Netflix propone dal 24 novembre il film Elena lo sa, tratto dal famoso romanzo di Claudia Piñeiro. Diretto da Anahí Bernerie interpretato da Mercedes Morán, il film Netflix Elena lo sa racconta l’avvincente storia di una madre che cerca di risolvere il mistero della morte della figlia mentre affronta le difficoltà fisiche causate dal rapido progredire della sua malattia.
Elena, la protagonista, tenta di trovare la persona responsabile dell'improvvisa morte della figlia Rita. Nonostante sia allo stadio terminale della malattia di Parkinson, Elena si improvvisa detective quando non riceve risposte e dalla periferia raggiunge in treno la capitale per cercare aiuto da una vecchia amica della figlia. Mentre è impegnata nella ricerca della verità, i ricordi la costringono inevitabilmente a confrontarsi con il proprio passato di madre.
“In Elena lo sa torno ad affrontare la maternità per parlare di quel momento in cui si invertono i ruoli di dipendenza tra madre e figli e ci si ritrova a prenderci cura di chi ci ha messo al mondo”, ha commentato Anahí Bernerie, regista del film Netflix. “Elena sta indagando su chi ha ucciso sua figlia Rita ma il Parkinson le impedisce quasi di sollevare la testa per scrutare negli occhi di coloro che interroga. Ha bisogno di sapere, anche se questo significa scontrarsi con i propri fantasmi. Adattare il romanzo è stata per me una grande sfida, che si è trasformata in un thriller, in un dramma familiare ma anche in un film fantastico”.
Elena e quello che non sa
Elena (Mercedes Morán) cammina lentamente, aiutata da un bastone, trascinando i piedi e guardando quasi sempre a terra. Alla stazione ferroviaria di Constitución, la gente che corre verso il lavoro o chi protesta la percepisce come un intralcio. I suoi capelli trascurati presentano molti colori a causa di vecchie tinte trascurate.
La protagonista che dà il titolo al film Netflix Elena lo sa ha 65 anni. Una volta era una contabile ma ora soffre di Parkinson e lotta come può (con notevole dignità e coraggio) contro la doppia degradazione motoria e della memoria.
Pochi minuti dopo l'inizio del film, la polizia suona il campanello di casa sua. Gli agenti le dicono che deve accompagnarli perché hanno trovato il cadavere di Rita Alonso (Érica Rivas), sua figlia di 43 anni, con segni sul collo. Per i medici e gli ufficiali non c'è dubbio: morte per soffocamento. Ma Elena non è disposta ad accettare la teoria del suicidio e ordina un'autopsia.
È l'inizio di un lungo intreccio di misteri, tensioni, sottotrame, personaggi e linee narrative per una storia che oscilla tra il thriller psicologico e il dramma di una relazione madre-figlia tanto intensa quanto, in molti aspetti, disfunzionale.
La storia del film Netflix Elena lo sa comincia così ad andare avanti e indietro nel tempo: ci sono flashback che ci portano indietro a una vacanza di Elena e Rita sulle spiagge di Mar del Plata; altri ci portano all'adolescenza di Rita (interpretata da Miranda de la Serna) e a una giovane Elena come madre (Agustina Muñoz). Sebbene sia nel tempo presente e nel personaggio di Elena che si trovi il cuore della storia, la narrazione si apre a molteplici personaggi, strati, derivazioni e implicazioni.
I temi affrontati
Il film Netflix Elena lo sa è un film sulle donne e interpretato da donne che offre nel suo insieme un ritratto scomodo, a tratti straziante e desolante, sulla burocrazia giudiziaria, sulla polizia, sul sistema sanitario (finanche alle farmacie) e sul comportamento delle istituzioni (le protagoniste si emozionano quando qualcuno le tratta bene). Vengono anche toccati molti temi (alcuni in modo più superficiale e marginale di altri) come l'eutanasia, l'aborto, il suicidio, il ruolo della Chiesa o il gap generazionale.
La regista Berneri si discosta anche dai codici del genere poliziesco per approfondire altri enigmi, per privilegiare altre aree e concentrarsi sui vari sfumature psicologiche dei suoi personaggi. E lo fa con l'usuale ed elegante sviluppo formale che ha caratterizzato finora la sua filmografia. “Per me, era fondamentale concentrarmi in primis sul legame madre-figlia, qualcosa in cui tutti possono identificarsi”, ha spiegato la regista.
“A catena, sono poi venuti tutti gli altri temi, già presenti nel romanzo di partenza: occorreva semplicemente trattarli senza enfatizzazione o senza dare l’idea che contenessero dei messaggi da inculcare. Ed è così che si parla anche di scelte, sulla maternità o sulla volontà di vivere, mentre si soffre di una malattia. Ma anche di un’intera generazione di donne che, per affermarsi, hanno dovuto necessariamente diventare forti e spesso disprezzare le altre donne che non trovano o non hanno la loro stessa forza”.