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Continental Drift: Un film interamente girato in Sicilia al Festival di Cannes 2022

Continental Drift parla del dramma dei migranti. È un film realizzato dalla Francia in collaborazione con la Svizzera ma le cui riprese si sono svolte interamente nella nostra Sicilia.
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Tra i film presentati al Festival di Cannes 2022 c’è anche Continental Drift di Lionel Baier. Il titolo a prima vista passa totalmente inosservato a noi italiani perché batte bandiera franco-svizzera. In realtà, Continental Drift potrebbe essere considerato italiano a tutti gli effetti dal momento che è stato girato, quasi per intero, in Sicilia e ha potuto contare sull’organizzazione logistica della nostra Cattleya.

Le riprese in Sicilia hanno fatto sì che nel cast, accanto ai protagonisti Isabelle Carré e Théodore Pellerin, recitassero molti dei nostri attori, come Daphne Scoccia, David Coco, Mario Opinato, Massimo Cagnina e Sebastiano Tinè.

Cosa racconta il film

Continental Drift, film dell’apprezzato regista Lionel Baier, racconta la storia di Nathalie Adler (Isabelle carré), una funzionaria in missione in Sicilia per conto dell’Unione Europea. Nathalie ha il compito di organizzare la vita in un campo di migranti del presidente francese Macron e del primo ministro tedesco Angela Merkel. La loro presenza ha un grande valore simbolico ed è tesa a sottolineare come l’emergenza migranti sia sotto controllo. Ma chi ci crede realmente?

Sicuramente non Albert (Théodore Pellerin), il figlio di Nathalie. Attivista senza scopro di lucro, Albert salta fuori di punto in bianco, anni dopo aver interrotto ogni contatto con sua madre. Il loro incontro si rivelerà così più esplosivo della missione diplomatica stessa.

Isabelle Carré in Continental Drift.
Isabelle Carré in Continental Drift.

La tragicomicità dell’accoglienza ai migranti

Continental Drift è un film ambientato nel 2020”, ha raccontato il regista Lionel Baier. “Ho cominciato a lavorare sulla sceneggiatura nel 2014, a seguito delle prime grandi crisi dei migranti nel Mediterraneo. Ho visitato personalmente Italia e Grecia per vedere da vicini come funziona l’accoglienza, quali forze l’Unione Europea ha dispiegato realmente in campo”.

“All’epoca, il personaggio di Nathalie era una donna britannica che lavorava per l’Unione Europea. Poi, è arrivata la Brexit, i porti italiani sono stati chiusi e il CoVid ha preso il sopravvento. Tra il 2016 e il 2021, con il mio co-sceneggiatore Laurent Larivière abbiamo dovuto costantemente rincorrere gli eventi: come si dice, la realtà ha superato la finzione. Se avessimo girato il film nel 2022, avremmo dovuto fare i conti con la guerra di Putin! Abbiamo allora deciso di ambientare la storia nel 2020, un anno abbastanza iconico che chiunque ricorda. Tutti ricordiamo cosa facessimo prima che il CoVid ci colpisse”, ha continuato il regista.

“Nel film Continental Drift ho voluto mischiare commedia e dramma. È stata un po’ una scommessa. Quando ho visitato Moria, in Grecia, per vedere il personale europeo al lavoro, mi ha colpito il clima di assurdità che vi regnava. I gommoni arenati sulla costa di Lesbo venivano tagliati in modo da non essere usati per un’altra traversata dalla Turchia, visibile a occhio nudo dalla costa. I canali tv cercavano continue riprese esclusive sullo sbarco dei migranti, scegliendo quelli più telegenici da intervistare. I turisti di tutta Europa non si facevano mancare una visita al campo di accoglienza, scrutando i migranti da dietro il filo spinato. In tutto ciò, c’era qualcosa di patetico e vergognoso”.

Il regista Lionel Baier.
Il regista Lionel Baier.

Mamma Europa

Ma Continental Drift è anche un film che presenta la storia di una madre e di un figlio in contrasto. Abbiamo chiesto al regista come mai avesse inserito tale sottotrama in un contesto così sociale. “Da europeo, ho imparato molto dai Greci e da Rossellini: occorre parlare di grandi temi attraverso storie e problemi personali”, ci ha risposto. “L’Iliade o Viaggio in Italia sono storie di famiglia o di coppie che problematizzano uno stato del mondo”.

“E, poi, ricordo la ragazza che la sera dell’elezione di Macron nel 2017 ha sventolato la bandiera europea fuori dalla Piramide del Louvre. Quando un giornalista le ha chiesto perché, ha risposto che l’Europa è la mamma. Ma in che modo l’Europa fa da mamma ai suoi figli? Perché i figli la incolpano quando qualcosa va per il verso sbagliato? Nel mio film, ho la coppia franco-tedesca in competizione per il primato sull’Europa e un’Europa che non corrisponde alle aspettative dei suoi figli”.

Théodore Pellerin e Isabelle Carré in Continental Drift.
Théodore Pellerin e Isabelle Carré in Continental Drift.

Un’attrice dal tragico passato

Sul finale del film Continental Drift fa la sua comparsa un’attrice non professionista. Più che non professionista potremmo definirla come un’attrice ai primi passi. Si chiama Elisabeth Owona e interpreta un personaggio che attinge alle sue stesse esperienze. Elisabeth è infatti arrivata da Camerun attraversando il mare a bordo di un gommone e ha vissuto nei campi di accoglienza.

Baier ha avuto modo di conoscerla a Catania, durante i provini, quando ha mostrato tutto il suo carattere. Si è presentata infatti con un elenco di richieste sulla storia da soddisfare, altrimenti non avrebbe preso parte al film. La sua forza e la sua determinazione hanno colpito il regista: Continental Drift, del resto è anche un film che parla di coraggio e sarebbe stato quasi un controsenso non permettere a Elizabeth di far valere la sua parola, la sua reale esperienza.

Continental Drift: Le foto del film

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Le riprese a Gibellina

Una scena fondamentale del film Continental Drift, la deriva dei continenti in italiano, si sono svolte a Gibellina, cittadina nel nord ovest della Sicilia distrutta durante il terremoto del Belice nel 1968.  A spiegare la scelta è sempre il regista Lionel Baier. “La sequenza è girata nel Cretto di Burri. L’artista ha racchiuso le rovine del terremoto in una sorta di sarcofago che rispetta l’andamento che avevano le strade del paese raso al suolo. Ho visto l’opera che ha realizzato quando nel 2016 sono stato ospite del Sicilia Queer Film Festival. Sono stato sopraffatto dalla solennità e dalla tranquillità del posto”.

“Il Cretto – ha aggiunto – è un luogo che ci ricorda la fragilità delle nostre costruzioni – siano esse case o nazioni- di fronte alla tragicità della storia. Quando le placche tettoniche europee e africane si avvinano, si verificano terremoti che sono in grado di portare distruzione e povertà su entrambi i continenti. Gibellina ci ricorda la nostra fragilità di fronte alla deriva dei continenti”.

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