Entertainment

Cortinametraggio all’insegna dei giovani: Intervista alla fondatrice Maddalena Mayneri

cortinametraggio
Con la sua diciannovesima edizione al via il 12 marzo, Cortinametraggio ci porta alla scoperta dei talenti del cinema di domani. Ne abbiamo parlato con la sua fondatrice, Maddalena Mayneri, da sempre al timone del festival, un impegno che va ben oltre la semplice dedizione.

La 19ª edizione di Cortinametraggio, dal 12 al 17 marzo, risuona con un messaggio chiaro e potente dalla fondatrice del festival, Maddalena Mayneri: un impegno profondo nei confronti dei giovani registi, i veri protagonisti di questa edizione. Mayneri illustra un festival vibrante, non solo per l'ampia partecipazione e la varietà di eventi programmati, ma anche per l'intento di creare un ponte generazionale tra i veterani del cinema e le nuove promesse. Quest'anno, Cortinametraggio si distingue per l'eccezionale dedizione nel facilitare incontri significativi tra i giovani talenti e figure chiave dell'industria cinematografica, con l'obiettivo di fornire loro conoscenze e opportunità concrete per il futuro.

Il festival, che si svolge nella pittoresca cornice di Cortina D'Ampezzo, promette di essere un crogiolo di innovazione e tradizione, ospitando una ricca gamma di eventi che spaziano dalla proiezione di cortometraggi a incontri con influenti professionisti del settore. Tra gli ospiti e i partecipanti ci sono nomi illustri come Valeria Fabrizi, Giulio Base, Ludovina Martino e molti altri, che rappresentano una vasta gamma di competenze all'interno dell'ecosistema cinematografico. Il festival si impegna a esplorare le nuove frontiere dell'audiovisivo, mantenendo al contempo un forte legame con il grande cinema del passato, come dimostra la proiezione speciale de Il Gattopardo di Visconti.

Mayneri, con la sua passione e dedizione, sottolinea l'importanza di credere nei giovani e nell'importanza di offrire loro una piattaforma per esprimersi. La sua visione per il festival è chiara: creare un ambiente in cui i giovani talenti possano crescere, apprendere e, infine, emergere come le nuove voci del cinema italiano. Questo impegno nei confronti dei giovani registi non solo arricchisce loro ma rafforza l'intero settore cinematografico, promettendo di portare freschezza e innovazione nel panorama dei cortometraggi italiani.

In altre parole, l'edizione di quest'anno di Cortinametraggio, con madrina Eleonora De Luca, è un'ode alla giovinezza, all'innovazione e alla tradizione, curata da una donna che ha dimostrato un'incredibile capacità di trasformare la sua passione per il cinema in una celebrazione annuale che attira attenzione e talento da tutta Italia e non solo. Con l'ingresso gratuito al cinema, Mayneri invita tutti a partecipare a questo evento culturale significativo, sperando di arricchire la vita di chi partecipa con la bellezza e la potenza del cinema.

Maddalena Mayneri, fondatrice del Cortinametraggio.
Maddalena Mayneri, fondatrice del Cortinametraggio.

Intervista esclusiva a Maddalena Mayneri

“Questo è il primo anno in cui ho deciso come i protagonisti del Cortinametraggio siano realmente i giovani registi in concorso”, ci spiega Maddalena Mayneri, fondatrice del festival. “Nelle varie giurie, avremo diversi nomi importanti del panorama italiano, rappresentati delle diverse professionalità che gravitano intorno al cinema, dal regista agli uffici stampa. A loro ho chiesto di avvicinarsi ai ragazzi e dedicarsi a loro attraverso incontri che facciano capire loro come funziona la filiera. Il mio obiettivo è che possano quelli che potrebbe essere gli autori di domani tornare a casa dal festival arricchiti anche di conoscenze e contatti”.

I nomi degli ospiti delle varie giurie sono i più disparati come varie sono le loro età: lo scambio intergenerazionale è più necessario che mai.

Avremo da Valeria Fabrizi ad Adriano Moretti, un giovane youtuber, e a Ludovica Martino o Ludovica Coscione. Ma non c’è soltanto gente che è famoso ma anche chi fa un lavoro molto importante pur rimanendo dietro le quinte, come ad esempio Stefano Curti, il direttore organizzativo del Politeama Rossetti di Trieste: il desiderio è che anche i giovani possano avvicinarsi al teatro e capire quali sono i criteri per cui si scegliere di mettere in cartellone uno spettacolo anziché un altro in base al pubblico di riferimento o al messaggio.

Quasi cento saranno gli ospiti del festival…

C’è dietro un investimento enorme. Per fortuna qualche partner privato e qualche istituzione ci dà una mano ma il mio investimento personale è enorme: è un progetto a cui credo talmente tanto da non risparmiarmi in nulla, mettendo al servizio il mio cuore e la mia professionalità. È un aspetto che fortunatamente è arrivato a tanta gente che, operando nei media, ha deciso di sostenermi per far sì che il Cortinametraggio cresca. Ed è bello che accada perché vuol dire che hanno capito quali sforzi ci siano dietro da quando nel 1997 ho deciso di dedicarmi al cinema nonostante la mia formazione fosse diversa.

Mi sono laureata in Storia del Cinema con un certo Rodolfo Sonego, sceneggiatore di Alberto Sordi, ed è stato lui a iniziarmi alla mia passione per il cinema. Ricordo benissimo anche la fatica che si faceva allora a recuperare le opere di Sordi da vedere: non esistevano ancora le piattaforme e l’on demand e dovevo chiedere a chiunque di registrarmi i passaggi dei film in tv quando non potevo io.

E curare da donna un festival del cinema non comporta difficoltà per rendersi credibili agli occhi degli altri, considerando quanto quello sia un contesto popolato da uomini?

Mi ha tenuto a battesimo proprio una donna: Lina Wertmuller, madrina della prima edizione di Cortinametraggio. Avevo pensato al festival con la collaborazione di Andrea Gris, già famoso all’epoca per una trasmissione su TMC e tante altre fatte in Rai: è a lui che è venuta quell’idea che ho colto al balzo, “facciamo un festival del cinema”. Mi ha messa in contatto con Elisabetta Villaggio e grazie anche a lei ho avuto la possibilità di conoscere tante persone. Uno degli ospiti più importanti è stato, oltre a Mario Monicelli, Gillo Pontecorvo, dal quale ho carpito tutto ciò che potevo. Ma avere dei contatti con maestri del cinema di quel calibro ha fatto sì che anche gli altri capissero che dietro al mio desiderio ci fosse la forza di portare avanti un sogno.

Non ero qui per puntare ai soldi ma solo sulla passione e sull’amore che ho nei confronti dei corti. E l’ho fatto negli anni affidandomi alle persone giuste, come ad esempio all’attuale direttore artistico di Cortinametraggio, Niccolò Gentili: l’ho preso a lavorare con me da ragazzino quasi, mi sono fidata di lui e ho potuto assistere da vicino al suo percorso artistico sia di attore sia di sceneggiatore e regista. Tra l’altro, ho deciso di attorniami in ufficio negli ultimi tempi di ragazzi e ragazze molto giovani, che sto contribuendo con i miei modi (a volte, anche arrabbiandomi) a farli crescere.

Credere nei giovani è necessario: sono loro la forza che permetterà a Cortinametraggio di resistere. Ma sono anche i giovani che nel Cortinametraggio trovano una buona rampa di lancio per i loro lavori: penso ad esempio al giovane Paolo Genovese che venticinque anni fa lanciava da qui il suo cortometraggio Piccole cose di valore non quantificabile, che proietteremo in un’occasione speciale anche quest’anno. Ma anche a Valerio Vestoso, Alessandro Capitani, Costanza Quadriglio o Pilar Fogliati.

Eleonora De Luca, madrina del Cortinametraggio.
Eleonora De Luca, madrina del Cortinametraggio.

Cosa deve avere un cortometraggio per colpire la tua attenzione ed essere selezionato al Cortinametraggio?

Con Niccolò discutiamo spesso su quest’aspetto: ci piacciono cose differenti. Per me, è essenziale che una storia mi dia emozione. Non mi interessa quale sia il genere del racconto, anche se noto come negli ultimi anni tutti si siano fiondati sul dramma e ci siamo poca voglia di fare commedia, come se facendo ridere non si potessero affrontare argomenti seri… e, quindi, do priorità all’emozione che mi arriva e a cosa la storia mi ha lasciato, guardando solo dopo tutto l’aspetto tecnico.

Ci sono cortometraggi, ad esempio, con storie emozionantissimi che avrebbero bisogno di essere girati meglio e non sembrare video amatoriali: in tal caso, preferiamo non selezionare il corto semplicemente perché il corto è nella nostra ottica una palestra e deve essere lo sforzo congiunto di tutti i reparti, dalla regia alla recitazione passando per la fotografia. Sono tanti i mestieri che contribuiscono al risultato finale e ne teniamo conto: se non ci fosse un direttore della fotografia non avremmo belle immagini da vedere così come se non ci fosse un buon montatore non ci sarebbe ritmo nella storia, e potrei continuare all’infinito per ogni reparto.

Nel tuo staff, hai sempre voluto che ci fossero donne.

Perché con le donne ho sempre lavorato bene, non ho mai avuto antagonismi o rivalità. Anche se in generale lavoro bene con tutti, senza distinzione alcuna di genere o identità sessuale: per me, le etichette da questo punto di vista non esistono. Qualche giorno fa, un giornalista mi ha chiesto se ci fossero persone neutre tra i miei collaboratori: ho faticato a capire cosa intendesse perché si tratta di ambiti privati a cui non mi interessa. Nel 2024 stiamo ancora a chiederci ‘ste cose? L’importante per me è che le persone al mio fianco dimostrino di condividere la mia stessa passione e non si tirino indietro di fronte alle difficoltà, agli ostacoli o alle ore di lavoro.

Cortinametraggio: Alcune ospiti

1 / 3
1/3
Ludovica Coscione.
2/3
Ludovica Martino.
3/3
Rocío Muñoz Morales.
PREV
NEXT

E di difficoltà, ostacoli e ore di lavoro senza fine ne sai qualcosa per via in passato della tua attività di ufficio stampa per nomi molto grossi della musica italiana, da Gino Paoli a Vasco Rossi.

Ho iniziato a lavorare come pr negli anni Novanta a Padova con un’agenzia di comunicazione che ha anticipato di gran lunga un lavoro oggi molto di moda, la wedding planner. Sono stati anni in cui mi sono divertita molto nel curare l’organizzazione di matrimoni… sono poi passata in ambito musicale perché tra i miei amici d’infanzia c’era chi aveva un grossissimo studio di registrazione discografica, in cui passavano i più grandi nomi della musica italiana. Ed è lì che ho imparato come si lavora nel mondo dello spettacolo, a stretto contatto poi con nomi del calibro di Vasco Rossi, Gino Paoli, Ornella Vanoni e Simply Red.

Anche se l’ambiente della musica è diverso da quello del cinema, ho compreso come funzionava il mondo dell’organizzazione ad esempio degli eventi. E, coniugando le nuove scoperte con ciò che già sapevo dalla pianificazione dei matrimoni, mi son detta: “Perché non provi anche tu ad organizzare qualcosa di tuo?”. Ed è così che sono entrata nel vortice del Cortinametraggio. Proprio negli ultimi tempi, m’è nato anche il desiderio di organizzare qualcos’altro, sebbene non rinuncerei mai all’altra mia grande passione: la barca… ma non me lo fanno fare.

Hanno paura di te?

Spero di no, anche se le donne che occupano una posizione chiamiamola di potere in Italia fanno sempre paura. Di mio, so solo che ogni volta che devo chiedere qualcosa a qualcuno devo faticare molto per ottenerla.

Ha influito il lavoro nella tua vita privata?

Ha influito e continua a influire. Il mio fidanzato è sempre arrabbiato: mi siedo davanti al computer già alle 7 del mattino, so quando comincio ma non quando finisco. Il lavoro per me è troppo divertente e non ci sarà mai nessun uomo che me lo potrà togliere. Chi sta al mio fianco deve sapere che l’amore viene solo dopo: sarà anche per questo che non ho figli e ho solo un cane, forse dovrei rivedere la scala delle priorità… ma, quando credi in qualcosa, devi necessariamente portarlo avanti e in qualche modo farlo entrare nella vita degli altri: il mio fidanzato, con cui sto da un anno e mezzo, è un cartografo e quasi non sapeva cosa fosse un cinema. Oggi lo sa.

Cosa ti auguri per l’edizione di Cortinametraggio in partenza?

Che la gente venga al festival: l’ingresso al cinema è gratuito, sono convinta che la cultura debba essere omaggiata… fa bene e non ammala. E poi è un’occasione in più per visitare Cortina in uno dei più bei periodi dell’anno (anche se il comune non ci ha concesso il patrocinio). Chi non ha la possibilità di farlo, può seguire i corti nella varie piattaforme partner del festival.

Maddalena Mayneri, fondatrice del Cortinametraggio.
Maddalena Mayneri, fondatrice del Cortinametraggio.
Riproduzione riservata