Arriva il 16 marzo al cinema il film Educazione fisica, distribuito da 01 Distribution. Secondo lungometraggio del regista Stefano Cipani, fattosi notare grazie al bel Mio fratello rincorre i dinosauri e alla serie tv Fedeltà, Educazione fisica ha una sceneggiatura firmata dai fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, tratta dall’opera teatrale La palestra di Giorgio Scianna.
Prodotto da Paco Cinematografica, Educazione fisica è un film che ha soli cinque attori protagonisti – Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Claudia Santamaria – e un’unica location: la palestra di una scuola media di provincia in cui una preside convoca quattro genitori per comunicare loro qualcosa inerente ai figli.
Un processo ad alta tensione
Educazione fisica è un film che si muove come un congegno a orologeria ben oleato. Ci ritroviamo sin da subito all’interno della palestra di una scuola media, fatta di materassi sui quali chissà Dio quante persone sono passate, di attrezzature obsolete e pareti che contengono verità che nessuno osa rivelare o digerire. Ed è in questo contesto che i genitori di tre alunni non più bambini ma nemmeno ancora adolescenti vengono convocati dalla preside, Diana Peruggia (Giovanna Mezzogiorno).
Uno dopo l’altro arrivano Carmen Majano (Raffaella Rea), Franco Zucca (Claudio Santamaria) e i coniugi Rossella e Aldo Stanchi (Sergio Rubini). Appartengono tutti alla borghesia più o meno alta e hanno in comune il fatto di essere genitori di figli maschi. Ma perché la preside ha voluto convocare solo loro e non i loro ragazzi al di fuori dell’orario scolastico? Cosa mai sarà successo?
Diverse sono le ipotesi che saltano alla mente dei genitori. Forse la preside ha visto Carmen e Franco, entrambi con una situazione sentimentale incerta, intrattenersi in situazioni “scomode” davanti alla scuola? Oppure qualcuno ha osato pronunciare la parola con la “n” nei confronti del figlio adottivo degli stanchi?
Ben presto, scopriranno dalle parole della preside che il motivo è altro e ben più preoccupante. I loro tre figli sono accusati di aver stuprato non una ma ben due volte una loro coetanea e di averlo fatto, sotto le camere dei loro smartphone, proprio tra i muri di quella palestra. L’accusa è la più grave e infamante di tutte: la vittima ne ha parlato solo con la preside ma occorre capire ora come muoversi.
Pian piano, la palestra cambia metaforicamente la sua destinazione d’uso e si trasforma in un non luogo in cui si tiene un processo alle intenzioni, una carneficina all’intelletto e alla ragion pura. Cosa si è disposti a fare per proteggere i propri figli, minacciati dalla sbandata di turno che chissà cosa ha fatto per provocarli? “Suvvia, cosa sarà mai una goliardata tra ragazzi? Ma siamo sicuri che la vittima non potesse chiedere aiuto? Parliamoci chiaro, a una festa l’hanno vista ubriaca e drogata appartarsi anche con un maggiorenne”…
Mentre la tensione sale, i volti dei protagonisti cambiano e si trasformano da accusati ad accusatori, ogni etica e morale decade. Anche di fronte a un video che palesemente indica come siano andati i fatti, nessuno può credere che la propria bella vita di apparenze stia per crollare e frantumarsi. Qualcosa va fatto, al di là di ogni ragionevole dubbio. E non resta che un’unica cosa da fare: concludere il processo alle streghe nella sola maniera possibile, il rogo della propria coscienza.
Può un film all’apparenza piccolo e basato sul potere della discussione come Educazione fisica trasformarsi in un thriller dal finale piuttosto che scontato? Sì, se hai a disposizione una regia attenta a non perdere di vista nessun personaggio e a farne comprendere, anche visivamente e senza alcun fronzolo, l’emotività, e cinque attori disposti a non sentire il peso del politicamente corretto, a sporcarsi e a non giudicare i loro personaggi. A quello ci pensa il povero cane degli Stanchi, unico testimone di una verità che sarà per sempre sottaciuta: lacrime mie o lacrime tue.
Educazione fisica: Le foto del film
1 / 9La clip in anteprima
TheWom.it vi offre oggi una clip del film Educazione fisica. Nelle immagini, vediamo l’arrivo dei genitori nella palestra, prima che ancora la preside informi loro dell’accaduto.