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Perché devi assolutamente vedere Cruel Summer se non l’hai ancora fatto

Cruel Summer
Una serie tv dove tutto è ambiguo e niente è come sembra: Cruel Summer è sbarcata su Amazon Prime Video ad agosto, tra plausi e stupore. E se non l'hai ancora vista è il momento di farlo
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Sulla carta sembra una di quelle fiction banali, viste e riviste, che partono da un rapimento e puntano verso un unico colpevole. Invece, Cruel Summer è una storia in continua evoluzione, un thriller psicologico che lascia in bocca un sapore amaro puntata dopo puntata.

Grazie a due protagoniste femminili davvero straordinarie questa serie tv riesce a unire tutta la complessità di un periodo tormentato come quello dell'adolescenza ad argomenti spinosi per tutte le età: il senso di colpa, la responsabilità, la morale, l'etica.

Disponibile su Prime Video dal 6 agosto, questa serie tv potrebbe essere sfuggita a chi si trovava ancora in vacanza. Dunque, ecco perché è proprio il caso di correre ai ripari e recuperarla.

Il senso di identità

Nella cornice dei glitteratissimi anni Novanta una generazione di adolescenti inquieti si aggrappa agli ultimi scampoli d'estate prima di tornare a scuola.

Le due protagoniste quindicenni sembrano, sulla carta, due veri e propri cliché da Kiss Me: da una parte Jeanette (Chiara Aurelia), ancora acerba e imbranata, nascosta dietro agli occhiali e all'apparecchio, dall'altra Kate, perfetta reginetta del ballo.

Kate e Jeanette, Cruel Summer

Ma basta sembrare la perfetta incarnazione del cliché per esserlo davvero? La risposta a questa domanda è tutt'altro che scontata ed è uno dei motivi per cui Cruel Summer è così potente, così travolgente.

Da una parte potremmo, a occhi chiusi, dire che no, non basta. Dall'altra è la storia stessa a smentirci con un rovesciamento delle parti che concede a Jeanette di diventare ciò che è Kate, di prendersi la sua vita, il suo ragazzo, le sue migliori amiche.

Non solo: più la storia va avanti più diventa chiaro che ogni cosa può essere costruita ad arte. Persino ciò su cui si potrebbe mettere la mano sul fuoco, alla fine, può essere tutto fuorché certo.

Jeanette e Kate sono due personaggi femminili che hanno un senso d'identità labile, mutevole. Una percezione di loro stessa che si altera e cambia, che può tanto rispecchiare ciò che gli altri pensano quanto, subdolamente, condurre chiunque a pensare ciò che loro stesse desiderano.

Il gioco di linee temporali

Come abbiamo detto, l'imbranata Jeanette riesce a prendere il posto della reginetta Kate. Questo è ciò che ci viene rivelato sin da subito, sin dal primo episodio.

E c'è un'altra cosa che ci appare subito chiara: la narrazione, episodio per episodio, segue tre linee temporali diverse. Linee temporali che hanno un preciso punto di riferimento: il rapimento di Kate.

Sì, perché a fare la differenza è proprio il rapimento di quest'ultima, che cambia radicalmente le vite di entrambe. Cruel Summer alterna la narrazione del prima del rapimento a quella del momento della liberazione di Kate, fino a giungere a un dopo, complicato e tortuoso.

I colori cambiano per esaltare maggiormente la narrazione, così come le inquadrature. E nel primo episodio si può vedere una Jeanette prima, ancora legata a due amici d'infanzia, goffa e imbranata, una Jeanette poi, spaventata ma realizzata e sicura di sé e infine una Jeanette cupa, grigia, con i capelli corti. Come mai quest'ultima versione?

Jeanette di Cruel Summer

Semplice, perché Jeanette è additata come la carnefice. Kate la accusa pubblicamente di essere a conoscenza del posto esatto in cui era sequestrata e fa in modo che la vita che Jeanette le aveva "tolto" le si sgretoli tra le mani. La fa diventare la ragazza più odiata d'America.

Anche Kate, ovviamente, cambia. E anche per lei vale la narrazione sulle tre linee temporali cui abbiamo già accennato. Ciò che però nel suo caso diventa ancor più evidente è la distanza tra quello che è realmente e l'immagine perfetta che le era stata dipinta addosso.

Kate Cruel Summer

L'alternarsi degli anni restituisce ciò che è realmente accaduto alle protagoniste fino ad arrivare a un finale che non aggettiviamo onde evitare qualsivoglia tipo di spoiler.

La ricostruzione degli eventi è quasi paludosa, nebbiosa: ciò che un momento prima appare chiaro, il momento dopo cambia radicalmente. E lo scorrere del tempo è l'unica chiave per riuscire a mettere i pezzi al loro posto.

Vittime o carnefici?

Cruel Summer ci porta a ragionare su diversi livelli. Riporta alla memoria un brano di Samuele Bersani, Cattiva, che dice: Chiedi un autografo all'assassino, guarda il colpevole da vicino! E approfitta finché resta dov'é: toccagli la gamba fagli una domanda cattiva, spietata.

Sì, perché Jeanette viene trasformata nel giro di un solo anno in un esempio di malignità e cattiveria, nonostante lei neghi a oltranza di aver mai saputo qualcosa di Kate.

Ed è proprio Kate a farla diventare un bersaglio ambulante, talmente odiata da essere emarginata, da essere guardata con sospetto anche dalle persone che prima amava.

D'altro canto Kate è vittima di un rapimento e Jeanette ha in effetti approfittato della sua assenza per trasformarsi in lei: le ruba il fidanzato, le ruba le migliori amiche, i modi di fare, la posizione sociale.

Chi è la vittima? Chi è la carnefice? E quanto ci si può spingere oltre per ottenere ciò che davvero si vuole? Ma soprattutto, cosa c'è di vero in ciò che entrambe sostengono? Per saperlo si può solo guardare la serie. E rimanere incollati allo schermo fino all'ultimo, decisivo, fotogramma.

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