Netflix distribuisce dal 13 gennaio il film Dog Gone – Lo straordinario viaggio di Gonker, un dramma tratto dal libro Smarrito cane di Pauls Toutonghi. Diretto da Stephen Herek, il film racconta le vicende di un giovane che, dopo aver perso il suo amato cane sul sentiero degli Appalachi, intraprende con il padre la disperata missione di ritrovarlo prima che sia troppo tardi. Alla base, c’è un’incredibile ma vera storia di umanità e di eroismo quotidiano.
La trama del film Dog Gone – Lo straordinario viaggio di Gonker
Gonker, il golden retriever al centro del film Netflix Dog Gone – Lo straordinario viaggio di Gonker, è un cane buono. Si diverte a giocare e a tenere compagnia agli umani della sua famiglia. Almeno fino al giorno in cui si smarrisce. “Tutti hanno bisogno di un’anima che ti ami per quello che sei: ecco cos’è Gonker per me” sono le devastanti parole dette da Fielding Marshall (Johnny Berchtold), l’adolescente proprietario del cane, e da suo padre John (Rob Lowe) poco prima di dare il via a un’epica ricerca del loro amato cane, scomparso da qualche parte lungo il sentiero degli Appalachi.
Se perdere il proprio cane è già di per sé qualcosa di brutto, nel caso di Gonker c’è qualcos’altro che aggrava ulteriormente il dolore: i Marshall hanno solo due settimane di tempo per ritrovarlo dal momento che l’animale ha bisogno di cure per sopravvivere al morbo di Addison. Insieme, con il sostegno della mamma e moglie Jinny (Kimberley Williams-Paisley), Fielding e John – grazie anche agli innumerevoli e gentili sconosciuti che incontreranno – non si fermeranno di fronte a nulla per ritrovare Gonker e riportarlo a casa.
“Sono profondamente orgoglioso di aver preso parte al film Netflix Dog Gone – Lo straordinario viaggio di Gonker”, ha dichiarato l’attore Robe Lowe. È stato anche per me un viaggio immersivo nelle emozioni e spero che ciò arrivi anche al pubblico”.
La vera storia di Gonker
“Ho sentito la storia di Gonker quando sono andato per la prima volta a casa dei miei suoceri”, ha raccontato Pauls Toutonghi, lo scrittore del libro Smarrito cane da cui è tratto il film Netflix Dog Gone – Lo straordinario viaggio di Gonker. Autore che vive e insegna a Portland, Toutonghi in casa dei suoceri ha notato un’infinità di fotografie che ritraevano un cane. “Ho chiesto informazioni a mia moglie. E mi ha risposto: fai quello che vuoi ma non chiedere mai a mia madre di raccontarti quella storia! Ovviamente, non l’ho ascoltata e ho chiesto a mia suocera chi fosse il cane. Mi sono perso nel suo racconto e ne ho percepito ogni singola emozione. Ho capito subito che era una storia che andava raccontata al mondo intero”.
Il proprietario di Gonker era Fielding Marshall. Era ancora uno studente della University of Virginia quando adottò il cane da un’associazione no profit per la difesa degli animali nel 1992. Nell’ottobre 1998, Fielding e Gonker vivevano nella Virginia del Nord quando insieme si recarono in visita alla Jefferson National Forest e iniziarono a percorrere il percorso degli Appalachi. Gonker, all’epoca, soffriva già del morbo di Addison, che Toutonghi descrive come “un disturbo delle ghiandole surrenali che, se non curato, è fatale”. Per tale ragione, necessita di una particolare iniezione ogni mese.
Tuttavia, la situazione divenne tesa quando Gonker si allontanò sulle montagne durante la stagione di caccia e Marshall si rese conto, dopo ore di ricerche infruttuose, che il cane aveva ancora una ventina di giorni prima che gli effetti dell’ultima iniezione svanissero. Mentre Marshall e il padre John cominciarono insieme una spasmodica ricerca, Ginny, la signora Fielding, diede l’allarme e la storia finì sui giornali sia locali sia nazionali. E incredibile fu la risposta della gente del posto e non solo.
Nel riportare la storia, nel suo libro Toutonghi si sofferma spesso su quanto il legame con un animale possa essere forte, curativo e salvifico. “Quasi tutte le famiglie che conosco hanno una storia legata a un cane”, ha sottolineato. “Ed è dagli animali domestici che spesso impariamo così tante cose sulla vita, sull’amare qualcuno, sul prendersi cura dell’altro e persino sul dolore e sulla perdita”.