Entertainment

Ciao, la rassegna in nome della creatività di Lucio Dalla – Intervista esclusiva a Massimo Bonelli

ciao rassegna lucio dalla
Massimo Bonelli, direttore artistico, guida la seconda edizione di Ciao - Rassegna Lucio Dalla, un evento che celebra l'innovazione e la creatività nel mondo della musica. Al Teatro Celebrazioni di Bologna, la rassegna riunisce artisti emergenti e affermati in un tributo alla visione artistica di Lucio Dalla, sottolineando l'impegno per la scoperta e la valorizzazione di nuovi talenti musicali.
Nell'articolo:

Massimo Bonelli, figura chiave nel panorama musicale italiano, condivide l'origine e l'essenza della Ciao - Rassegna Lucio Dalla, giunta alla sua seconda edizione. Un evento nato dall'incontro con Stefano Patara e dal comune desiderio di omaggiare lo spirito creativo e unico di Lucio Dalla, non solo attraverso la celebrazione della sua musica ma anche cercando artisti che ne incarnino l'approccio artistico indipendente e visionario.

La seconda edizione di Ciao - Rassegna Lucio Dalla per le forme innovative di musica e creatività si annuncia come un evento imperdibile nel panorama culturale italiano, celebrando il genio e l'eredità di Lucio Dalla. Il 4 marzo 2024, il Teatro Celebrazioni di Bologna diverrà il cuore pulsante di questa rassegna, con la conduzione della talentuosa Nina Zilli. La serata vedrà la premiazione dei vincitori dei Ballerini Dalla 2024, tra cui Daniela Pes, Calcutta, Madame, Dardust, Brunori Sas, e altri, in un tributo vivente all'innovazione e alla creatività che hanno sempre contraddistinto l'arte di Dalla. Il Ciao Contest. La musica di domani aprirà inoltre le porte a giovani artisti e producer emergenti, sottolineando l'impegno verso le nuove generazioni musicali.

L’evento, registrato e trasmesso su Rai 1 e Rai Radio2, non solo celebra la musica ma anche l'arte in tutte le sue forme, con premi speciali assegnati a Enrico Brizzi e Yuri Ancarani, arricchendo così il dialogo culturale intorno alla figura di Dalla. Con il patrocinio del Ministero della Cultura e il sostegno di importanti partner, Ciao - Rassegna Lucio Dalla promette di essere un momento di incontro e riflessione, rendendo omaggio alla memoria di un artista senza tempo attraverso le espressioni artistiche più innovative e autentiche del nostro tempo.

Massimo Bonelli svela il processo di selezione dei premiati, evidenziando un impegno per l'innovazione e l'autenticità che va oltre le logiche del mercato. L'intervista esplora temi quali la rappresentazione femminile nella musica, l'evoluzione dei gruppi musicali, e il ruolo cruciale della gavetta, delineando un panorama dove la passione e l'identità artistica primeggiano.

Ciao – Rassegna Lucio Dalla per le forme innovative di musica e creatività è ideato da Pressing Line e iCompany e da quest’ultima realizzato con la direzione artistica di Massimo Bonelli. È promosso da Fondazione Lucio Dalla in collaborazione con il Comune di Bologna e realizzato grazie a Banca di Bologna che si conferma Main Sponsor dell’iniziativa di cui è Media Partner QN Quotidiano.

Massimo Bonelli.
Massimo Bonelli.

Intervista esclusiva a Massimo Bonelli

Facciamo un passo indietro. Come nasce Ciao - Rassegna Lucio Dalla, giunta alla sua seconda edizione?

Nasce dal desiderio comune mio e dell’amico Stefano Patara, un dirigente della Sony Music, che nell’incontrarci a Bologna per andare a vedere la casa di Lucio Dalla abbiamo pensato a una rassegna che potesse omaggiare la memoria di Lucio. Anziché raccontare o fare in qualche modo apologia della sua carriera o della storia delle sue canzoni, abbiamo pensato a qualcosa che potesse celebrarne lo spirito, la creatività e il modo di approcciarsi all’arte andando alla ricerca di artisti della musica italiana che in qualche modo avessero delle caratteristiche con lui in comune.

L’obiettivo è stato dunque quello di cercare artisti che nel tempo abbiano mantenuto un’identità e un linguaggio riconoscibile, che abbiano fatto delle scelte non sempre funzionali alle logiche del mercato ma rispondenti più alle loro esigenze artistiche, con quell’approccio creativo, visionario e indipendente che Lucio ha manifestato in tutta la sua carriera. Dalla faceva sostanzialmente ciò che voleva lui e non quello che consigliava la moda del momento, rivelandosi come uno dei pochi artisti in Italia dal carattere così forte e riconoscibile da finire per essere unico.

I premi assegnati, denominati ‘Ballerini’ in ricordo proprio di una canzone di Lucio, sono sei (carriera, artista, canzone, producer/talent scout, colonna sonora e progetto), a cui si sommano poi due premi speciali. Chi decide e come vengono decise le cinquine che porteranno poi al vincitore?

Parte tutto da me: sono nel settore musicale oramai da decenni e, durante il corso dell’anno, faccio molta attenzione a tutto ciò che esce e accade. Nel mese di novembre, butto poi giù una shortlist di una trentina di nomi (in base a quanto abbondante e ricca sia stata l’annata) per ognuna delle cinque categorie. Il risultato viene poi condiviso su una piattaforma internet con 150 operatori culturali e giornalisti che hanno a che fare con la musica e che hanno il polso della situazione.

A loro viene chiesto di fare delle scelte per ogni categoria. Sommando i voti ottenuti, è la matematica che decreta i cinque nomi per ogni categoria, su cui poi si esprime una giuria composta da sette persone, me compreso. E, ancora una volta, sommando i voti ricevuti, si arriva al vincitore.

È chiaro che la scelta della shortlist è ponderata in base all’idea di quello che sarà la rassegna. Potrei anche mettere un nome importantissimo di qualcuno che sta avendo enorme successo ma non lo farei se non avesse mostrato la sua identità o la sua unicità. Se scegliessi un nome solo perché segue musicalmente una tendenza o fa numeri altissimi (l’ossessione del nuovo millennio), non sarebbe nello spirito della manifestazione. Il ‘Ballerino’ cerca gli innovatori e non chi fa numeri: vanno considerate anche le larghezze e non solo le altezze: la musica può essere anche meno alta ma molto larga.

Il Premio Ballerino.
Il Premio Ballerino.

Tra i vincitori dei Ballerini 2024, ci sono anche due donne: Daniela Pes (per la categoria ‘artista’ parimerito con Calcutta) e Madame (per la categoria ‘canzone’ con Il bene nel male). Il problema, se così possiamo definirlo, femminile in ambito musicale è da qualche tempo sotto l’occhio di tutti: perché il numero delle artiste premiate nei vari contesti è sempre stato così ristretto rispetto a quello degli uomini?

È il frutto di un retaggio, brutto e sciocco, che si sta cercando di combattere. Purtroppo, c’è dietro un ragionamento complesso che parte da un dato statistico: si portano avanti meno progetti femminili, anche se negli ultimi anni qualcosa sta cambiando, soprattutto nelle nuove proposte, dove ci ritroviamo di fronte a lavori molto interessanti. Di nostro, cerchiamo di premiare la musica: vince sul genere, non guardiamo di certo se l’artista è uomo o donna. Ma anche intorno a noi vedo la volontà seria di favorire maggiore equità: se ne parla e mi auguro continui a parlarsene. Quando ascolto musica lo faccio senza alcun tipo di pregiudizio: il parametro è semplicemente quello di tutti, ‘mi piace’ o ‘non mi piace’. E credo che tale approccio debba essere seguito da chiunque faccia il mio mestiere.

In tema di gap, sottolineerei un dato su cui nessuno riflette. C’è una categoria che è quasi scomparsa negli ultimi anni: i gruppi musicali. Fino a una quindicina di anni fa, c’erano tante band mentre oggi il numero è esiguo, la loro percentuale è ridottissima rispetto agli artisti e alle artiste. Sembra quasi che nella musica ci siano delle correnti: la mia speranza è che un giorno tutto trovi un punto di equilibrio.

A proposito di giovani proposte, Ciao – Rassegna Lucio Dalla ha una sezione dedicata ai giovani under 35 che vogliono emergere in ambito musicale sia come artisti sia come producer: Ciao Contest. La musica di domani. Lo scorso anno a vincere tra i cantanti è stata Miglio mentre quest’anno il premio andrà a (Martina) Giglio: due donne.  Come funziona in questo caso la selezione?

La selezione dei nomi passa attraverso una pagina web attraverso cui i giovani possono iscriversi. Tra le varie segnalazioni arrivate, io e il mio team, lo stesso con cui poi lavoro al Concerto del Primo Maggio a Roma o ad altri eventi in giro per l’Italia come il Cous Cous Fest, elaboriamo anche in questo caso una shortlist che sottoponiamo a una giuria di esperti, di cui sono il presidente. È composta da Antonio Filippelli, Carlo pastore, Marco Missiroli, Nina Selvini, Silvia Danielli e Valerio Baroncini, tutti nomi di una certa esperienza in diversi ambiti musicali.

Non premiate solo il giovane artista ma anche il produttore emergente. Se da un lato a vincere il Ballerino come miglior produttore è quest’anno Dardust, dall’altro lato miglior produttore emergente è See Maw.

Il producer, o come si chiamava un tempo ‘direttore artistico’, è da sempre una figura operativa importantissima. Oggi, con i nuovi generi musicali, ha acquisito maggiore importanza e ha un ruolo centrale nella realizzazione di un brano o di un intero progetto. In altre parole, il producer è colui che completa il lavoro dell’artista. Premiare i produttori è anche un modo per ricordare che Lucio Dalla era anche un produttore musicale: aveva scelto di seguire e aiutare tanti artisti nella loro carriera, anche importanti (il primo nome che mi viene in mente è Samuele Bersani). Non a caso l’ultima sua apparizione televisiva è legata a un Festival di Sanremo in cui produceva Pierdavide Carone.

Ai giovani del Ciao Contest viene data la possibilità di entrare il giorno successivo alla premiazione nella casa di Lucio Dalla. Cosa pensi che possa arrivare loro dalla visita?

Non so cosa possa arrivare loro ma posso dirti della mia esperienza personale. Entrare in un posto in cui ogni cosa è ancora come l’ha lasciato Lucio prima di andare via senza sapere che non sarebbe più tornato ti restituisce non solo la sua dimensione di artista ma anche quella di persona in continua scoperta del mondo. Il modo in cui raccoglieva le cose o le sistemava fa capire come fosse sempre con le antenne alzate per capire, sentire e percepire ciò che gli accadeva intorno: la sua curiosità e la sua maniera di affacciarsi al mondo erano veramente incredibili.

È qualcosa che mi ha toccato da vicino perché sentito simile al mio modo di fare, sempre in bilico tra una dimensione artistica che mi porta a cercare e vivere l’arte e una purtroppo professionale che mi porta a stare con i piedi per terra e a farci i conti, come un impiegato qualsiasi. Lucio era come se avesse il privilegio di riuscire a vivere senza remore la sua dimensione, riuscendo a cogliere lo stupore della vita di tutti i giorni, delle giornate e della natura del mondo che lo circondava. Provare a farlo anch’io mi mette pace e mi rasserena rispetto alle preoccupazioni e alle cavolate quotidiane.

E, quindi, mi ha emozionato entrare in quella casa… e mi emoziona ancora oggi sapere che tra qualche giorno sarà nuovamente lì dentro, in quel luogo che restituisce un forte senso di pace e di fa soffermare solo sulle cose che contano.

Lucio Dalla, Fabrizio De André, Franco Battiato, Pino Daniele, Pino Mango, Ivan Graziani, Pierangelo Bertoli… ma la lista è lunga. Perché secondo te tendiamo ad avere poca memoria storica rispetto alla musica che ci ha formato?

La colpa è della RAM. Viviamo in un’epoca di grande crescita di input e informazioni a cui siamo minuto per minuto sottoposti. Ciò ha fatto sì che negli ultimi vent’anni il livello dell’attenzione media si sia abbassato tantissimo e che, come dimostrano studi su studi, non va oltre gli otto secondi, il tempo utile per switchare una storia. L’eccesso di dati fa sì che ci comportiamo quasi in maniera compulsiva, l’endorfina del nuovo ci porta a non addentrarci nella nostra memoria profonda: è come se avessimo il disco rigido pieno.

Tuttavia, arriverà poi quel momento in cui, avendo bisogno di mettere in ordine le cose, arriverà quella canzone che ti farà andare alla ricerca nei meandri della memoria, ti riempirà e di farà considerare le priorità.

Il tuo rapporto con i giovani non si esaurisce al Ciao Contest: ti occupi anche di formazione e divulgazione in ambito universitario.

Ho tutti i giorni tanti rapporti con i giovani, sia in ambito formativo sia in ambito musicale, perché mi piace molto l’idea di provare a scoprire giovani che necessitano di prime opportunità e concedergliela. Negli anni, sono stati tanti gli artisti a cui ho provato ad accendere un percorso e sono tanti che, nel rivedermi col tempo, mi ringraziano per aver segnato un pezzettino della loro carriera: spesso quello che continuano a fare lo devono anche a me e ciò dà un senso a tutto ciò che faccio.

Ciao Contest: I vincitori

1 / 2
1/2
Giglio.
2/2
See Maw.
PREV
NEXT

A quanti anni hai iniziato a fare questo mestiere?

Ero un musicista e ho dunque cominciato da piccolo. L’essere stato dall’altro lato della barricata ha fatto sì che conoscessi le sofferenze, le agitazioni e le preoccupazioni di chi prova a fare la sua musica. Per 15 anni ho suonato, inciso dischi, combattuto con le case discografiche, fatto radio e preso parte a qualcosa come 500 concerti in tutta Italia, dal luogo più sperduto in poi. Ho conosciuto quella che si chiamava gavetta, montato palchi, scaricato strumenti dai furgoni e faticato… ho fatto di tutto ma credo che sia stato ciò a concedermi il vantaggio di avere una sensibilità più spiccata di chi solitamente fa il mio lavoro, un lavoro che ha sicuramente subito un’accelerazione dopo aver preso in gestione l’organizzazione del Primo Maggio.

Mi reputo un privilegiato e sono anche fortunato per avere la possibilità di relazionarmi con il nuovo: mi incuriosisce… voglio conoscere e voglio sapere, ragione per cui ascolto tantissima musica per capire anche dove sta andando e dove andrà.

La gavetta per un musicista è fondamentale. Tuttavia, sembra quasi che sia stata sostituita dai talent: in un mondo che va veloce, tutti hanno fretta di arrivare subito.

Successo e notorietà sono due sorelle dispettose, che a volte confondiamo quando invece sono diverse. Ci sono artisti noti che non imbeccano un successo da tempo e, viceversa, ci sono artisti meno noti che spopolano nelle classifiche. Dal mio punto di vista, credo che l’artista abbia l’onere di seguire la sua identità e di non prendere scorciatoie. Chi lo fa, evidentemente, non ha creduto nei suoi mezzi e nel proprio progetto, finendo con il mettere da parte le proprie velleità.

Non sarei, tuttavia, così tranchant con il mondo dei talent. Credo che ognuno possa scegliere la strada che ritiene più giusta per sé. La discriminante è semmai un’altra: c’è chi riesce a cogliere la notorietà e trasformarla in successo e chi invece anche psicologicamente non ce la fa. Ho avuto ad esempio la fortuna di conoscere Angelina Mango prima che partecipasse ad Amici: l’ho voluta al concerto del Primo Maggio del 2022 quando ancora nessuno sapeva chi era.

E già in quell’occasione, nel vederla da vivo, ho visto come fosse una persona preparata, capace di fare cose di un altro pianeta rispetto alla musica dei ragazzi della sua età. Nel suo caso, la notorietà è diventata il propulsore del suo successo, lo ha solo indirizzato e portato alla platea di cui aveva bisogno. Altri, invece, non sono pronti a quel percorso e alla visibilità che ne deriva, venendone travolti.

Continui ancora con la tua attività di manager?

Sempre meno. Mi mette un po’ in imbarazzo dover lavorare su progetti artistici e poi contemporaneamente provvedere a fare selezioni: la tentazione è quella di voler coinvolgere gli artistici con cui lavoro per aiutarli. Preferisco dunque far altro rispetto al management, un’attività specifica e verticale che non sempre si sposa con la mia vena d’artista: a volte, non riesco a essere fino in fondo al servizio di un artista come sarebbe necessario.

Ai Ballerini, come dicevamo in apertura, si affiancano due premi speciali: uno allo scrittore Enrico Brizzi e uno al regista Yuri Ancarani.

Lucio Dalla amava il cinema forse più della musica stessa (per anni, ha fatto l’attore). E in ricordo di ciò non abbiamo voluto escludere le altre arti dal premio: essendo io più focalizzato sulla musica, ho lasciato ad altri il compito di scegliere chi premiare. Ma la logica di fondo è sempre la stessa: speriamo di trasformare il Ciao - Rassegna Lucio Dalla in un laboratorio sempre più autorevole in grado di spingere anche quegli artisti che non vinceranno mai un disco di platino per le loro scelte impopolari ma che non hanno mai rinunciato a loro stessi e alla loro idea di musica.

Riproduzione riservata