Netflix propone dal 25 ottobre il film Don’t Move. Diretto da Brian Netto e Adam Schindler, il film Netflix Don’t Move fa appello a uno degli incubi più diffusi al mondo, quello di rimanere bloccati in una situazione spaventosa e non riuscire a muoversi, con gambe e braccia immobilizzate, il corpo freezato e le sole palpebre libere di battere. Ed è quello che accade a Iris, la protagonista della storia interpretata da Kelsey Asbille, mentre lotta per correre, nascondersi, combattere e semplicemente sopravvivere nella natura selvaggia, inseguita da un potenziale assassino.
“Don’t Move è la storia di una donna che, già di suo in un momento difficile, si ritrova a dover lottare per la propria vita”, ha spiegato Netto a proposito di Iris, una madre in lutto per una tragica perdita. “All'improvviso, le viene iniettata una sostanza paralizzante e il suo corpo inizierà a chiudersi lentamente ma inesorabilmente. Ora è in una lotta per la sua vita contro il suo stesso sistema nervoso”.
Quella sostanza viene iniettata nel corpo di Iris da uno sconosciuto che incontra su un sentiero durante un'escursione. Con solo 20 minuti a disposizione prima che il farmaco faccia effetto, Iris deve affrontare una sfida mortale: il suo corpo si sta paralizzando e il suo inseguitore è sempre più vicino.
In tempo reale
Prodotto dal leggendario regista di La Casa Sam Raimi, il film Netflix Don’t Move è un’esperienza elettrizzante. I registi Brian Netto e Adam Schindler hanno sviluppato il concetto insieme agli sceneggiatori T.J. Cimfel e David White. “La sfida che abbiamo posto loro è stata: Ci piacerebbe che fosse in tempo reale”, ha spiegato Netto. “Adoriamo i film che sembrano esserlo”.
Con una durata di circa 85 minuti,il film Netflix Don’t Move si sviluppa nello stesso lasso di tempo vissuto dai suoi personaggi. “Ti sembra di essere davvero lì con loro, momento per momento,” ha dichiarato Finn Wittrock. “È qualcosa che non avevo mai visto prima in un film, specialmente in uno come questo, con un tale livello di oscurità”.
A ogni svolta, Iris è costretta a superare un nuovo ostacolo apparentemente impossibile, spesso con pochissima libertà di movimento. “È un thriller spoglio e propulsivo che riesce a sembrare molto intimo a tratti”, ha raccontato Asbille. “Ed è questo ciò che mi ha colpito: lottare disperatamente per superare qualcosa che ti ha lasciato paralizzata.”
Netto e Schindler si sono divertiti a intensificare la tensione del film in ogni scena. “Abbiamo sfidato gli sceneggiatori a mettersi alle strette”, ha aggiunto Schindler. “A ogni sequenza, ci chiedevamo: Come possiamo renderle le cose più difficili? Come ci si mette in un angolo? E come se ne esce?”.
Per interpretare Iris, Asbille ha dovuto attingere a emozioni cupe e spesso difficili. Ma c'era anche un ostacolo aggiuntivo: recitare senza poter usare gran parte del linguaggio del corpo. “Ho dovuto fare molto affidamento sui registi soprattutto per quanto riguarda la paralisi e ciò che si traduce sullo schermo rispetto a ciò che non funziona”, ha ricordato l’attrice. “La sceneggiatura descrive le fasi della paralisi, ma c’è un’esperienza emotiva e una lotta interiore che devi trasmettere, e sei così limitato fisicamente. Questa è stata la sfida, ed è stato divertente capirlo insieme”.
Wittrock è rimasto impressionato dalla capacità della sua co-protagonista di trasmettere emozioni complesse con pochissimo movimento fisico. “Kelsey ha affrontato questa incredibile sfida, dove doveva esprimere tanto senza quasi poter usare il corpo, che è ciò che di solito usiamo per esprimerci. Guardando il film, sono rimasto davvero colpito da quanto sia riuscita a comunicare”.