occorre sensibilizzare chiunque, dai più piccoli agli adulti.
Nel film, Charlotte M. ci porta nel mondo dei suoi coetanei, quello delle matricole alle scuole superiori, alle prese con nuove amicizie, prime cotte, rivalità e sogni da realizzare. Riprendendo una tradizione che è tipica del cinema statunitense ma anche di quello tedesco e olandese, è la protagonista di una commedia adolescenziale che sfrutta la semplicità (che non vuol dire ingenuità) per parlare di difesa dell’ambiente, haters, uso consapevole dei social media e rispetto delle unicità. E il tutto senza dimenticare l’importanza dei rapporti interpersonali, all’insegna di “improvvisazione, non perfezione”. Come una Jo March 2.0.
Intervista esclusiva a Charlotte M.
Com’è nato il film di cui sei protagonista?
È iniziato tutto in maniera molto veloce: quando mi è stata data l’opportunità di fare il film, ci si è incontrati a Milano e sin da subito sono emerse le tematiche da trattare. Ho espresso le mie idee alla cosceneggiatrice: parlando molto, sono riuscita a convincerla ad esempio a inserire i fenicotteri rosa, il simbolo con cui i miei fan mi riconoscono. Penso siano gli animali più belli: il fenicottero è elegante, super raffinato e, poi, rosa! Grazie a loro, volevo mandare un forte messaggio ai giovani legato alla possibilità della raccolta fondi per la salvaguardia del mondo che ci circonda.
La storia è ambientata nell’ambiente scolastico. Il desiderio era quello di immergersi nell’adolescenza pura e proporre situazioni di vita reale, alcune delle quali vissute anche da me in prima persona. Nel film si parla di amicizia, un argomento molto toccante che riguarda tutti noi, o di prime cotte.
L’amicizia, come hai appena detto, è uno dei temi centrali del film. Se ne parla con diverse sfumature grazie ai legami tra il tuo personaggio e quelli di Sofia o Sabrina. Quanto della tua idea di amicizia, soprattutto al femminile, c’è nella storia proposta?
Nella mia vita reale, ho sempre avuto problemi con le amicizie. Spesso, ho avuto molte difficoltà nel riconoscere chi ci fosse davvero per me. Avevo una migliore amica in passato, con cui ho perso totalmente i rapporti: non c’è più quel legame che ti teneva unite per varie motivazioni. Volevo tuttavia che il tema fosse presente nel film: l’amicizia mi ha fatto passare alcuni dei momenti più intensi della mia vita. Ho voluto ci fossero situazioni belle ma anche brutte: l’amicizia è pur sempre un legame favoloso e splendido. È molto bello condividere i momenti con qualcuno che sai che c’è realmente per te!
Abbiamo volutamente inserito il personaggio di Sofia nel film per parlare di amicizia al femminile. E con Alisa Ferri, che la interpreta, siamo diventate grandi amiche. Ci siamo sentite in videochiamata fino a ieri sera, l’esperienza sul set ci ha legato tantissimo e credo che la nostra sintonia traspaia nel film: gli sguardi che ci scambiavamo in scena erano realmente complici perché ci sentiamo per davvero così unite e così legate.
La rottura con l’amica a cui hai accennato è avvenuta prima del tuo grandissimo successo sui social o è venuta dopo?
Ho mosso i primi passi quando avevo quattro anni e siamo state sempre molto legate. La rottura è avvenuta dopo un susseguirsi di situazioni che non mi piacevano. Non c’è stato un determinato momento che ha segnato l’allontanamento ma è stato un processo molto lento, un’evoluzione di vari errori commessi da entrambe fino ad arrivare ad alcune cose a cui non sono riuscita ad andare oltre.
Chiedevo per una semplice ragione. Chi ha come te followers il cui numero ha sei zeri farà molta fatica a capire chi le vuole bene per quello che è e chi invece per quello che rappresenta.
È anche un’altra delle ragioni per cui ho voluto inserire il tema dell’amicizia nel film.
Pensi che esista una forma di pregiudizio nei confronti di chi si afferma sui social?
Certo che c’è, come in tutte gli ambiti. Il pregiudizio accompagna la vita di tutti, non solo di chi sta sui social. Lo noto anche quando incontro qualcuno che mi ha conosciuto su TikTok o Instagram. “Pensavo che sui social ti vantassi”, è la prima cosa che spesso mi sento dire quando invece poi realizzano che sono una persona molto tranquilla! Sono nella realtà come mi si vede nei social: spontanea e diretta.
Sei nata nel 2008 ma, avendo fatto la primina, frequenti già il secondo anno di liceo. È stato facile per te relazionarti con i compagni di classe? Sei sempre Charlotte M, no?
Lo scorso anno non stavo molto bene con i miei compagni di classe. Seppur socievole e solare con tutti, non c’era nessuno con cui potevo condividere gli stessi ideali, gli stessi pensieri o gli stessi interessi, o con cui avevo particolari affinità. Quest’anno, invece, mi trovo benissimo: sono arrivate persone nuove e sto davvero benissimo. È pur vero che la perfezione non esiste ma credo di essere nella classe perfetta: mi sento a mio agio con me stessa e sono felice. È questo l’importante.
Nel corso del film, Charlotte vive il suo primo amore per Davide e i suoi primi baci. Com’è stato alla tua età e per un film mettere in scena una situazione così particolare?
Mi sono trovata molto bene con Gabriele Rizzoli, che interpreta Davide. Anche con lui ancora oggi ci scriviamo, come con Alisia: ho legato con tutte le persone del cast, in realtà (e sì, anche con Sophie Perazzolo, che interpreta la mia “nemica” Sabrina, ovviamente)! Si è creata la giusta complicità sul set: con Gabriele non c’è stato imbarazzo nel girare le scene di amore. Ci siamo capiti e ci aiutavamo: lui ha aiutato me e io ho aiutato lui, ci siamo compensati a vicenda. Avevamo anche una coach che ci è stata dietro per tutto e che è stata bravissima nell’aiutarci a ricreare nella nostra testa le emozioni che in un mondo illusorio avremmo provato realmente in una situazione di quel tipo.
Improvvisazione, non perfezione: è un altro dei concetti fondamentali che il film trasmette. L’idea di perfezione è quella che spesso tutti noi simuliamo sui social. Non è, secondo te, pericoloso apparire come perfetti?
È uno dei muri che cerco di abbattere sui social. Posto spesso dei contenuti in cui tendo a sottolineare come la vita non sia perfetta. Nei video che ad esempio carico su YouTube mostro le varie emozioni che provo nella mia vita e ho voluto che questo aspetto fosse presente anche nel film. Improvvisazione, non perfezione, battuta pronunciata da Davide, è importante da ricordare tutti i giorni: è anche un po’ brutto vedere il mondo come tutto perfetto o la vita come perfetta. Sarebbe anche noioso avere tutto perfetto o bellissimo: ti stancheresti. È impossibile che possa esistere un mondo così!
Ti è capitato come succede al tuo personaggio di vivere il confronto con qualcuno?
Mi è capitato in passato. Qualche mia amica, che non era tale, ha fatto dei confronti ma mi è successo a volte anche alle scuole elementari. Capita che, nel vederti felice o senza particolari problemi, chi non sta bene con se stesso senta il bisogno di screditarti. Anche a me capita di non stare bene con me stessa ma non scredito chi mi circonda: è un atteggiamento che combatto.
A proposito di discredito, nel film si affronta anche il tema degli haters. Come ti poni tu nei loro confronti? Ti fanno male le critiche insensate e infondate dei leoni da tastiera?
Sono sempre andata oltre i commenti degli haters, facendomeli scivolare addosso. Non mi attacco alle critiche negative, anzi. Posso essere permalosa nei confronti di giudizi che arrivano da persone a me vicine, ma di quelli senza fondamenta non mi importa nulla. Se le critiche sono, invece, costruttive per la mia persona, aiutano a migliorarmi o a superare qualche mio punto debole, le ascolto e le prendo: anche se posso rimanerci male, so che servono a me stessa. Il semplice “fai schifo” non lo accetto: dovrebbero spiegarmi il perché, forse allora potrei prendere spunto per migliorarmi.
Tu sei nata in epoca digitale ma nel film c’è qualcosa che è strettamente analogico: la lettera. Hai mai scritto una lettera a qualcuno?
Ma stai scherzando? Io scrivo lettere ogni giorno a tutto il mondo! Ho una cassetta per le lettere piena di lettere di tutte le persone che incontro nella mia vita, di tutte le cose che faccio e di tutti i desideri che ho. Ho scritto lettere a migliori amiche, ad amiche speciali, ad amiche del cuore, ad amiche che non vedo o ad amiche che ho conosciuto durante una vacanza scuola e a cui mi sono affezionata. Ma scrivo anche via WhatsApp: penso sia importante riuscire a dimostrare anche con le parole ciò che si prova. Sono un mezzo importante per riuscire a far capire all’altra persona cosa senti: le parole sono un mezzo per comunicare quello che provi e che c’è dentro la tua anima ai propri amici o ai propri familiari.
Ho scritto anche una lettera alla nonna quest’estate: scrivo lettere a tutti veramente!
E cosa hai scritto alla nonna?
La nonna è stata per un mese a casa mia e siamo state molto insieme. Ho scritto semplicemente che sapevo che con lei in casa mia sarebbe successo qualcosa. Cosa che è puntualmente accaduta ma a ragione: l’ho ringraziata per quello che è riuscita a farmi capire anche su determinate persone che mi circondavano. Mi ha fatto arrivare tanti messaggi belli e mi ha fatto comprendere tante cose essenziali come il fatto che ogni persona è unica per quello che è. Le sono molto grata per questo.
Anche nel film c’è la figura della nonna. Ne deduco che sia molto importante per te.
Esattamente. Ho solamente una nonna, quella materna, ed è sempre stata al mio fianco, insieme a mamma e papà.
Charlotte M. Il Film - Flamingo Party: Le foto
1 / 22Nonna, mamma e papà: cosa significa per te la famiglia?
C’è una cosa bellissima che accade in famiglia: quando una persona sta male ma gli altri sono felici, questi riescono a trasmetterle la propria positività. E viceversa. È una questione di compensazione. È molto bello riuscire a dare o ricevere i consigli giusti al momento giusto, così com’è bello sapere che la famiglia c’è sempre.
Penso spesso a come i miei genitori siano con me da quando sono nata. Li ho avuti sempre accanto e mi ritengo molto fortunata ad averli entrambi al mio fianco. Mi aiutano in qualsiasi momento io viva, bello o brutto che sia. Mi accompagnano in qualsiasi avventura e mio papà è molto felice, così pure mia mamma. E io sono felice di avere loro nella mia vita. Mi hanno accompagnato in questo viaggio ed è grazie a loro che, già da piccola, mi accompagnavano a Roma per seguire la mia passione per la recitazione, oggi sono qui.
È appena passato il Natale. Se avessi potuto ricevere un regalo non materiale, cosa sarebbe stato?
Per Natale, non ho chiesto niente ai miei genitori. Se potessi parlare direttamente con Babbo Natale, gli chiederei di aiutarmi a realizzare tutti i miei sogni. Che sono tipo diecimila! Mi servirebbero diecimila Natale per realizzarli tutti!
E non senti il peso dei sogni nel volerli concretizzare tutti?
In questo periodo che precede l’uscita del film, mi sento un po’ in ansia. A un suo concerto, Ultimo disse una cosa che mi è piaciuta molto: “Non abbiate mai piani B ma solo tanti sogni con un unico obiettivo”. Esprime bene il mio pensiero: tutti i miei sogni sono collegati tra di loro, so qual è l’obiettivo e sono sicura che riuscirò a realizzarli. Tutto dipende da ma alla fine e non da altri fattori: dipende da me, da come la penso io e da cosa mi fa stare bene. Finché sarò felice, quindi, non sentirò il peso!
Mi piace che dalle tue parole traspaia qualcosa che oggi non è poi così usuale: la determinazione. Unita all’impegno, la determinazione è un valore fondamentale.
La determinazione è anche la mia caratteristica. Ed è anche brutta, in certi momenti. Quando sei troppo determinata, finisci con il fare tutto troppo in fretta per raggiungere il punto che ti sei prefissata: rischi di non vedere ciò che c’è intorno. Tuttavia, sono felice di impegnarmi in tutto quello che faccio e in cui credo.
Lo Schiaccianoci e il flauto magico, il film che hai doppiato, è ancora al cinema. Che esperienza è stata doppiare un cartone animato?
Bellissima, non vedo l’ora di fare altre esperienze simili. Ho amato doppiare il film: mi sono immedesimata totalmente nel mio personaggio, ha quasi tutte le mie stesse caratteristiche. Amo lavorare con gente che ha voglia di lavorare e di fare quello che fa: è stata una settimana bellissima durante la quale ho parlato molto anche con il direttore del doppiaggio.
Non ti fa paura relazionarti con il mondo dei professionisti adulti che ti circondano? Non temi che non riescano a capirti?
Ci sono state situazioni in cui il problema sussisteva: non riuscivo ad approcciarmi perché non capivano quello che dicevo. È successo a volte ma non ho avuto mai chissà quali difficoltà a relazionarmi. Ho avuto anche tanta fortuna: Emanuele Pisano, il regista del film, è un fanciullino dal carattere dolce, sa trasmettere quello che vuole e comunicare con noi adolescenti. Ma anche con il direttore di doppiaggio mi sono trovata benissimo, abbiamo parlato di tutto. Ho avuto fortuna in queste due esperienze, molta fortuna.
Hai usato la parola “fanciullino”: la letteratura italiana è una delle tue materie preferite?
Sì, mi piace molto e mi piace molto scrivere. Mi piace da morire leggere perché ti fa staccare la spina. Ma mi piace anche la matematica. Frequento lo scientifico, dove studio un po’ di tutto. L’unica materia che trovo rognosa è fisica: non la sopporto! La studio sin dal primo anno ed è proprio antipatica. Un po’ come anche il latino… ma non significa che non mi piacciano: vado bene in tutte e son contenta.
Siate voi stessi, si dice nel film. Per te, quanto è importante che tutti quanti, nel rispetto della propria unicità, vengano considerati uguali?
Partiamo dal presupposto che la mia libertà finisce dove inizia quella altrui. Non sono, quindi, nessuno per dire che una persona è inferiore a me o che “fa schifo” perché percepita come diversa. Siamo tutti diversi, a partire dal modo in cui camminiamo, a modo nostro e su questo non c’è dubbio. Non c’è dunque da stupirsi della diversità altrui: anch’io sono diversa rispetto ad altre persone. Eppure, in molti continuano a stupirsi e a impaurirsi di fronte all’unicità: la diversità spaventa le persone un po’ più ignoranti.
Dobbiamo essere tutti più tranquilli, più rilassati, più scialla: che ognuno faccia e sia quello che vuole, l’importante è il rispetto dell’altro. Se una persona vuole amare quel qualcuno che lo faccia. Idem se vuole indossare un paio di scarpe anziché un altro. Non ci dovrebbe essere alcun problema. Tra un po’ saremo nel 2023: sono passati più di duemila anni dall’anno zero e mi stupisco che ancora non ci si sia adattati l’uno con l’altro. Non dovremmo avere paura. Di che cosa poi?
Charlotte, di cosa ha paura?
Ho paura di non riuscire a trovare qualcuno/qualcuna di vero nella mia vita, che ci sia per davvero. Ma dovremmo tutti vivere più tranquilli su certe cose: ciò che è è e ciò che non è non è. Se deve essere, sarà: vediamo un po’ cosa ci riserva il destino. Spesso ci attacchiamo a cose da cui ci risulta difficile staccarci ma vivere tranquilli sarebbe il top. Rilassiamoci un attimo e ritroviamo l’equilibrio in noi stessi.