Il film Emmanuelle di Audrey Diwan non è solo una reinterpretazione moderna di un classico della letteratura erotica, ma anche una potente esplorazione dell'empowerment femminile e della libertà individuale. Attraverso una narrazione sensibile e una messa in scena immersiva, il film invita gli spettatori a riflettere sulle proprie percezioni del piacere e del controllo, ponendo domande importanti su come le strutture sociali influenzino le nostre vite intime.
LEGGI ANCHE - La poliziotta tormentata e il serial killer: “To Catch a Killer – L’uomo che odiava tutti”
Diwan e il suo cast, tra cui Noémie Merlant, Naomi Watts e Will Sharpe, creano un'opera che è allo stesso tempo provocatoria e profondamente umana, offrendo una nuova prospettiva su un personaggio iconico del cinema erotico.
La ricerca del piacere
Emmanuelle, diretto da Audrey Diwan, è un film che offre una nuova interpretazione del romanzo di Emmanuelle Arsan, proponendo una visione più introspettiva e critica del viaggio della protagonista verso la scoperta del piacere. Sarà presentato in concorso al San Sebastian Film Festival per poi uscire nelle sale francesi da fine settembre, in attesa di arrivare anche in Italia.
LEGGI ANCHE - Le déluge: in un film a locarno gli ultimi giorni di Maria Antonietta
Emmanuelle, interpretata nel film da Noémie Merlant, si imbarca in un viaggio a Hong Kong, una città rappresentata come un luogo sensuale e cosmopolita, dove cerca di riconnettersi con se stessa e il proprio desiderio. Il viaggio non è solo fisico ma anche emotivo, portandola ad affrontare questioni profonde legate al suo corpo e alla sua identità.
Il personaggio di Emmanuelle, del resto, è una donna in cerca di riconnettersi con i propri desideri, un tema che Merlant ha trovato estremamente personale e rilevante. "Quando ho incontrato Audrey, la prima cosa che mi ha detto è stata che si trattava di una donna che cerca di riconnettersi ai suoi desideri. E per me, è un po' IL tema. Mi tocca molto personalmente, come molte donne", ha spiegato Merlant. La ricerca interiore si riflette in tutto il film, dove Emmanuelle si confronta con le sue esperienze passate e le norme sociali che influenzano il suo comportamento.
LEGGI ANCHE - Splash: quando una sirena a Manhattan ha cambiato per sempre la commedia romantica
Un processo di autodeterminazione
Con il suo film, Audrey Diwan ha voluto restituire al personaggio di Emmanuelle una voce potente e autonoma, contrariamente alla rappresentazione più oggettivante del personaggio nelle precedenti adattazioni cinematografiche. La regista ha dichiarato: "Volevo che Emmanuelle fosse soggetto nella storia e non oggetto”.
LEGGI ANCHE - Máxima: la vita della regina d’Olanda nella serie tv Rai 1
L’intento è particolarmente evidente nelle scene di sesso, che non sono presentate come fantasie ma come esperienze vissute dalla protagonista, enfatizzando il suo punto di vista e la sua esperienza emotiva. "Ho voluto raccontare il percorso di una donna che non gode e la sua progressiva conquista del piacere", ha aggiunto Diwan, sottolineando l'importanza di rappresentare il viaggio di Emmanuelle come un processo di autodeterminazione.
La questione dell'empowerment femminile è centrale nel film Emmanuelle. Diwan e Merlant lavorano insieme per rappresentare un percorso di liberazione dalle norme patriarcali e capitalistiche che condizionano il piacere femminile. “Ho cominciato a prenderne coscienza grazie al movimento #MeToo”, ha detto Merlant, sottolineando come il movimento abbia influenzato la sua percezione del proprio ruolo e del proprio corpo. Il film rappresenta un viaggio di riscoperta, con Emmanuelle che passa da una sessualità meccanica e priva di piacere a una riscoperta del desiderio autentico.
LEGGI ANCHE - Vakhim: in anteprima, il trailer del film presentato a venezia ‘81
Inoltre, la rappresentazione delle scene di sesso è trattata con una sensibilità particolare, con l'obiettivo di mostrare un'autentica esperienza femminile. Diwan e Merlant hanno lavorato per rappresentare un orgasmo femminile che non fosse solo una rassicurazione della potenza maschile, ma un vero e proprio momento di liberazione personale. "Il più delle volte al cinema, l'orgasmo femminile ha la funzione di rassicurare l'uomo sulla sua potenza sessuale", ha osservato Diwan. La scena finale del film, in cui Emmanuelle raggiunge finalmente il piacere, è descritta con una delicatezza che sottolinea il suo viaggio emotivo e la sua crescita personale.
LEGGI ANCHE - La vita accanto: una clip in anteprima del film di Giordana a Locarno dall’omonimo romanzo
Emmanuelle: Le foto del film
1 / 17Controllo sociale e colonialismo
Il film Emmanuelle esplora inoltre temi come il controllo sociale e il colonialismo. Diwan utilizza l'ambientazione di un hotel di lusso a Hong Kong come una metafora delle pressioni sociali per la perfezione, evidenziando come queste possano influenzare negativamente la libertà individuale. Emmanuelle lavora come controllore della qualità per una catena di hotel, un ruolo che Diwan usa per esplorare la "società disciplinare" e il controllo dei desideri.
"Il film si interessa al controllo del desiderio e del piacere, una riflessione che richiama il lavoro di Michel Foucault sulle società disciplinari", ha spiegato Diwan. La critica si estende anche alle strutture coloniali e classiste, con Diwan che osserva: "Cercavo un luogo che parlasse del cosmopolitismo restando in Asia, con alla base l’idea che, per alcuni che godono, molti altri devono sudare". Tale spostamento di ambientazione permette al film di affrontare temi di disuguaglianza sociale e coloniale in un contesto, tuttavia, moderno e rilevante.